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mercoledì, Agosto 13, 2025

Cent’anni dopo la Notte di San Bartolomeo: il cammino della memoria verso Firenze

Dal libro di Stefano Bisi all’Itinerario per la Libertà, un secolo dopo la violenza fascista che uccise Becciolini, Consoli e Pilati.

Nella Firenze del 1925, tra il 3 e il 4 ottobre, la violenza fascista colpì con precisione e ferocia. Giovanni Becciolini, Spartaco Consoli, Giulio Pilati: tre nomi che il tempo avrebbe potuto seppellire sotto la polvere dell’oblio, tre vite spezzate in una sola notte, destinata a entrare nella memoria come la “Notte di San Bartolomeo” fiorentina.

Oggi, a un secolo di distanza, quella storia torna a farsi presente grazie a un libro, un viaggio e un progetto. Le dittature serrano i cuori, firmato da Stefano Bisi, non è un saggio statico, ma un itinerario di coscienza che negli ultimi mesi ha percorso l’Italia, portando con sé storie, immagini, lapidi e silenzi. Bisi ha viaggiato da Siena a Firenze, da Roma a Milano, incontrando cittadini, studenti, amministratori, intrecciando in ogni tappa il racconto di quella notte con un invito chiaro: non confinare la memoria alla commemorazione annuale, ma farne strumento di vigilanza civile.

L’autore non si è fermato alla pagina scritta. Ha immaginato per il 3 ottobre 2025 un “Itinerario per la Libertà”: non un corteo con bandiere e slogan, ma un pellegrinaggio civile, lento e silenzioso, lungo via dell’Ariento, via Bertelli e via Dandolo, strade oggi immerse nel rumore quotidiano ma che quella notte furono teatro di agguati e sangue.

Attorno a questo progetto, nell’ultimo anno, la memoria ha trovato nuove forme per farsi strada. Iniziative, convegni, incontri hanno riportato alla luce le voci che, cento anni fa, resistevano.

Ogni evento ha aggiunto un tassello, ricostruendo il mosaico di un tempo in cui la libertà era messa alle corde e opporsi poteva costare la vita.

Il conto alla rovescia per il centenario è iniziato: nei prossimi mesi scuole, associazioni e istituzioni prepareranno incontri pubblici, lezioni aperte e letture collettive.

Non ci sarà un’unica cerimonia, ma una rete di appuntamenti che convergerà simbolicamente nella sera del 3 ottobre 2025. Chi vorrà potrà camminare insieme nei luoghi degli eccidi, sostare dove caddero i tre uomini, ascoltarne le storie, osservare le lapidi spesso invisibili al passante distratto. Sarà un atto di presenza, riconoscimento e impegno.

Stefano Bisi

A cento anni di distanza, ricordare la Notte di San Bartolomeo non è soltanto un dovere verso il passato, ma una presa di posizione verso il presente. La memoria, se non viene coltivata, si chiude su se stessa come il cuore nelle dittature; aprirla significa attraversare quelle strade, farle parlare, restituire loro i nomi e le storie che contengono.

Il 3 ottobre 2025 Firenze potrà trasformarsi in un luogo di testimonianza diffusa e chi parteciperà non porterà con sé solo il ricordo di tre uomini uccisi, ma la consapevolezza che la libertà – proprio come la memoria – è fragile e vive soltanto se la si esercita ogni giorno.

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