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venerdì, Novembre 22, 2024

La ricerca scientifica: una attività da sostenere, fondamentale e meritoria a favore dello sviluppo

Questo tema si collega oggi all’argomento più discusso sullo stato della ‘intelligenza artificiale’. Sulla attuale e potenziale positività della intelligenza artificiale gestita con il necessario equilibrio non ci sono dubbi: essa rappresenta uno stato più avanzato della conoscenza, anche se ovviamente sappiamo tutti bene e occorre ricordare che nessuna macchina, per quanto sofisticata, può sostituire il cervello umano, il pensiero e la coscienza di ogni individuo.

L’I.A. non potrà comunque sostituire la sempre più necessaria ricerca scientifica in tutti i campi di attività. La ricerca infatti ha rappresentato e rappresenta la concreta possibilità di avanzamento per affrontare e meglio risolvere le questioni più rilevanti in ambito medico, fisico/matematico e naturalmente anche economico produttivo. La ricerca applicata ai temi dell’economia ha costituito il volano reale indispensabile per la crescita ed il miglioramento del lavoro nelle aziende a favore dei singoli imprenditori e lavoratori e dell’intera società.

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In Italia abbiamo da sempre menti anche eccelse ma non un sistema efficace di trasformazione dei risultati ottenuti dallo studio per tradurre l’eccellenza in valore industriale ed economico. Ci sono ottimi ricercatori e punti di forza ma gli investimenti mirati in ricerca risultano molto limitati rispetto agli altri paesi industriali in Europa e nel mondo.

Occorre allora favorire gli investimenti in progetti di innovazione di prodotto e di processo aventi un quadro tecnologico avanzato, in grado di apportare contributi allo sviluppo sostenibile e finalizzati ad un effettivo trasferimento di conoscenze, competenze e tecnologie innovative nei processi produttivi aziendali.

Ora questa particolare fase di ristagno dell’economia a livello generale impone di accrescere le possibilità dell’azienda/Italia e focalizzare quale contributo la ‘ricerca applicata’ può generare per favorire percorsi di ripresa e sviluppo che sono indispensabili, per trovare un equilibrio migliore del nostro sistema imprese per le parti sociali ed un avanzamento complessivo della comunità nazionale.

Il Governo e le istituzioni attraverso tutte le articolazioni dello Stato e delle autonomie debbono puntare, sfruttando anche e soprattutto le risorse del PNRR, a favorire concretamente la ricerca scientifica coniugando, di più e meglio l’università e le scuole tecniche con il mondo dell’impresa: occorre cioè finanziare i progetti più significativi  e importanti per produrre un salto qualitativo di ammodernamento che rendono più competitiva le industrie e le filiere produttive.

Occorre soprattutto puntare sulle PMI, strutture portanti che hanno oggettivamente più bisogno, perché dotate di minori mezzi finanziari disponibili, del contributo pubblico per attrezzarsi e realizzare investimenti più a protratta scadenza. Questo è l’auspicio e la speranza: che le imprese, insieme allo Stato ‘regolatore’, si possano trovare nelle condizioni più idonee per affrontare la sfida divenuta più difficile dei mercati.

Concludendo occorre che le aziende possano divenire più competitive e vincenti in un quadro attuale non certamente favorevole. Occorre una crescita compatibile necessaria per uscire dalle emergenze negative che coesistono: conseguenze della guerra in Europa, inflazione, maggior costo del denaro, crisi alimentari, disastri ambientali e processi migratori non più controllabili, solo per citare i più rilevanti. 

Gianfranco Antognoli

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