Riceviamo e pubblichiamo in anteprima un articolo di Adolfo Lippi – giornalista, scrittore,
regista tv – che sarà pubblicato sul prossimo numero del mensile di economia e finanza “Leasing Time Magazine” diretto da Gianfranco Antognoli.
Per mesi, durante l’azione distruttiva dell’esercito di Israele a Gaza, è stata portata avanti da tutti i benpensanti del mondo la tesi: Palestina in due stati. Secondo questa beatifica tesi, mettendo fianco a fianco i popoli ebraico e palestinesi, codificati in due istituzioni parallele, si raggiungerebbe una pace eterna. Ahimé! L’attuale tragica guerra tra Israele e l’Iran, stati nemmeno confinanti, dimostra che le ragioni di un conflitto sono ben più profonde, antiche, storiche rispetto al bisogno di nazionalità da parte dei palestinesi di Gaza. Basta leggere la Bibbia. Basta leggere il Corano. Basta leggere ciò che predicarono e pregano i rabbini e i mullah. Predicano la fine, la scomparsa dal mondo dei, rispetto a loro, diversi. Né più né meno di ciò che sosteneva un secolo fa Adolf Hitler e che i razzisti e i fondamentalisti attuano quando hanno in mano ieri le spade, oggi le atomiche.
È Gerusalemme, da tempi assai lontani, la preda. La tennero i cristiani ma, nonostante ’invito di Gesù a Mostrare l’altra guancia, ne fecero un possesso esclusivo profanando le tombe dei santi musulmani. La tennero i musulmani e i cristiani vennero crocefissi. La tengono gli ebrei e se non sei circonciso campi poco e ti piombano in testa micidiali bombe. Allora quel simpaticone di Trump immagina e sproloquia che tutto può aver termine mettendo attorno ad un tavolo gli eterni avversari. Ma ha mai letto i libri sacri? Secondo la Bibbia Dio stesso dice agli ebrei di andare a Canan, in Palestina, prendere quella terra, farne la propria nazione sottomettendo, distruggendo i primordiali abitanti. E cosa ripetono gli ayatollah, Khamenei in testa, se non “distruggiamo Israele” contro tutti i patti e tutte le volontà espresse (da questo dopoguerra ad oggi) dalle potenze cristiane, atee, arabe, che vedono “giusto” il possesso ebraico di Gerusalemme e dintorni?
Le vicende della rivoluzione islamica sciita a Teheran nel 1979 sono allora esemplari. Contando sulle masse diseredate di iraniani e sulla borghesia religiosa, Khomeini, cacciando lo Scià filo-occidentale e americaneggiante (cioè infedele), prese tutto il potere. Ma, non bastandogli il comando dell’Iran, reso potentissimo dal petrolio, cominciò a finanziare e organizzare bande armate in Palestina e gli Hezbollah nel Libano. Con l’intento di annientare lo Stato ebraico, dove non erano riusciti anni prima gli eserciti egiziani, giordani, siriani. Parallelamente Khomeini, aizzando gli sciiti un po’ ovunque, tentò di scalzare l’Islam sunnita rappresentato dall’Arabia saudita, fedele alleata americana.
È dunque chiarissimo chi sia il nemico di Netanyahu. Ha rovinato Gaza ma ha ben chiaro che oggidì chi vuole spazzar via dalla terra lo stato d’Israele sono proprio i nipoti di Khomeini che, riuscendo nell’impresa, acquisirebbero l’intera egemonia del mondo islamico come non era riuscito al loro “santo padre” al-Husain sconfitto nella battaglia di Kerbala del 680 dalle truppe del califfo (poi sunnita).
Le radici di una guerra sono quindi assai profonde. Fare due stati in Palestina che senso avrebbe? Ed allora? Allora il progredire della civiltà insegna che bisogna smetterla di raggruppare le genti per razza, religione, idee politiche. Lo Stato, cioè quello che Gesù chiamava “Cesare”, deve comprendere tutti e a Gerusalemme devono abituarsi a convivere, democraticamente, ebrei e arabi, cristiani e atei, come del resto convivono negli Stati Uniti o in Canada. Come devono convivere bianchi e neri in Sudafrica e nel Congo. Come devono sopportarsi i cinesi coi non cinesi. Ma non va così: la Cina reprime le minoranze, la Russia di Putin rilancia il nazionalismo ortodosso, Trump scaccia gli immigrati e ovunque, compresa Israele, si respira razzismo, integralismo, feroce discriminazione. Tutti sembrano avercela col diverso ma se si legge con attenzione il bel libro di Gilles Kepel (Jihad, ascesa e declino, Carocci editore) si capirà, con ricchezza di informazioni, da che parte arrivi adesso la minaccia all’Occidente: dall’estremismo islamico che, alzando la testa, provoca gli estremismi ebraici e cristiani (vedi cosa accade negli Stati Uni ti alla corte del re Trump).
Due stati attigui di fondamentalisti a Gaza non sono allora la soluzione. La soluzione è che ci sentiamo tutti uomini uguali, come sostenne la Rivoluzione francese e noi, in Europa, finalmente europei, meglio mondiali.