Nel corso del 2023 i mercati finanziari globali hanno presentato un’altalena di alti e bassi con le decisioni delle banche centrali (Fed e BCE in testa) sui tassi di interesse che hanno giocato un ruolo fondamentale nella definizione del panorama economico e produttivo. Guardiamo ora la situazione per il 2024 e le possibili scelte delle istituzioni finanziarie in merito ai tassi di interesse e le loro conseguenze attese.
Le decisioni delle banche centrali hanno un impatto diretto sui mercati finanziari e borsistici. Nel periodo di tassi bassi gli investitori spesso si sono orientati verso ‘asset’ più rischiosi come azioni e obbligazioni ad alto rendimento per ottimizzare il capitale investito. Tuttavia con il cambio di rotta, a causa dell’inflazione, delle politiche monetarie alcuni investitori potrebbero riconsiderare le loro strategie. L’aumento dei tassi di interesse può influire negativamente sui mercati azionari anche se nel 2023 tutti gli indici più importanti sono tornati sui loro massimi storici.
Gli esperti ritengono che i mercati possano avere già scontato le attese dei ribassi previsti per l’anno in corso ed aver anticipato un rally a cui potrebbe seguire anche una correzione durante il 2024. D’altra parte i titoli di Stato e altri strumenti finanziari a reddito fisso come le obbligazioni societarie sono diventati nel frattempo più attraenti per gli investitori, offrendo rendimenti più competitivi e riconquistando quote importanti di portafoglio…
La transizione verso tassi di interesse più alti come non si vedeva da oltre 20 anni (5,25 – 5,50%) ha presentato sfide e opportunità. I tassi di interesse più elevati rendono il credito bancario più costoso scoraggiando la spesa e gli investimenti. Questo può contribuire a contenere certamente il processo inflattivo poiché una domanda più debole limita la pressione sui prezzi ma scoraggia anche investimenti produttivi, crescita e di conseguenza incremento del PIL.
In un contesto di interessi più bassi al contrario le imprese e i consumatori possono accedere a finanziamenti bancari più convenienti, stimolando così la spesa e gli investimenti aziendali. Questo può portare ad un aumento della domanda aggregata e di conseguenza ad una pressione rialzista sull’inflazione.
In questo quadro di riferimento gli investitori sono chiamati a rimanere flessibili e ad adattarsi alle mutevoli condizioni del mercato. La diversificazione del portafoglio ed una comprensione approfondita delle politiche delle banche centrali, e di conseguenza delle banche commerciali, diventano ancora più cruciali in un contesto di tassi di interesse in evoluzione.
Ricapitolando, la situazione dei mercati finanziari nel 2024 è caratterizzata da un delicato equilibrio tra la necessità di sostenere la ripresa economica ed il controllo dell’inflazione. Le decisioni delle Banche centrali (Fed e Bce in primis) continuano ad essere il perno di questo equilibrio con impatti diretti e indiretti sui mercati globali e sulle decisioni di investimento di imprese e famiglie. In tema di investimenti, un approccio intelligente (una regola fondamentale) per gestire i rischi finanziari è la strategia di diversificazione. Prima di decidere però, è importante stabilire gli obbiettivi del proprio investimento e l’orizzonte temporale nel quale vogliamo muoverci in quanto questi due fattori di fatto influenzano le basi di una strategia di diversificazione e stabiliscono la “propensione al rischio” dell’investitore.
Concludendo, la diversificazione degli investimenti è una strategia chiave per gestire i rischi finanziari e proteggere il patrimonio. E’ importante lavorare con un consulente finanziario affidabile e professionale o fare le dovute ricerche per creare un portafoglio diversificato che si adatti alle diverse esigenze e obbiettivi attesi. Da ricordare infatti che la diversificazione riduce il rischio ma non lo elimina, può solo aiutare ad ottenere una gestione più bilanciata, equilibrata e quindi meno insicura…
Gianfranco Antognoli