Un concorso, un corso e un incontro animeranno il calendario delle iniziative legate alla mostra “Guglielmo Petroni. Il segno e la parola”, che è stata inaugurata nei giorni scorsi al Palazzo delle Esposizioni di Lucca con un omaggio musicale composto da Marco Cattani ed eseguito da Mattia Mazzola al sax e lo stesso Cattani alla chitarra.
L’esposizione è dedicata allo scrittore, poeta e pittore lucchese Guglielmo Petroni (1911-1993) e si colloca nell’ambito delle iniziative di approfondimento e riscoperta di personalità del territorio lucchese che la Fondazione Banca del Monte di Lucca e la Fondazione Lucca Sviluppo portano avanti da alcuni anni e che hanno come precedenti le mostre dedicate a Giuseppe Ardinghi e Mari Di Vecchio e all’ambiente artistico del Novecento a Lucca. La mostra ha il patrocinio del Comune di Lucca nell’ambito di “Vivi Lucca”, del C.R.I.C. – Coordinamento Riviste Italiane di Cultura e dell’Ufficio scolastico territoriale di Lucca e Massa Carrara.
L’esposizione è curata da Alessandra Trabucchi e Giovanni Ricci e intende raccontare e documentare la rete delle relazioni dello scrittore Guglielmo Petroni, collaboratore delle principali riviste culturali del secondo Novecento italiano, con il mondo artistico e intellettuale italiano, in particolare del periodo del secondo dopoguerra, approfondendo un aspetto meno conosciuto di Petroni, in veste di pittore e critico d’arte.
Le sezioni previste sono dedicate alla biografia di Petroni, agli anni lucchesi, all’impegno letterario, alla passione per l’arte, all’esperienza della Resistenza, agli amici artisti e scrittori. Verranno esposte riviste, varie e significative opere d’arte in diversi formati e tecniche: circa trenta. Sarà possibile vedere, per la prima volta riunite, alcune delle opere pittoriche realizzate da Guglielmo Petroni durante la giovinezza e negli anni successivi. Tra i nomi degli artisti amici dello scrittore Eugenio Montale, Mino Maccari, Renato Guttuso, Giacomo Manzu, Alberto Savinio, Ottone Rosai, Emilio Greco, con opere provenienti dalla collezione degli eredi Petroni.
La mostra è arricchita da un calendario di eventi di approfondimento, da un concorso per le scuole superiori della Toscana e dal catalogo edito da Maria Pacini Fazzi che, con testi di Alessandra Trabucchi, Giovanni Ricci, Giuseppe Appella, Paolo Petroni, Valdo Spini, approfondisce alcuni temi petroniani, le relazioni con l’ambiente artistico italiano, inoltre presenta una corposa bibliografia degli scritti vari di Guglielmo Petroni.
Gli appuntamenti legati alla mostra
Nell’ambito dell’esposizione sono previste alcune iniziative tese a diffondere la conoscenza delle relazioni di Guglielmo Petroni con il mondo artistico e intellettuale italiano, oltre che delle sue opere.
Per le scuole superiori della regione Toscana è aperto un bando di concorso al quale si partecipa sviluppando attraverso la scrittura o un prodotto multimediale/grafico uno dei temi proposti:
- la biografia di Petroni e il rapporto con la città di Lucca;
- la Storia (l’Italia e Lucca durante il Fascismo, la guerra, la Resistenza), descritta con la testimonianza di Guglielmo Petroni;
- l’ambiente artistico e culturale tra Lucca, Viareggio e la Versilia, dagli anni ‘30 al Secondo Dopoguerra, i luoghi d’incontro di Petroni con gli intellettuali ed artisti.
I premi in palio sono: 300, 200, 100 euro rispettivamente al primo, secondo e terzo classificato per ciascuna sezione. I premi in denaro saranno assegnati alla Scuola di appartenenza dello studente / gruppo di studenti.
