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giovedì, Maggio 29, 2025

“Cavalieri per mare. La Marina stefaniana in età moderna”: esposti per la prima volta gli atti fondativi dell’Ordine

Grazie alla collaborazione tra l’Istituzione dei Cavalieri di Santo Stefano e l’Archivio di Stato di Pisa, dal 4 all’8 giugno, dall’arrivo e durante il periodo di permanenza della Nave Amerigo Vespucci nel porto di Livorno il pubblico potrà visitare gratuitamente la mostra Cavalieri per mare. La Marina stefaniana in età moderna.

La preziosa rassegna, che si compone di numerosi oggetti e documenti d’archivio rari, alcuni dei quali mai esposti al pubblico, è sotto il Patrocinio dello Stato Maggiore della Marina Militare Italiana, delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale e vede la partecipazione dell’Accademia di Marina dei Cavalieri di Santo Stefano e dell’ANMI sez. di Pisa, ed è curata dal Direttore dell’Archivio di Pisa, Dott.ssa Jaleh Bahrabadi e dal Dott. Giorgio Cuneo, Presidente vicario dell’Istituzione dei Cavalieri di Santo Stefano.

“Siamo orgogliosi di rendere fruibile al pubblico un patrimonio documentario e simbolico di inestimabile valore, testimone della lunga e gloriosa tradizione dell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano – hanno dichiarato Giorgio Cuneo e Jaleh Bahrabadi – . L’approdo della Nave Amerigo Vespucci a Livorno rappresenta non solo un ritorno fisico in quella che era la principale base navale della flotta stefaniana, ma anche ideale: un ponte tra passato e presente che si realizza nella forza evocativa dei documenti esposti, alcuni dei quali per la prima volta. È un invito alla riscoperta della nostra storia, attraverso la memoria di imprese che hanno segnato la storia navale italiana e la bellezza delle carte, con particolare riferimento ai primi Statuti sui quali stiamo lavorando per una pubblicazione. Un sentito ringraziamento va a tutti gli attori coinvolti ed in particolare allo Stato Maggiore della Marina Militare, alla Direzione Marittima di Livorno e all’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale per il prezioso sostegno e la piena collaborazione che hanno reso possibile questa iniziativa”.

La mostra intende mettere in dialogo il simbolo più evocativo della tradizione marinara italiana, il veliero Amerigo Vespucci, con alcune carte che narrano la storia e gli usi di una delle più gloriose marine pre-unitarie, ovvero quella stefaniana, che affiancò la marina granducale.

Quattro le tematiche presenti:

  • Bolla di fondazione e primo Statuto del 1561;
  • Le provanze di nobiltà;
  • La carta nautica;
  • Giorgio Vasari e le divise.

Nella prima teca, la Bolla di fondazione e lo Statuto del 1561, mai esposti e recentemente digitalizzati in virtù dell’accordo di valorizzazione sottoscritto tra l’ASPi e l’Istituzione per un interessante progetto di studio che porterà ad una pubblicazione nei prossimi mesi. Sono documenti storici di notevole rilievo e costituiscono un corpus particolarmente raro e prezioso.

Nella seconda vetrina, le provanze di nobiltà: vi è un esempio di provanze su seta riccamente decorate recanti le armi dei quarti del profitente.

Nella terza teca, vi è una carta nautica, oggetto di particolare suggestione e pregio risalente all’inizio ‘600 e proveniente dalla raccolta del DiplomaticoFondo Upezzinghi, utilizzata al tempo per la navigazione delle coste mediterranee. Vi sono riportati i nomi dei porti e dei punti d’approdo lungo costa e costituiscono esempi rari di materiale d’uso giunto fino a noi nonché strumenti indispensabili per la toponomastica costiera del Mediterraneo in età moderna.

Nella quarta e ultima sezione, dedicata a Giorgio Vasari, si trova un prezioso manoscritto che testimonia dei manufatti i cui progetti furono commissionati al celebre protagonista del Rinascimento toscano che delineano arredi della Chiesa di Santo Stefano di Pisa. Vi sono anche alcuni bozzetti acquarellati di divise del ‘700 e ‘800 accanto agli originali in stoffa.

