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giovedì, Febbraio 27, 2025

2024: la crisi delle strutture organizzative moderne. 2025: le opportunità per le nuove generazioni

Riceviamo e pubblichiamo in anteprima un articolo di Christian Dominici che sarà pubblicato sul prossimo numero del periodico di economia e finanza “Leasing Time Magazine” diretto da Gianfranco Antognoli. L’autore vanta un’esperienza ventennale nella gestione dei crediti tributari ed ha promosso la Christian Dominici Spa con l’idea di agevolare l’accesso al credito delle piccole, medie e grandi aziende italiane.

Il 2024 verrà probabilmente ricordato come l’anno in cui le strutture organizzative hanno definitivamente dimostrato di non essere più adeguate ai nostri tempi. Non parliamo solo delle strutture organizzative della pubblica amministrazione, come siamo soliti ricordare nel nostro Paese, ma anche e soprattutto delle strutture organizzative delle imprese, delle banche, delle assicurazioni, e di tutte quelle istituzioni con cui ci rapportiamo quotidianamente. Sempre più spesso ci lamentiamo del malfunzionamento di queste strutture, sempre più spesso vediamo nascere operatori fintech che però ben presto diventano anche loro sovrastrutturati, o comunque non riescono a soddisfare gli stessi bisogni degli operatori tradizionali, perché riescono a semplificare solo una parte dei processi e dei bisogni del consumatore soddisfatti dagli operatori tradizionali.

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Con il risultato che gli operatori tradizionali, pur con le loro innegabili inefficienze, rimangono comunque saldamente sul mercato e ne occupano le posizioni di leadership.

La crisi delle strutture organizzative dipende a mio avviso da due principali ordini di motivi: il nuovo approccio al lavoro da parte delle nuove generazioni, la mancata comprensione della reale portata evolutiva delle nuove tecnologie, si pensi a tutte le tecnologie che hanno semplificato il lavoro in termini di deposito telematico della documentazione, e si pensi a tutte le tecnologie che saranno ancora più disruptive nei prossimi tempi con l’avvento dell’intelligenza artificiale.

Le nuove generazioni sono giustamente più interessate ad un corretto equilibrio vita/ lavoro, ad avere città vivibili e quanto più possibile green, a vivere con ritmi meno ossessivi e frenetici.

Da questo punto di vista, a mio avviso, occorre ripensare ad un mondo del lavoro in cui sicuramente le persone lavoreranno di meno, ma dovranno lavorare in maniera più intensa e più creativa. Non è lontano il momento in cui lavoreremo un minor numero di giornate la settimana, ma il nostro lavoro dovrà avere più valore. Dovremmo essere più concentrati sul lavoro e soprattutto le nostre imprese ci pagheranno solo se saremo particolarmente innovativi, solo se produrremo soluzioni tecnologiche e soluzioni organizzative nuove. Le strutture organizzative disegnate negli anni Ottanta e Novanta tendevano alla crescita continua soprattutto del numero dei dipendenti anche al fine di poter acquisire un maggior potere economico e di mercato. Le strutture organizzative moderne, probabilmente, anche nell’interesse delle nuove generazioni, favoriranno la nascita di micro-imprese e di micro professionisti fornitori: ne guadagna il mercato, e ne guadagnano le persone che avranno maggiori spazi organizzativi ed opereranno quali startup esterne dei vari gruppi multinazionali.

Lato tecnologie stiamo facendo sulle nostre strutture organizzative, gli stessi errori che abbiamo fatto nelle nostre imprese, che non hanno saputo ridisegnare i prodotti. Da tempo ripetiamo che un’auto elettrica non è un’auto termica a cui viene sostituito un motore termico e viene emesso un motore elettrico; così un’organizzazione moderna non è un’organizzazione antica in cui vengono rinnovati i pc, snellite le e-mail e fatta la digitalizzazione di alcuni processi. Il mondo del lavoro moderno va completamente ripensato in ottica tecnologica sia alla luce delle tecnologie attuali, sia soprattutto con le modalità di estrema semplificazione del lavoro intellettuale ripetitivo che offrirà l’intelligenza artificiale.

A differenza di tanti studiosi della nostra società e del mondo del lavoro, non penso che lavoreremo dai borghi antichi, o dalle isole caraibiche come ci vogliono far credere i presunti guru di Instagram.

Dopo il crollo della fiducia nei social network, le nuove generazioni sono profondamente convinte che lavorare in un universo iperconnesso, significa comunque partecipare alla vita collettiva della società, vivere davvero le grandi città del mondo e stare sempre connessi al mondo dell’università e dei centri di ricerca.

Si può lavorare meno, ma si deve dimenticare il mondo del lavoro tradizionale in cui contavano solo le ore spese alla scrivania.

La grande sfida che le giovani generazioni devono raccogliere e vincere, è quella di creare modelli organizzativi, e prodotti nuovi, mai abbiamo avuto cambiamenti così immediati, contemporanei ed epocali: digitalizzazione, green, transizione tecnologica, intelligenza artificiale.

Ognuno si ricavi un ambito in questi macro-campi, ognuno di questi macro-campi ha tantissimi prodotti e servizi da ridisegnare completamente, c’è grande spazio di successo per tutti!

Christian Dominici

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