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venerdì, Novembre 22, 2024

“Dalla macchia alla macchina”: in piazza della Signoria a Firenze una mostra sul Novecento di Catarsini

A due anni dalla mostra dedicata agli Autoritratti dell’Artista, allestita nella sede dell’Accademia delle Arti del disegno, la pittura di Alfredo Catarsini è di nuovo protagonista a Firenze per l’intero periodo delle feste natalizie e di fine anno.
Promossa dalla Fondazione Alfredo Catarsini 1899 ETS, fino al 23 gennaio si può ammirare l’esposizione temporanea “Il Novecento di Catarsini. Dalla macchia alla macchina”, ovvero la selezione di una trentina di opere, fra dipinti e disegni, accuratamente scelte all’interno del vasto corpus pittorico dell’artista.

Nell’esposizione si coprono ben sei decenni della sua attività – tra il 1930 e il 1987 – ovvero un periodo denso di avvenimenti storici e di grandi trasformazioni, offrendo a tutti l’occasione di restituire un quadro completo e omogeneo della sua pittura che ha rappresentato un esempio di originalità e si è caratterizzata sia per la qualità figurativa, sia per la densità espressiva che gli sono state più volte riconosciute.

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SEDE ESPOSITIVA ED EVENTI

La sede espositiva prescelta per questa nuova mostra di Catarsini a Firenze è costituita da alcuni spazi di Palazzo Lavison – progettato dell’architetto Giovanni Carlo Landi nel 1871– che oggi ospita gli uffici regionali dei consulenti finanziari e wealth manager di Azimut, in Piazza della Signoria.

Azimut è un gruppo indipendente e globale nell’asset management, nel wealth management, nell’investment banking, nel fintech, al servizio di privati e imprese. Presente in 18 paesi del mondo, con un Global Team di gestione che opera sui mercati finanziari 24 ore al giorno integrato con la parte distributiva, vanta in Italia una diffusione capillare sul territorio grazie alla presenza dei Consulenti Finanziari e Wealth Manager di Azimut Capital Management che assistono quotidianamente i clienti privati e le imprese.

“In Toscana, Azimut è presente con 100 consulenti finanziari altamente qualificati, profondamenti attenti alle esigenze dei clienti e alla valorizzazione del territorio. Per questo motivo, con grande piacere, abbiamo deciso di ospitare la mostra di Catarsini nella nostra sede locale, rafforzando il nostro impegno verso la comunità e offrendo a tutti la possibilità di avvicinarsi alle opere di un grande artista”, spiega Marco Magi, area manager Azimut Capital Management Toscana.

La sede di Firenze, particolarmente suggestiva, offrirà l’opportunità di visitare la mostra allestita in alcuni ambienti dello storico edificio, dalle cui finestre si può ammirare un’inconsueta vista su Piazza della Signoria.

“La mostra che qui proponiamo – dice Elena Martinelli, presidente della Fondazione Catarsini 1899 ETS – ha ottenuto grande successo di pubblico e di critica nella recente esposizione al Vittoriale degli italiani di Gardone Riviera e adesso si propone per la prima volta nella sua forma itinerante, nella prestigiosa sede fiorentina di Azimut, con una selezione di opere, a cura della Fondazione stessa, che guida alla comprensione del percorso di ricerca artistica di Catarsini”.

Per l’occasione la Fondazione propone anche due appuntamenti di approfondimento sull’arte di Catarsini: il 13 novembre in occasione del vernissage, con Cristina Acidini (presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze) e il 21 gennaio, dal titolo “Catarsini, il Novecento e il Catarsismo” con Stefano Casciu (Direttore regionale Musei nazionali della Toscana), Rodolfo Bona (storico dell’arte) e Sandro Gorra (creativo nel mondo dell’advertising e scultore).

A questi due, se ne aggiungerà un terzo, il 12 dicembre, dal titolo “Arte accessibile per tutti. Il progetto della Fondazione Alfredo Catarsini 1899”, che rientra nel programma della Fondazione Cambiamo il punto di vista! e che coinvolgerà, oltre alla presidente Martinelli, Alberto Zanobini (responsabile inclusione accessibilità Regione Toscana) e Anna Soffici (funzionaria Storica dell’Arte del Ministero della Cultura). Per l’occasione sarà allestito un originale Laboratorio Esperienziale per la reinterpetazione dell’immagine.

MODALITÀ DI VISITA

La mostra temporanea “Il Novecento di Catarsini. Dalla macchia alla macchina” sarà visibile solo su appuntamento, nell’ambito di una visita guidata condotta da un rappresentante della Fondazione Catarsini.

Per concordare giorno e ora della visita (secondo il calendario che per il momento prevede tre date – il 18 e il 28 novembre dalle 16 alle 17 e il 12 dicembre dalle 15.30 alle 16.30 – e che verrà aggiornato di continuo) sarà necessario telefonare, in orario d’ufficio, a uno dei seguenti numeri: 342.1684031, 055.2652401 oppure 338.1995851.

La mostra è arricchita dal catalogo comprendente tutte le opere in mostra e i testi di Elena Martinelli, Rodolfo Bona, Elena Pontiggia, Cristina Acidini, Sandro Gorra e Claudia Menichini.

CATARSINI, 70 ANNI DI PARABOLA ARTISTICA

Dopo gli studi all’Istituto d’arte di Lucca, a soli 15 anni Catarsini compì un viaggio a Parigi dove conobbe Amedeo Modigliani; poi nell’agosto del 1918 incontrò Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del movimento futurista, e un anno più tardi strinse amicizia con Lorenzo Viani che sarebbe durata per tutta la vita.

La prima mostra cui parteciparono i dipinti di Catarsini è datata 1927, a Bologna, ma solo due anni dopo, nella sua Viareggio, l’Artista tenne la sua prima personale a Palazzo Paolina Bonaparte, laddove oggi sono ospitati il suo archivio documentale e la fedele ricostruzione del suo studio d’artista.

Questi momenti hanno costituito l’avvio della lunga carriera durante la quale Alfredo Catarsini ha svolto il ruolo di intellettuale e di artista attento ai mutamenti, sempre aggiornato e interprete del suo tempo. L’uomo e l’universo femminile, il lavoro, i sentimenti, i luoghi dove è nato e vissuto, i paesaggi, la contemporaneità sono stati i suoi motivi di ispirazione, declinati in modo differente in 70 anni di attività.

Catarsini “ha dipinto le darsene laboriose dal 1917 alla fine della sua vita, differenti certamente, perché differente era la realtà – scrive Elena Martinelli -. Ha esaltato l’ingegno umano per le scoperte e le invenzioni, ma ha sempre avuto un atteggiamento di grande attenzione e prudenza nei confronti di certi radicali e irreversibili cambiamenti, in particolare riguardo alla tecnologia moderna, un fenomeno globale che è entrato nella nostra vita con prepotenza e con ambiguità senza chiedere il permesso e senza ‘istruzioni per l’uso’”.

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