Adriano Petacchi è stato confermato presidente della categoria frantoiani. Titolare di un’impresa storica e familiare giunta alla quarta generazione, la Frantoio Moro Srl, fondata nel 1954 nel comune di Fosdinovo. E’ inoltre titolare di un mulino per la produzione di farine 100% da grani toscani, attraverso l’antico metodo di macinazione a pietra. Adriano Petacchi è già presidente della categoria frantoiani di Confartigianato Imprese Massa Carrara e dal 2021 presiede anche la ASOAL, associazione i sentieri dell’olio Apuo-Lunigianesi.
Un secondo mandato che richiede uno specifico impegno da parte di Petacchi: “L’associazione – sostiene – deve prevedere uno sportello dedicato ai soci per aiutarli nella sempre più complessa pratica dell’etichettatura, per la piccola e media impresa. Servono aiuti e risorse per gli investimenti. Il ruolo dell’associazione a tutti i livelli diventa la chiave per intercettare bandi regionali, nazionali ed Europei. Bisogna inoltre ridurre la burocrazia, dare più informazioni chiare e concrete, supporto alla realizzazione delle idee progettuali”.
Spinge inoltre per una maggiore comunicazione fra l’associazione nazionale e quella locale, così da migliorare i rapporti e sostenere così il territorio anche perché di problemi da affrontare ce ne sono, a partire dalla produzione: “Quest’anno le aziende della zona hanno dimezzato la loro produzione. La criticità maggiore – spiega – è legata alla cecidomia, un parassita che soprattutto negli ultimi 5 anni sta deturpando il territorio. Ad aiutarne la proliferazione, da un lato il cambiamento climatico che con l’innalzamento delle temperature ne favorisce la crescita rispetto ai naturali antagonisti, con un inverno più rigido avrebbe maggiori difficoltà, dall’altro l’abbandono dei territori. Dove la coltivazione degli olivi è più professionale, infatti, si riesce a tenerlo più sotto controllo. Invece dove le persone tendono ad abbandonare gli oliveti, mancano le attività di prevenzione e fermare il parassita diventa difficile. Abbiamo un nuovo prodotto per combatterlo – continua Petacchi -, e adesso stiamo ottenendo le autorizzazioni per utilizzarlo e contiamo già dalla prossima stagione di poter invertire la tendenza”.
Inoltre i frantoi hanno il problema degli scarti di lavorazione: “Lo smaltimento dell’acqua di vegetazione delle olive a oggi rappresenta un grande costo per le nostre piccole e micro imprese perché bisogna portarlo in impianti autorizzati. Anche lo spandimento nei terreni agricoli non è fattibile per imprese piccole come le nostre, fra analisi, verifiche e via dicendo. Ma questo accade in Toscana. Nella vicina Liguria, invece, è stato trovato un accordo per smaltirlo in fognatura, con specifici contatori per le quantità immesse. Speriamo di poter raggiungere questa intesa anche da noi”.