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venerdì, Novembre 22, 2024

Il continente Africano è pronto per uno sviluppo economico sprint

Riceviamo e pubblichiamo in anteprima un articolo di Mario Sabato (Financial & International Consultant, già direttore generale di Banca UBAE) che sarà sul prossimo numero di “Leasing Time Magazine”, il mensile di economia e finanza diretto da Gianfranco Antognoli.

Non è un caso che il nostro  Presidente della Repubblica Sergio Mattarella abbia svolto ad inizio Aprile 2024  una missione diplomatica in alcuni Paesi dell’Africa centrale, ribadendo l’interesse geo politico della collaborazione con gli Stati Africani, anche in chiave dell’ormai più che noto Piano Mattei, elaborato dall’Italia.

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Il boom demografico del continente Africano nei prossimi decenni farà infatti da traino all’economie locali e le opportunità di sbocco per le imprese anche Italiane, sia PMI sia del segmento corporate, sono molteplici.

I settori più promettenti in generale sono la costruzione in loco di infrastrutture, le telecomunicazioni, l’industria della trasformazione e le energie, in primis quelle rinnovabili, ma anche altri settori citati a seguire nell’articolo, i quali potrebbero contribuire alla corretta migrazione in Italia di personale africano già specializzato o da formare a cura degli stati membri EU ospitanti.

Alcuni analisti di politica economica concordano nell’indicare la proiezione che nell’anno 2050 un uomo su quattro sarà africano. Demograficamente parlando l’Africa avrà  a quella data almeno 11 stati più ‘giovani’ al mondo con un’età media che andrà dai 16 ai 21 anni a differenza degli oltre circa  30 anni del resto della popolazione mondiale. Uno studio delle Nazioni Unite indica che sempre nel 2050, il terzo stato più popoloso al mondo sarà la Nigeria, che potrebbe quindi scavalcare gli USA mentre l’Etiopia dovrebbe avere circa 200 milioni di abitanti. Le tre nazioni Congo, Egitto e Tanzania avrebbero invece, insieme, circa 400 milioni di abitanti.

Questa situazione demografica comporterà un’inversione di tendenza facendo dell’Africa in generale, già ora un target per investimenti nel medio lungo termine, tenendo presente che il suo storico basso PIL continentale continuerà a crescere. Tra le economie Africane con forte crescita si segnalano la Costa d’Avorio, il Ghana, la Tanzania, il Mozambico, il Congo e la Nigeria.

Il  prospettato  boom demografico Africano unito all’aumento del PIL continentale , comporterà anche il graduale ampliamento della classe economica  media, con attrazione di importanti investimenti esteri nei singoli stati Africani.

E’ il caso della sempre lungimirante Cina la quale  già investe da anni in vari Paesi Africani ma tra gli altri Paesi anche dell’Italia, con un target, nel caso in esame  certamente molto più contenuto e circoscritto geograficamente, come ad esempio la recentissima iniziativa in Ghana di Confindustria Alto Adriatico per formare maestranze per svariati settori con corsi di formazione regolari in Accra ma anche in Italia.

Quindi non parliamo più di investimenti  della  sola ENI  in Africa centrale ma anche di realtà imprenditoriali Italiane molto più giovani.

L’innovativo investimento ed attenzione di Confindustria Alto Adriatico farà anche da volano per regolamentare i flussi di immigrati e lavoratori qualificati del Ghana in Italia.

Nel continente Africano sta sorgendo una classe di consumatori anagraficamente sempre più giovane e che  guarderà in modo ottimista al futuro, forte di telefonini e PC spesso anche di seconda e terza mano, strumenti che aprono senza limiti l’orizzonte raggiungibile.

L’urbanizzazione continentale riguarda il 40% della popolazione Africana, percentuale più alta di quella fatta registrare dell’India, e molte metropoli africane contano ormai ciascuna oltre un milione di abitanti. Tale fenomeno porterà ad una graduale trasformazione dei consumi, perche i  guadagni medi di chi vive in città,  sono circa il 60% piu’ alti di chi continua a vivere nelle zone rurali.

 Qui si apre un discorso importante per taluni settori dell’imprenditoria Italiana perche i consumatori Africani guardano in modo particolare al nostro Paese per determinati settori tipo : alimentare, design, elettronica, moda, telecomunicazioni, macchinari per la trasformazione dei prodotti agricoli e per l’imballaggio, quelli per il tessile e per l’industria siderurgica, anche se con un sostegno pubblico poco efficace.

In ogni caso il vero problema dell’Africa resta quello della disoccupazione, specie dei tanti giovani che non hanno in molti paesi, una classe senior in grado di formarli davvero. Questa massa di giovani è al momento quella che prevalentemente alimenta le migrazioni e che è oggetto dell’EU, la quale ha definito nel mese di Aprile 2024 una rinnovata politica comunitaria definita dagli osservatori ‘’efficace, umanitaria e sicura’’ e che solo il tempo ci confermerà o meno come tale.

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