Nel pomeriggio di venerdì 7 marzo la critica letteraria Daniela Marcheschi, nell’auditorium del Palazzo delle Esposizioni di Lucca terrà un incontro sulla figura e sulla produzione narrativa di Petroni. Marcheschi è studiosa di letteratura e antropologia delle arti, docente in università italiane e straniere fra le quali Uppsala, Salamanca, Firenze, attualmente al CLEPUL, Centro Studi delle Letterature Europee e Lusofone della Facoltà di Lettere dell’Università di Lisbona per Letteratura e Multiculturalismo.
Sabato 8 marzo, dalle 9,30 alle 13,30, sempre in auditorium si tiene il corso di aggiornamento formativo per giornalisti ma aperto a tutti dal titolo “Guglielmo Petroni giornalista, testimone della dittatura a Lucca e Roma”, organizzato dall’Ordine dei Giornalisti della Toscana insieme a Fondazione dell’Ordine dei giornalisti della Toscana e a Circolo della Stampa di Lucca, nel quale oltre a Marcheschi interverranno il giornalista Gabriele Rizza (il Tirreno, il Manifesto, responsabile artistico della sezione cinema del Maggio Musicale Fiorentino), il giornalista Roberto Salotti e i curatori della mostra. La mostra è arricchita dal catalogo edito da Maria Pacini Fazzi che, con testi di Alessandra Trabucchi, Giovanni Ricci, Giuseppe Appella, Paolo Petroni, Valdo Spini, approfondisce alcuni temi petroniani, le relazioni con l’ambiente artistico italiano, inoltre presenta una corposa bibliografia degli scritti vari di Guglielmo Petroni.
Biografia di Guglielmo Petroni
Nato a Lucca nel 1911, trascorre la sua infanzia all’interno delle mura lucchesi, a breve distanza dalle case di Giuseppe Ardinghi e Arrigo Benedetti. Costretto a lavorare nella bottega di calzature della famiglia, abbandona precocemente gli studi. L’incontro con lo scultore Gaetano Scapecchi e la frequentazione del suo laboratorio (all’epoca sul baluardo di San Colombano), lo introduce nel mondo dell’arte e, insieme ad Ardinghi, apre un piccolo studio di pittura. L’incendio che lo distrugge, e la contemporanea pubblicazione di quattro sue poesie su “L’Italia letteraria”, lo convinceranno che la sua strada è quella della letteratura. Nel frattempo ha iniziato a frequentare i caffè letterari della sua città e le Giubbe Rosse di Firenze, dove consolida la sua amicizia con Mario Tobino e conosce, tra gli altri, Montale, Gadda, Soffici, Pea, Vittorini.
Chiamato a Roma nel 1938 da Malaparte per collaborare a “Prospettive”, entra nella Resistenza e viene catturato dai nazisti, che lo trasferiranno nel carcere delle SS di via Tasso a Roma (ricostruito da Rossellini in Roma città aperta), nel quale verrà torturato. Condannato a morte, scampa l’esecuzione all’ultimo momento per l’arrivo degli Alleati. Racconta la sua esperienza di prigionia e l’angosciante ritorno a Lucca dopo la scarcerazione nel suo libro più bello, “Il mondo è una prigione”, che diventa il suo regalo di nozze per Puci, Carlaluisa De Vecchi, sposata nell’autunno del 1945, da cui avrà due figli, Paolo e Luca. Nel dopoguerra continua l’attività letteraria e culturale, lavorando a «La Fiera letteraria» e con Ignazio Silone alla Associazione per la Libertà della Cultura. Entra alla RAI ed è tra i fondatori del Terzo programma. Tra i suoi altri romanzi, “La morte del fiume” (Premio Strega, 1974) e “Il nome delle parole” (Premio Selezione Campiello, 1984).
“Io ero curioso di lui – scrisse Andrea Camilleri – , mi chiedevo come fosse riuscito da povero semianalfabeta com’era stato, a diventare uno scrittore della sua grandezza. Ma ogni volta che toccavo questo argomento, ottenevo risposte vaghe. Non gli piaceva parlare di sé”.