E’ opinione diffusa che La Spezia sia una città moderna, vuoi per il fatto che è stata radicalmente ricostruita dopo i pesanti bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, vuoi per la mancanza, nel paesaggio urbano, salvo alcune tracce, di punti di riferimento del passato. Lo stesso Arrigo Petacco, nell’introduzione a un volume sull’Arsenale, la definì “città senza radici”, nata dopo il 1861 grazie alla Regia Marina. Recentemente volumi come quelli di Amelio Fara uscito per Laterza nel 1983 per la prestigiosa collana “Le città nella storia d’Italia” e di Paolo Cevini pubblicato da Sagep nel 1986, dimostrano invece quanto sia vero il contrario, ovvero che ci si trovi di fronte a una storia ricca e secolare.
A fare ulteriore chiarezza sul passato della città ligure adesso è il libro “Breve storia della Spezia” di Michele Finelli, la cui pubblicazione è promossa dalla “Società Storica Spezzina” per i tipi di Pacini Editore (Pisa) nella collana la “Piccola Biblioteca” (formato tascabile al prezzo di 9 euro.
Il libro sarà presentato da Enrica Salvatori, docente di Storia medievale all’Università di Pisa e da Giorgio Pagano, già sindaco della Spezia e Presidente dell’Associazione Culturale Mediterraneo, venerdì 21 febbraio presso la Sala del Consiglio della Provincia, in Via Vittorio Veneto 2 a La Spezia alle ore 17.
L’autore, storico e saggista, docente esterno di Storia dell’Ottocento presso l’Università di Roma 3, ha voluto raccontare in modo agile e snello la storia della Spezia dalle sue origini, spezzando il “mito” che la sua nascita sia avvenuta grazie all’Arsenale. Le vicende del borgo diventato improvvisamente città sono narrate a partire dal 1200 all’interno della più ampia storia nazionale, iniziando dal difficile, ma anche “formativo” rapporto con Genova, senza il quale La Spezia non avrebbe sviluppato l’orgoglio e la forza per arrivare preparata al momento in cui Cavour, con un’intuizione avuta già dai Visconti nel 1400 e da Napoleone, la scelse per l’Arsenale negli anni Cinquanta dell’800. Dalle ferite del fascismo alla ricostruzione post-bellica, alla crisi dell’industria alla rivendicazione del ruolo di città portuale, grazie a questo volume è possibile scoprire le contraddizioni e il fascino di questa città.
“La storia della Spezia – scrive Finelli nell’introduzione – è cominciata sulle colline che oggi la circondano, lontano dal mare, circa seicento anni prima del 1862, anno in cui partirono i lavori dell’Arsenale. Per averne contezza basta salire al Poggio, sulle mura del Castello di San Giorgio dove, grazie a una vista mozzafiato, è possibile dominare la città. [Eppure] è stato proprio il mare, dopo la collina, a orientare indissolubilmente i destini della Spezia. Amato da Napoleone e Cavour, meno dalla Repubblica di Genova, il golfo, suggestivo e riparato, ha custodito discretamente per secoli la storia di un borgo diventato città all’improvviso”.