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venerdì, Novembre 22, 2024

Dati positivi emergono dal Rapporto annuale sull’economia di Lucca, Massa-Carrara e Pisa

Presentata stamani nella sede camerale di Carrara la prima edizione del Rapporto annuale sull’economia delle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa realizzata dalla Camera di commercio della Toscana Nord-Ovest, ad un anno dalla sua costituzione, in collaborazione con l’Azienda speciale – Istituto di Studi e Ricerche.

Dati positivi quelli che emergono dallo studio: il territorio della Toscana Nord-Ovest nel 2022 ha visto un incremento del 3,7% rispetto all’anno precedente in termini di valore aggiunto (stime Prometeia, aggiornate ad aprile) portandosi a quota 28,7 miliardi di euro (il 26% di quello toscano). Questa crescita consente all’area di tornare sopra i livelli del 2019 (di 2,3% percentuali), mentre alla Toscana (che cresce del 3,9%) manca ancora un 4%. Anche l’Italia sembra aver colmato le perdite rispetto al 2019, ma per un più contenuto 1,5%. In altri termini la Toscana Nord-Ovest ha fatto meglio rispetto ad altri territori. Le previsioni per il 2023 segnalano un incremento del valore aggiunto per le province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa che si riduce ad un +0,7%: un dato in linea con quello regionale.

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“È con soddisfazione -afferma Valter Tamburini, Presidente della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest – che oggi presentiamo il primo Rapporto annuale sulla situazione economica delle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa. La scelta di Carrara non è casuale, ma rappresenta il segno di attenzione per un appuntamento che in questo territorio era molto sentito. L’analisi dei dati, frutto della collaborazione tra l’Istituto di Studi e Ricerche e la Camera di Commercio, fotografa con chiarezza i buoni risultati del 2022 e, grazie ad un’apposita indagine realizzata presso le imprese che si è conclusa pochi giorni fa, le attese sul 2023 sono orientate ad un moderato ottimismo. Il rapporto – conclude Tamburini – non è però un esercizio fine a sé stesso, ma si propone di comprendere il contesto economico per metterlo a disposizione degli attori della nostra comunità: informazioni cruciali per orientare azioni di policy e progetti di crescita sui quali, assieme a con le tante realtà che popolano un territorio così vasto, stiamo portando avanti.”

“Con l’iniziativa di oggi, che segue quella di qualche settimana fa dedicata al porto di Marina di Carrara, l’Istituto di Studi e Ricerche conferma il suo ruolo di soggetto attento alle questioni che riguardano la comunità economica – afferma Sergio Chericoni, Presidente di ISR – . Grazie alla fusione delle tre Camere è mutato l’orizzonte dell’Istituto che da Massa-Carrara si è allargato verso Lucca e Pisa. La collaborazione con la Camera e gli altri soggetti istituzionali rappresenta una preziosa sinergia che ci permetterà di rafforzare le nostre funzioni e raggiungere risultati tangibili. Siamo consapevoli dell’importanza di avere una visione e continueremo quindi a lavorare con dedizione e passione per fornire analisi e proposte operative che possano effettivamente fare la differenza.”

Elementi di estremo interesse per il 2022 sono i record segnati dalle due principali porte di ingresso della Toscana Nord-Ovest, ovvero l’aeroporto di Pisa e il Porto di Carrara. L’aeroporto, con 4,5 milioni di passeggeri movimentati nel 2022, si trova a -900 mila passeggeri dal record del 2019, e si riporta sui valori di una decina di anni fa diventando l’11esimo aeroporto in Italia per traffico passeggeri e il 7° per le merci. I dati provvisori dei primi 4 mesi del 2023 confermano il rafforzamento dello scalo, con circa 1,3 milioni di passeggeri movimentati (+33,5%): questo trend, se confermato, potrebbe collocare l’aeroporto sui massimi dell’ultimo decennio. Lo scalo apuano ha addirittura fatto meglio, raggiungendo nel 2022 il suo record storico con 5,5 milioni di tonnellate di merci movimentate, è da tener conto che mai prima d’ora aveva superato i 3,5 milioni di tonnellate.

