Riceviamo e pubblichiamo in anteprima un’intervista a Giuseppe Pignatelli, Responsabile della Direzione Imprese di Banca Progetto, sul ruolo delle banche nel supporto finanziario al sistema produttivo italiano. L’intervista sarà pubblicata sul prossimo numero di “Leasing Time Magazine”, il mensile di economia e finanza diretto da Gianfranco Antognoli.
Ognuno deve fare la sua parte quando si ragiona di sostenibilità e di transizione?
Credo che anche in questo ambito è centrale il ruolo delle banche nel sistema produttivo italiano, composto in massima parte da PMI.
In questi anni, ma particolarmente nell’ultimo, c’è stata una riduzione degli impieghi e quindi del sostegno finanziario alle imprese, specialmente alle piccole e medie imprese, di circa 40 miliardi. In controtendenza Banca Progetto, che nel 2023 ha erogato 3 miliardi alle piccole e medie imprese ed ha accresciuto i propri asset in termini di impieghi di circa il 37 per cento, con un modello di banca molto basico: raccogliere denaro soprattutto attraverso i conti deposito, da una pluralità di soggetti privati (circa 120 mila depositanti italiani ed europei, tedeschi e olandesi soprattutto)e immetterli nel sistema produttivo italiano delle piccole e medie imprese che costituiscono la quasi totalità dei suoi asset di impiego. Si tratta di pochi prodotti, lending e factoring con cui Banca Progetto copre tutte le necessità di investimento e di esigenze sul breve e sostegno al circolante.
Ci sono una serie di ambiti che premono sulla transizione e regolamentazioni che si stanno imponendo anche sul sistema bancario. Assistiamo ad una sorta di andamento carsico e di lungo periodo, le attività da privilegiare sono quelle che garantiscono efficientamento ed un inferiore impatto ambientale. Anche relativamente alle operazioni di securitization, i criteri impongono di cedere crediti con alto contenuto ESG.
Quali sono i punti di attenzione del sistema economico italiano?
Le PMI ovviamente sono meno strutturate, hanno meno la capacità di avere una progettualità ESG, cioè che comprende sia il tema ambientale che il tema sociale che il tema della governance e quindi si rende più difficile indirizzare correttamente le iniziative finanziarie e monitorare gli impatti.
Il circolo virtuoso impone alla banca di favorire anche in termini indiretti la transizione. Una transizione che ha impatti per le aziende sia in termini di prodotto, con maggior grado di sostenibilità nel tempo, sia in termini di responsabilità sociali. La banca ha quindi l’esigenza di monitorare gli impatti sociali e le corrette politiche di governance.
Il monitoraggio ovviamente è molto complesso da realizzare, specialmente per le PMI, un ecosistema articolato anche attraverso le filiere economiche.
Oggi, le filiere sono composte da un capo-filiera, cioè un’azienda di grandi dimensioni, spesso o quasi sempre già con l’obbligo di redigere un bilancio di sostenibilità, che a cascata impone ai propri fornitori il rispetto di politiche ESG per essere più efficienti, generare impatti ambientali migliori, avere regole di governance e impatti sociali più virtuosi.
Quindi si tratta di un reticolo di attività realizzate dalle aziende e dalle banche verso la transizione. Se le aziende hanno una strategia ESG positiva ovviamente traggono un beneficio anche in termini economici, avendo più rapido accesso al credito e rafforzando il proprio modello di business.
Banca Progetto ha messo in campo strumenti specifici?
Noi di Banca Progetto ci poniamo il tema di come governare questo tipo di fenomeni nell’ambito delle migliaia di PMI nostri clienti. Ad esempio, stiamo implementando un portale che di fatto rappresenta un ecosistema: oltre ad accedere alle informazioni relative ai servizi erogati da Banca Progetto, i Clienti possono interagire con una serie di imprese con valore aggiunto in grado di offrire servizi anche sulle tematiche ambientali o sulle tematiche ESG in generale. Quindi i nostri clienti hanno la possibilità di accedere a fornitori e consulenti che riescono a dare un contributo per migliorare la loro strategia ESG. Inoltre, avranno anche la possibilità di interagire fra di loro scambiandosi forniture e servizi grazie al contributo diretto della banca.
Per governare qualunque fenomeno è fondamentale poterlo misurare. Mentre le aziende più grandi, per esempio tutte quelle quotate, oggi hanno l’obbligo, come accennato prima, di redigere un bilancio di sostenibilità, al quale hanno agilmente accesso le banche, le PMI non hanno tale obbligo e vi è quindi il problema di come reperire le informazioni.
In parte, relativamente agli impatti ambientali, si riesce a dedurre quali problematiche ambientali le imprese possono avere in base a quella che è la loro ubicazione e localizzazione oppure attraverso il settore di attività. Però questo ci offre una misura statica.
La misura dinamica come cerchiamo di ottenerla? Attraverso, ad esempio, i questionari, chiedendo ai clienti di aggiornare le informazioni puntualmente.
Il PNRR rappresenta un’opportunità per le Imprese?
Uno degli strumenti più efficaci elaborati in questo periodo che rappresenta un’opportunità- per il sistema produttivo italiano – di fare un salto di qualità è il PNRR. Anche in chiave di accelerazione dei processi di transizione in corso.
Banca Progetto ci ha creduto fin dall’inizio. Ancora prima che fosse operativo il PNRR, ha creato un sito dove si possono consultare tutte le attività e tutti i bandi che vengono emessi nell’ambito PNRR, sia con chiave geografica che per tipologie di intervento. Nel sito si mettono poi a disposizione delle aziende anche gli strumenti finanziari per sfruttare efficacemente le eventuali commesse che nascono dall’aggiudicazione del bando.
Anche il Governo ha però fatto la sua parte ed ha messo in campo gli strumenti di garanzia che consentono di supportare meglio le aziende nell’accesso ai finanziamenti utili alla realizzazione del PNRR.
Di recente sono stati introdotti due strumenti specifici, SACE Green e SACE Futuro.
SACE Green è legata all’impatto ambientale, alla transizione ambientale e quindi a sostenere tutte quelle attività che consentono un efficientamento energetico e una transizione verso produzione energetica green. SACE Futuro è legata all’innovazione, l’efficientamento delle imprese e la digitalizzazione. Anche FEI – Fondo Europeo per gli Investimenti, mette a disposizione delle garanzie.
Queste garanzie sono utili sia per la parte di liquidità che per la parte di investimento, con maggiore favore per l’investimento che è anche il focus maggiore di Banca Progetto che vi concentra il 90% delle nuove erogazioni di lending a medio-lungo termine.
Un’azienda che si aggiudica un bando del PNRR generalmente ha bisogno di attivare il cantiere che consente la realizzazione del bando e in questa fase viene affiancata (con garanzie MCC o SACE) con un finanziamento a medio lungo, commisurato anche alla durata della commessa, che consente di attivare il cantiere. Con lo sviluppo dei lavori, l’azienda fattura ma le sue esigenze di liquidità non vengono esaudite nei tempi previsti. Attraverso il factoring le fatturazioni emesse nei confronti degli enti appaltanti vengono smobilizzate e si trasformano in liquidità. E quando si generano crediti IVA quasi sempre nel caso di committenza pubblica per effetto dello split payment, vengono acquistati per realizzare liquidità aggiuntiva per l’azienda.
E’ evidente quindi che con un modello di business come quello di Banca Progetto si riesce a rispondere nel migliore dei modi alle esigenze di transizione che il sistema delle PMI italiane oggi si trova ad affrontare per rispondere alle sfide dell’economia globale e della sostenibilità futura.