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venerdì, Novembre 22, 2024

Consumo di suolo, ogni anno in Toscana via l’equivalente di 500 campi da calcio. Le proposte degli Ingegneri

“Il suolo è una risorsa non rinnovabile e impiega secoli per formarsi, una volta coperto scompare in modo irreversibile. In Toscana, come emerge dal rapporto annuale del Sistema Nazionale della Protezione Ambientale, si consumano tra i 200-300 ettari di suolo, l’equivalente di 500 campi da calcio. Per invertire la rotta è necessario investire sul recupero di aree abbandonate e progetti di rigenerazione urbana”. A dirlo è Stefano Corsi, coordinatore della commissione ambiente ed energia dell’Ordine degli Ingegneri di Firenze.

“In provincia di Firenze – prosegue Corsi – sono tra i 40 e 50 ettari, e 3-4 ettari in media ogni anno nel territorio comunale di Firenze. I dati regionali e fiorentini sono leggermente meglio ma sostanzialmente in linea con quelli nazionali, purtroppo le norme regionali e comunali non bastano a risolvere il problema”.

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“Uno degli effetti del consumo di suolo è la nascita delle isole di calore. Sempre dai dati del Sistema Nazionale della Protezione Ambientale è evidente come a Firenze la differenza di temperatura tra aree dentro e fuori dall’abitato sia di 6 °C. Esistono in città delle vere e proprie isole di calore, con temperature che raggiungono i 50 °C, spesso nel centro storico – dice Corsi – tutto ciò è legato all’espansione dei centri abitati e al conseguente consumo di suolo e aumento dei problemi ambientali”.

Stefano Corsi, coordinatore della commissione ambiente ed energia dell’Ordine degli Ingegneri di Firenze (foto dal sito dell’Ordine)

“Per contrastare efficacemente questo fenomeno, è necessario incentivare politiche di recupero delle aree abbandonate, spesso ostacolate da rigide normative – conclude Corsi – così come riconvertire gli spazi destinati alle auto in aree pedonali incrementando il verde: questo richiede l’implementazione di un sistema di trasporto pubblico efficiente. Non si tratta solo di diminuire il traffico, ma anche di ridurre il numero di auto che occupano spazi importanti, migliorando così la qualità dell’ambiente urbano”.

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