INDAGINE CLIMAIMPRESA 2023

L’evento è stata l’occasione per presentare anche i dati emersi dall’indagine ClimaImpresa 2023, un sondaggio on-line che ha visto coinvolte le imprese delle province di Lucca, Massa-Carrara e Pisa, realizzato per la prima volta per verificare le dinamiche economiche, le sfide che le aziende devono affrontare e le tendenze emergenti, con il quale sono state raccolte oltre 250 risposte. In particolare i temi analizzati sono stati l’andamento del fatturato nel 2022, l’evoluzione dei costi di produzione e dei prezzi di vendita, le attese sul 2023 e le principali preoccupazioni delle imprese.

Andamento del fatturato nel 2022

A livello provinciale, Lucca sembra spuntarla di poco su Pisa e su Massa-Carrara. In generale, il 61% delle imprese pisane ha accresciuto i propri ricavi rispetto al 2021, mentre a Lucca questa quota è vero che non è andata oltre il 59%, ma con quasi il 40% che lo ha accresciuto in doppia cifra percentuale. A Massa-Carrara la quota di imprese con fatturato in aumento si è fermata al 48%. Le attività che hanno registrato una perdita di fatturato nell’anno trascorso sono state a Massa-Carrara (24%) e a Pisa più che a Lucca (rispettivamente 20% e 18%).

Nel 2022 il 58% delle imprese complessivamente intervistate dell’area ha registrato un aumento del fatturato rispetto all’anno precedente, di cui 1/3 con variazioni a doppia cifra percentuale, a fronte di un 20% che invece ha subito una riduzione ed un 22% per il quale il giro d’affari è rimasto stabile.

Evoluzione dei costi di produzione e prezzi di vendita

Riguardo al tema dei costi, l’85% delle imprese delle tre province ha dovuto far fronte ad un aumento. A livello provinciale la quota più consistente di imprese che ha subìto aggravi di costo si trova a Massa-Carrara (91%) seguita da Lucca con l’88% e Pisa con il 78%.

Dal lato dei listini il 49% delle imprese delle tre province dichiara di averli aumentati mentre il 48% li ha mantenuti stabili. Dal punto di vista provinciale la quota più elevata di imprese che ha aumentato i listini segue la medesima graduatoria degli aggravi di costo: Massa-Carrara (57%), Lucca (53%) e Pisa (42%).

Se, come abbiamo visto, la dinamica del fatturato è stata discretamente positiva, dall’indagine emerge invece come siano stati pochi i riflessi sull’occupazione: il 64% delle imprese dell’area ha evidenziato una stazionarietà nel numero di occupati rispetto all’anno precedente. L’aumento occupazionale ha riguardato invece il 23% delle attività, mentre per il 13% si è verificata una riduzione con un saldo che arriva al 10%. Il saldo tra coloro che hanno segnalato un aumento e coloro che, invece, indicano una riduzione degli organici è più alto a Lucca e Pisa (positivo di 11 punti percentuali) mentre a Massa-Carrara si ferma a +3 punti percentuali.

Le attese sul 2023

Il clima di fiducia sul 2023 sembra orientato al sereno. In linea generale, infatti, gli ottimisti superano i pessimisti: il 44% degli operatori dell’area prevede infatti per il 2023 un aumento del fatturato della propria impresa a fronte di un 25% che ne prevede, invece, una riduzione e di un restante 32% che si attende di mantenere il livello del 2022. A livello provinciale, le aspettative migliori sui fatturati sembrano riguardare le imprese della provincia di Lucca e Pisa, ma sono comunque positive anche a Massa-Carrara. Rispetto invece all’evoluzione del mercato, il clima di fiducia resta in positivo solo per Pisa, mentre risulta negativo per le provincie di Lucca e Massa-Carrara.

Le principali preoccupazioni delle imprese

Per quanto concerne i temi di maggior preoccupazione per le imprese, l’indagine segnala al primo posto la spirale inflazionistica su costi e prezzi (sentita come problematica da 2/3 delle imprese dell’area). A seguire troviamo il possibile indebolimento della domanda nazionale e internazionale (indicato dal 35% delle imprese) e problemi legati alla liquidità aziendale (indicato dal 26%).

LUCCA

Nel 2022 la dinamica imprenditoriale perde vivacità

Il tessuto imprenditoriale lucchese, nell’ultimo anno, ha registrato un lieve rallentamento. Il saldo imprenditoriale si è così attestato a +211 unità, per un tasso di crescita del +0,5% (Toscana +0,6% e Italia +0,8%).

