Le opportunità che offre l’intelligenza artificiale e i limiti da porre al suo utilizzo sono al centro di una riflessione di Renzo Ponzecchi che sarà pubblicata sul prossimo numero di “Leasing Time Magazine”, il mensile di economia, finanza e cultura diretto da Gianfranco Antognoli. Riceviamo e pubblichiamo in anteprima questo articolo.
In una società economicamente evoluta pensare e costruire obbiettivi strategici a breve, medio e lungo termine, cercando di allinearli in modo che siano gestibili richiede pianificazione, finanziamenti, personale, la giusta tecnologia, processi informativi e partner giusti. Tutto questo per essere pronti verso nuovi livelli di competitività.
L’intelligenza artificiale (AI) è e sarà sempre di più uno strumento indispensabile per sviluppare le più avanzate strategie aziendali avendo il potenziale per rivoluzionare la produzione e contribuire ad affrontare le principali sfide globali. È un cambiamento radicale sui processi lavorativi: sfruttando l’auto-apprendimento di queste macchine, tante attività verranno automatizzate, stando attenti a salvaguardare il benessere emotivo, economico e professionale dei lavoratori, inserendoli in programmi di formazione e aggiornamento per accedere a mansioni più gratificanti.
Ripercorriamo l’evoluzione delle precedenti rivoluzioni industriali, e con aziende locali iniziando dall’uso dell’energia idraulica e a vapore dando così l’avvio alla produzione meccanica, anno 1784. Passando allo sfruttamento dell’energia elettrica e della divisione del lavoro per la prima produzione di massa, anno 1870. Ingresso dell’elettronica e dell’informazione tecnologica per un’ulteriore automazione della produzione industriale, anno 1969.
Oggi la rivoluzione industriale è basata sulla virtualizzazione e sull’interconnessione tra dispositivi intelligenti. La differenza è enorme, epocale. Quindi l’Industria 4.0 cresce usando la convergenza tra il mondo reale a quello virtuale collegandolo a oggetti fisici. Collegare questi due mondi richiede un’alta preparazione professionale.
Per sviluppare in una azienda l’AI è indispensabile l’integrazione di team multidisciplinari. Questi gruppi di lavoro richiedono ingegneri di machine learning, esperti di visualizzazioni, un capace ufficio analisi dati dove essenziale è la capacità di riconoscere l’importanza di dati critici per l’azienda. Descrivere scenari economici/finanziari diversi e contestualmente studiare soluzioni possibili.
La mole dei dati raccolti dalle aziende ha una dimensione impressionante, per il loro trattamento è necessaria una grande professionalità. La capacità di archiviazione e gestione dei big data è fondamentale. Entro il 2025 verranno creati 175 zetabyte di dati (1 zetabyte contiene un trilione di dati). L’AI è lo strumento che permette, inserendo tali dati, di costruire progetti e politiche economiche utili ad aumentare l’efficienza dell’intero sistema di produzione.
Macchine supertecnologiche sorrette dalla AI saranno, per ora, guidate dall’essere umano che ne implementa costantemente il suo sapere e ne dichiara i limiti. Quali i limiti? Dobbiamo chiederci se una macchina guidata da algoritmi può comportarsi in modo etico.
In altre parole, un algoritmo di Intelligenza Artificiale forte capace di emulare le capacità cognitive umane in modo autentico, quasi impercettibile può avere “sensibilità” verso comportamenti presenti nella società umana? ChatGPT, ultima creatura dell’AI, può fare tutto. Può creare testi, foto, video, immagini di dipinti, musica, software e riesce a farlo nel giro di secondi. Ma può diffondere anche contenuti falsi, contraffatti.
Questa situazione ci pone diverse domande: chi controlla la pericolosità di dati falsi immessi nella rete? Quali leggi proteggono i contenuti dei testi generati da ChatGPT? Come controllare il suo uso in un contesto scolastico? Le cosiddette GAN (Generative Adversarial Networks) possono elaborare immagini iperrealistiche su larga scala di persone inesistenti. Tante sono le preoccupanti domande che ci possiamo porre davanti alle svariate possibilità del suo utilizzo.
La ricerca scientifica sta muovendo i primi passi verso l’“Intelligenza Organica”, dove con l’assembramento di neuroni staminali si può tentare di costruire un organoide capace di pensare. Se in un futuro non troppo lontano l’Intelligenza Artificiale forte potrebbe davvero porsi al pari di un essere umano, la necessità di norme che ne regolino il suo uso diventa indispensabile.