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Da Bagno a Corsena a Bagni di Lucca: i motivi del cambio di nome nel 1862. Una cittadina di fama internazionale

Questa è una metamorfosi per ragioni d’immagine, ma anche e soprattutto economiche. Bagni di Lucca, infatti, così si chiama dal 1862 perché prima era semplicemente Bagno a Corsena. Un nome quanto meno anonimo per una stazione termale che voleva imporsi in una penisola che gradatamente stava diventando non più un’espressione geografica. 

Il fatto storico-geografico venne ricordato nel 2012, in occasione del 150° anniversario del cambio di nome con una solenne cerimonia presso il Casinò di Ponte a Serraglio non a caso intitolata da “Da i bagni di Lucca a Bagni di Lucca”. Una ricorrenza quindi molto importante e di grande significato nel contesto storico in cui ebbe a verificarsi. La denominazione di Bagni di Lucca, infatti, nel XIX secolo veniva ad acquistare un valore aggiunto per una cittadina termale che all’epoca – non dimentichiamolo – contendeva a Baden Baden, Plombieres e Vichy lo scettro europeo di tutti gli stabilimenti termali.

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Una cosa infatti era fare riferimento a Corsena e un altro a Lucca, una città stato che, dopo essere passata prima al Granducato di Toscana e poi al regno d’Italia Regno d’Italia, si portava comunque dietro secoli di storia non tanto come capitale di una piccola nazione indipendente, quanto come capitale indiscussa della produzione e dei commerci della seta e dei broccati. Un nome, quindi, che aveva raggiunto l’estremo nord del continente ed aveva addirittura anche un “enclave”, con tanto di effige del “Volto Santo”, nel porto di Anversa in Belgio. Qui infatti venivano convogliate le sete ed i broccati realizzati a Lucca per poi essere spediti nelle Americhe.

Ed è proprio dalla seconda metà dell’800 fino allo scoppio della prima guerra mondiale, Bagni di Lucca diventò la meta ambita di molti stranieri, soprattutto inglesi e russi, che qui venivano a “passare le acque” e soggiornarvi a lungo per l’amenità del clima. E non è certamente un caso che nella collana “Le cento città d’Italia”, edita dalla “Casa Editrice Sonzogno” di Milano, il suo fascicolo n° 92 venne totalmente dedicato a “Bagni di Lucca (la Svizzera della Toscana)”. E questo a dimostrazione che il capoluogo della Val di Lima stava alla pari – almeno come fama – delle più importanti città d’Italia.

E qui non va dimenticato che proprio in questo periodo storico le corti dei Borboni (Maria Luisa in testa) e poi dei napoleonidi-baciocchi (Paolina Bonaparte) facevano di Bagni di Lucca un luogo di soggiorno insieme ad altri titolati italiani che ovviamente seguivano i regnanti per fare da contorno oltre che giocare al casinò. Perché qui il gioco, sia d’azzardo che no, era all’ordine del giorno. Si narra infatti che in molti casi gli emigrati, della montagna soprattutto, che tornavano in estate per rivedere la terra natia e i familiari rimasti, non riuscivano ad esaudire questo desiderio perché con i soldi rimasti nelle loro tasche, a mala pena potevano pagarsi il viaggio di ritorno.

Mario Pellegrini

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