Imprese straniere ancora in forte aumento, scendono le giovanili, stabili le femminili

Nell’ultimo anno crescono del 4,3% le imprese guidate da stranieri (201 unità in più) portando l’incidenza sul tessuto imprenditoriale lucchese all’11,5% (Italia: 10,8%; Toscana: 15,1%).

In ascesa anche le imprese femminili. Continua invece ad essere negativa, anche a causa del progressivo assottigliamento della popolazione nelle classi di età più giovani, l’evoluzione delle imprese giovanili. Tra il 2021 ed il 2022 si registra infatti una diminuzione del 2% (-62 unità).

Il valore aggiunto supera i livelli pre-pandemici

Nel 2022 la ricchezza prodotta dalla provincia di Lucca, secondo le stime di Prometeia (aprile 2023), è cresciuta del +3,5%: un valore lievemente inferiore rispetto a quello previsto alcuni mesi prima (ottobre 2022 +3,7%). Con 10,8 miliardi di euro (a prezzi correnti) il valore aggiunto si posiziona al di sopra dei livelli toccati prima della pandemia.

Il risultato complessivo nell’ultimo anno è imputabile soprattutto ai servizi che sono cresciuti del +5,4%. Valori decisamente in ascesa anche per le costruzioni (+17,3%) che non sembrano aver terminato il loro percorso di crescita ottenendo addirittura un dato superiore rispetto a quello registrato dal settore a livello regionale (+10,9%) e nazionale (+10,2%). Crescita, seppur modesta, anche per l’agricoltura (+1%) mentre emergono segnali di rallentamento nell’industria che, a consuntivo 2022, perde un -3,7% rispetto all’anno precedente. Tali criticità sembrano interessare anche le previsioni sul 2023 quando il valore aggiunto complessivo crescerà, a consuntivo, dello 0,6%, con valori ancora negativi per l’industria manifatturiera (-1,6%), ma sempre positivi per le costruzioni (+4,8%).

Esportazioni in crescita nel 2022 ma pesa l’aumento dei prezzi

Nel 2022 le vendite all’estero dalla provincia di Lucca hanno superato i 5,4 miliardi di euro in valore, segnando una crescita del +19,8% rispetto all’anno precedente pari a quasi 900 milioni in più. Si tratta di un record storico per le esportazioni provinciali (espresse in valori monetari), raggiunto grazie anche alla forte dinamica dei prezzi che, a sua volta, risente del trasferimento sulle filiere produttive dei rincari dei prodotti energetici e delle materie prime che le imprese si sono trovate a fronteggiare. L’incremento dell’export è generalizzato e trasversale a quasi tutti i settori provinciali, ed è trainato da cartario, meccanica, cablaggi, metallurgia ed alimentare.

Il 2023 parte con un rallentamento legato al ciclo di lavorazione della cantieristica

Da evidenziare, inoltre, che le prime valutazioni relative ai dati Istat provvisori del primo trimestre 2023, mostrano una leggera diminuzione dell’export (-4,9%) ed un aumento dell’import che si assesta al +6,1%.  La diminuzione delle vendite è però riconducibile alla sola cantieristica navale (-50,3%) settore che, lavorando su commessa, ha registrato nei primi tre mesi dell’anno minori fatturazioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente in un contesto di valori che si posizionano sui massimi storici. Al netto di tale andamento i valori sarebbero cresciuti. Sono infatti positive le variazioni per la pasta da carta, carta e cartone (+4,4%) e, in modo più significativo, degli articoli di carta e cartone (+37,1%). Bene anche i dati di apparecchiature di cablaggio (+4%), mentre calano le vendite di macchine per impieghi speciali (-18,2%).

Calano i finanziamenti alle imprese, soprattutto le piccole

Nel 2022, il credito complessivamente concesso (impieghi vivi, al netto delle sofferenze) in provincia di Lucca è tornato a diminuire, toccando a fine anno quota 9,2 miliardi (-0,5%). Riguardo al sistema produttivo, per le imprese più piccole, ampiamente supportate da sostegni e moratorie durante la pandemia, il 2022 è risultato decisamente negativo arrivando a segnare una flessione del -7,3%. Anche per le imprese artigiane, dopo un biennio di crescita, la flessione del credito è stata consistente (-7,1%). I prestiti alle imprese più grandi, in calo nel biennio precedente, hanno registrato una temporanea ripresa fino a maggio 2022 per poi tornare a flettere fino a dicembre ed arrivare a fine anno ad un -3,2% a consuntivo.