L’intento della mostra, che vede coinvolta come prestigiosa sede di visione del codice membranaceo del 1561 la Nave Amerigo Vespucci, simbolo della Marina italiana conosciuta in tutto il mondo, con la preziosità e i colori delle carte dell’Ordine religioso e militare di Santo Stefano, in un dialogo di significati, di materiali e di colori che trasmettano prima di tutto la suggestione storica della tradizione marinaresca militare italiana, attraverso le tracce della sua genesi preunitaria ed i gusti tipici della nobiltà europea di periodo moderno.

L’Istituzione dei Cavalieri di Santo Stefano, fondata con Regio Decreto nel 1939, è guidata dal Gr. Uff. Dott. Umberto Menicucci Ascani ed è oggi un ente pubblico tutelato dal Ministero della Difesa che perpetua il ricordo dell’antico Ordine Cavalleresco fondato da Cosimo I de’Medici per difendere la fede Cattolica ed il Mediterraneo. Approvati gli Statuti da papa Pio IV con la solenne Bolla His quae del 1° febbraio 1562, il medesimo conferì il Gran Magistero a Cosimo I de’ Medici, Duca di Firenze e poi Granduca di Toscana. Il primo Gran Maestro fu quindi Cosimo, con diritto ereditario del titolo per i suoi successori al ducato, prima di Casa Medici e poi, in virtù degli accordi internazionali, di Casa Asburgo-Lorena.

La genesi strettamente legata alla casa imperante in Toscana rende comprensibile la grande commessa che subito dopo la sua fondazione vide Giorgio Vasari lavorare alla risistemazione di quella che è l’attuale Piazza dei Cavalieri di Pisa, in veste di artista della corte medicea. Andando a sostituire gli antichi palazzi del potere della Repubblica pisana, Vasari immaginò un unico complesso architettonico che desse spazio e al contempo celebrasse l’Ordine di nuova erezione, a partire dal celebre Palazzo della Carovana riccamente decorato a graffito e attualmente sede della Scuola Normale Superiore di Pisa. Affacciata sulla piazza, in linea con la natura religiosa dell’Ordine, è presente inoltre la Chiesa dei Cavalieri di Santo Stefano, per la quale proprio Giorgio Vasari disegnò gli arredi che troviamo in due schizzi autografi conservati all’Archivio di Stato di Pisa e che verranno esposti, insieme ad una lettera con firma autografa.

L’accesso al cavalierato avveniva a fronte di un processo in cui il candidato doveva fornire le proprie “provanze di nobiltà”, per dimostrare la presenza dei quattro quarti di nobiltà dei candidati sulla scorta dell’esempio fornito dall’Ordine di Malta. Nei tre secoli di attività dell’Ordine furono quindi celebrati centinaia di processi tesi ad accertare l’idoneità dei candidati, processi che hanno lasciato in archivio una documentazione caratterizzata dalla preziosità dei supporti e dei decori, comprensibilmente finalizzati a dimostrare di volta in volta la ricchezza ed il fine gusto dei casati di appartenenza. Ove non presente la quota di nobiltà richiesta, si poteva sopperire con il conferimento di beni mobili e immobili, attraverso l’erezione di Commende, che nel tempo arricchirono notevolmente il patrimonio dell’Ordine.

Nei tre secoli di attività l’Ordine mutò progressivamente la propria fisionomia: da Religio militare a difesa del Mar Mediterraneo tra ‘500 e ‘600, periodo nel quale si ricorda la gloriosa partecipazione alla Battaglia di Lepanto del 1571 che costituì il freno all’avanzata ottomana in Europa, alla sua trasformazione tra fine ‘600 e 800 in ente con funzioni di rappresentanza e formazione del ceto dirigente toscano. Al primo periodo risalgono documenti quali i “portulani”, ovvero carte nautiche del Mediterraneo utilizzate per la navigazione che si sono conservate e che verranno esposte nella mostra di Livorno, nonché le carte relative alle fasi operative legate alla Battaglia di Lepanto, anch’esse parte della mostra.

L’Ordine fu soppresso nel 1859, alle soglie dell’annessione del Granducato al Regno di Sardegna, ai soli fini patrimoniali, sopravvivendo, in virtù della Bolla papale mai abrogata, sino ad oggi come Ordine non nazionale di riconosciuta origine dinastica della Casa Asburgo Lorena Toscana, che come tale, in base ai principi dell’International Commission for Orders of Chivalry è uno dei pochi Ordini autorizzabili al fregio da parte del MAECI ex L. 3 marzo 1951, n. 178 e conseguentemente dal Ministero della Difesa.

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