Riceviamo e pubblichiamo in anteprima un articolo di Alberto Bruschini Value+ S.r.l. sulle problematiche della transizione ecologica e della digitalizzazione che sarà pubblicato sul prossimo numero di “Leasing Time Magazine”, il mensile di economia, finanza e cultura diretto da Gianfranco Antognoli.
Il cambiamento climatico, si voglia o no, impone una profonda rivisitazione del modo di essere e di vedere il futuro. Il cataclisma che si è abbattuto sulla Romagna conferma la necessità di un radicale mutamento delle nostre abitudini nella salvaguardia dell’ambiente. Purtroppo, non si tratta di eventi sporadici, ma di un crescendo di disastri che offusca le aspettative non solo delle nuove generazioni. Questo scenario pone problematiche di varia natura alle nostre imprese che toccano sia le questioni della produzione connesse alla transizione ecologica e alla digitalizzazione, sia quelle inerenti la formazione professionale del personale diretto e indiretto.
Si tratta di una svolta di grossa rilevanza che richiede consistenti investimenti in beni materiali e immateriali in un periodo in cui l’inflazione non rallenta come si sperava e i tassi di interesse sono suscettibili di ulteriori rialzi in base alle previsioni della Presidente Lagarde della BCE.
Il sistema delle PMI italiane non può affrontare una simile sfida solo con le proprie forze, indipendentemente dalla volontà di ciascun imprenditore. Si tratta di porre mano a un salto qualitativo di notevole spessore, che richiede la realizzazione di azioni complesse da inserire in un contesto di politiche industriali e di strumenti di livello generale.
È tempo quindi che il nostro Governo prenda il toro per le corna e si adoperi per elaborare un piano industriale, che si inserisca in quello europeo, dotato di congrue risorse finanziarie e di strumenti adeguati.
La via maestra non può che essere la programmazione concertata del reale e del possibile. L’elaborazione dei progetti operativi però dovrà essere il frutto di un lavoro a più mani, in modo che non siano il prodotto di un lavoro confezionato a tavolino da una testa pensante, se pur capace.
In uno scenario di questo tipo, il nostro sistema produttivo, oltretutto, deve cogliere questa occasione per risolvere dei nodi strutturali che non sussistono nei sistemi industriali dei paesi dell’Eurozona che riguardano: la frammentazione del sistema produttivo (il piccolo non è più bello), la precarietà del lavoro, i bassi salari e la produttività dei fattori e il peso della burocrazia.
L’adeguata dimensione delle PMI è una questione sempre più pressante per far fronte alle sfide globali. La frammentazione del tessuto produttivo si può superare con l’aggregazione tra imprese (contratti di filiera effettivi) o con la fusione per incorporazione di piccole imprese in strutture di medie dimensioni, salvaguardando i valori dell’impresa incorporata.
Si tratta, infatti, di operazione complesse che vanno sostenute con strumenti finanziari specifici. Necessita la presenza di fondi di private equity, articolati territorialmente, che possano realizzare interventi di capitale fresco a sostegno di questi progetti.
La giusta remunerazione del lavoro, la precarietà e il salario minimo implicano il rafforzamento della capacità produttiva del sistema. A questo fine vanno incrementate le risorse finanziarie della legge Sabatini e della legge 4.0, ridotte con la legge finanziaria 2022, per agevolare gli investimenti in macchinari, impianti e formazione. Provvidenze che nel recente passato sono servite ad innalzare la capacità di stare sul mercato internazionale di tante medie imprese leader.
Il disboscamento della burocrazia passa soprattutto attraverso la creazione di un testo unico in materia fiscale che metta ordine nella giungla di leggi che intralciano e scoraggiano l’attività degli imprenditori.
L’avvio a soluzione dei tali nodi servirà anche a rendere più agevole la transizione ecologica e la digitalizzazione dell’attività. L’elevazione dello standard qualitativo e della dimensione delle PMI, unitamente alla necessità di produrre e consumare in sintonia con l’ambiente, potranno essere realizzate solo se le ipotesi indicate saranno tra loro armonizzate, dai vari soggetti coinvolti, come il pugno di una mano.