Cresce il credito alle famiglie, soprattutto per l’acquisto di abitazioni

Le famiglie lucchesi hanno aumentato la richiesta di prestiti con un 2022 che ha visto la crescita portarsi al +4,4%, soprattutto per finanziare l’acquisto di abitazioni (+7,7%). Il ricorso al credito al consumo, cresciuto nell’ultimo anno del +5,3%, sembra invece essere servito per stabilizzare i livelli di consumo a seguito dell’erosione del potere d’acquisto dovuta all’aumento dell’inflazione (+7,8% a Lucca).

Migliora la qualità del credito, ma resta alta l’attenzione per le costruzioni

La solvibilità del sistema economico lucchese resta buona anche se nel secondo semestre del 2022 sono cresciute le insolvenze, a causa dell’aumento dei tassi di interesse e del conseguente innalzamento del livello di rischio legato anche ai finanziamenti ex moratoria.

Nel 2023 prosegue la flessione dei prestiti

Secondo gli ultimi dati di febbraio 2023, suscettibili di revisione nei prossimi mesi, i prestiti concessi in provincia di Lucca registrano un recupero (+0,5%), pur in un contesto di tassi crescenti e di una maggiore avversione al rischio da parte delle banche a seguito dell’aumento dei prestiti in sofferenza. Sono però diverse le evoluzioni tra imprese e famiglie: i prestiti alle piccole e grandi imprese continuano infatti ad arretrare (-7,7% e -0,6% rispettivamente) mentre crescono quelli concessi alle famiglie (+4,2%).

Cresce nel 2022 la domanda di lavoro

In provincia di Lucca, i dati Istat, ci dicono che gli occupati nell’ultimo anno sono aumentati di circa 13 mila unità, toccando quota 165mila. Di questi il 57% sono maschi, in crescita di 7 mila unità, e il 43% femmine, in aumento di quasi 6 mila unità.

Questa evoluzione ha permesso di ottenere un tasso di occupazione (15-64 anni) che si assesta al 67,2%: in aumento di cinque punti rispetto all’anno precedente, leggermente inferiore a quello medio regionale (68,6%), ma superiore nettamente a quello medio italiano (60,1%).

Un ulteriore indicatore della situazione del mercato del lavoro è il tasso di disoccupazione che è passato dal 12% del 2021 al 6,8% di fine 2022.

Ancora positiva la domanda di lavoro delle imprese nel 2023

I dati Excelsior sui primi sei mesi del 2023 confermano questa tendenza (+12% la crescita della media rispetto al primo semestre 2022) ma nel contempo segnalano come sia sempre più accentuato il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Le difficoltà di reperimento hanno infatti riguardato il 44% delle potenziali assunzioni nei primi sei mesi del 2023, contro il 34% dello stesso periodo dell’anno precedente.

Stabili artigianato e cooperazione

Nel corso del 2022 il tessuto artigianale lucchese è rimasto tutto sommato stabile avvicinandosi a quota 11mila imprese registrate: il 25,8% sul totale provinciale.

All’interno dell’artigianato le costruzioni sono la componente più consistente, 4.752 imprese, che in controtendenza rispetto all’andamento generale, mostrano una crescita dell’1,1%. Il comparto edile, come ricordato, è stato favorito dal perdurare dei numerosi interventi pubblici di agevolazione, come bonus e sgravi fiscali per gli interventi di riqualificazione.

Leggermente migliore è l’andamento della cooperazione che ha messo a segno una crescita imprenditoriale del +0,5%, (saldo positivo per 4 unità).

Nel 2022 cresce il residenziale, ma nel 2023 il mercato è in flessione

I dati del mercato immobiliare, segnalano come le transazioni immobiliari residenziali, ricavate dall’Osservatorio dell’Agenzia delle entrate, siano cresciute nel 2022 del +9,3% in provincia, allineandosi quasi alla crescita dei mutui bancari destinati all’acquisto di abitazioni (+7,7%).I dati sui primi tre mesi del 2023 segnalano una drastica frenata. Le transizioni residenziali, perdono il 14% rispetto all’analogo periodo del 2022 portando i volumi trattati indietro di due anni.

Arretrano il commercio tradizionale e i bar, segno più per i ristoranti

Nel decennio 2011-2021 il commercio e la somministrazione in provincia di Lucca hanno registrato una sostanziale stazionarietà in termini di numero di imprese, seppur in un quadro di composizione che è significativamente cambiato nel corso degli anni sia nel dettaglio fisso, sia tra questo e le attività di somministrazione. Ad un calo delle attività commerciali in forma fissa (-8%) ha infatti fatto da contraltare un aumento considerevole dei ristoranti e bar (+14%) ma anche dell’ambulantato e delle altre attività non fisse (+6%).

A perdere è soprattutto il dettaglio fisso che nel 2022 arretra dell’1,4%, proseguendo lungo il percorso di indebolimento iniziato ormai diversi anni fa. calano le imprese dell’ambulantato e, in generale del dettaglio non fisso (-1,1%) ma diminuiscono quelle della somministrazione (-0,8%, -27 unità). Per questo ultimo comparto il calo è imputabile ad una flessione dei bar (-3%, -39) che è stato, solo in parte, controbilanciata dalla ristorazione (+0,5%, +10 unità).

I dati Findomestic Banca, nel 2022, mettono in evidenza come la spesa delle famiglie lucchesi per l’acquisto di beni durevoli si sia contratta dell’1,5% rispetto all’anno precedente, a fronte del -1,2% delle famiglie toscane e del -2,3% di quelle italiane.

Gli stranieri spingono il turismo

I dati provvisori della Regione Toscana, riferiti all’andamento del turismo in provincia di Lucca hanno registrato nel 2022 una crescita complessiva delle presenze del +26% (e del +44% degli arrivi) che ha portato i pernottamenti a superare quota 3,3 milioni. Grande impulso è stato fornito dalla componente straniera (presenze aumentate del +75%), mentre quella italiana è cresciuta di un più contenuto 3%.

Grazie a questo andamento, il turismo lucchese inizia gradualmente ad avvicinarsi ai valori pre-Covid: mancano ancora all’appello 250 mila presenze (ossia il 7%), per la gran parte di provenienza straniera (213 mila, -13 punti percentuali).

Molto bene l’alberghiero, ancora grazie al turismo oltre-confine

Questo importante risultato generale si è accentuato in seno alle strutture alberghiere, tipologia ricettiva che nel 2022 è stata capace di ospitare 2,1 milioni di persone. Le presenze per questo segmento sono cresciute del 32% rispetto all’anno precedente, grazie all’incremento sostanzioso degli stranieri (+86%) che è andato a rafforzare il già deciso aumento dell’anno precedente.

Bene l’extralberghiero, ma si riducono le giornate medie di permanenza

Riguardo al comparto extralberghiero, che contribuisce con circa 1,2 milioni ai flussi turistici provinciali, nel 2022 le presenze sono aumentate del 16% rispetto all’anno precedente, nonostante gli arrivi abbiano avuto un’accelerazione del +52%. Si è assistito ad una forte riduzione della permanenza che è passata, in un anno, da 5,8 a 4,4 giornate.

Crescono le imprese digitali

Sono circa 950 le imprese digitali della provincia di Lucca a fine 2022. Negli ultimi dodici mesi questa tipologia è cresciuta in provincia del +2,5%. Secondo i dati del Ministero dello Sviluppo economico raccolti in collaborazione con Unioncamere, InfoCamere e Mediocredito Centrale e relativi a giugno 2023, Lucca vanta sul suo territorio ben 74 Start-up e PMI innovative: il 10% di tutte quelle registrate in Toscana.

Cultura

Secondo i dati del Rapporto “Io Sono Cultura 2022” di Symbola e Unioncamere, elaborati dall’Istituto Tagliacarne, nel 2021 (ultimo anno disponibile) il sistema produttivo culturale e creativo della provincia di Lucca (comprendente sia i settori core come quelli culturali-creativi ma anche i professionisti culturali e creativi attivi nei settori non core) ha prodotto 407 milioni di euro di valore aggiunto, pari al 4% del totale dell’economia. In Toscana il peso della cultura sull’economia arriva al 5,4% mentre nel resto del Paese si sale al 5,6%.

Prosegue il calo demografico

Secondo i dati provvisori Istat, nel periodo gennaio-dicembre 2022, la popolazione complessiva della provincia di Lucca è diminuita dello 0,4%, pari a 1.634 residenti in meno in un solo anno, scendendo a quota 380.830 residenti. Il risultato di fine anno è frutto di varie tendenze. La differenza tra nati vivi e morti, è stata fortemente negativa (-3.065 residenti) ed in aumento rispetto all’anno precedente.

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