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venerdì, Novembre 22, 2024

Manzione: “Sbarchi, impraticabile il blocco navale. Riti alternativi e più addetti per ridurre i tempi della Giustizia”. Incendio, caccia agli inneschi

L’esito della riforma, le politiche dell’immigrazione, la certezza della pena ma anche temi che riguardano il nostro territorio come le indagini sull’incendio che ha devastato le colline di Massarosa e l’esito del processo d’appello bis sulla strage della stazione. Il Procuratore capo di Lucca dottor Domenico Manzione è stato l’ospite del nuovo appuntamento condotto da Stefano Zurlo nel quadro del cartellone de “Gli Incontri del Principe” voluti dalla proprietà del Grand Hotel Principe di Piemonte con il patrocinio dell’amministrazione comunale di Viareggio.

Manzione è personaggio molto conosciuto, versiliese doc, già alla Procura di Lucca come sostituito, tornato per assumere la responsabilità di tutti gli uffici dopo incarichi anche governativi. È stato infatti Sottosegretario al ministero degli Interni per una legislatura (2013-2018).

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Sul palco di piazza Maria Luisa e di fronte a un folto e attento pubblico le prime domande di Zurlo a Manzione hanno riguardato vicende legate al territorio locale. “Per l’incendio di Massarosa ci sono indagini in corso – ha detto – . Di solito da soli i roghi non scoppiano e bisogna capire se sia un atto doloso o colposo. Abbiamo chiamato da Roma degli esperti sugli inneschi, a noi risulta che il fuoco si sia propagato da un solo punto”.

Processo d’appello bis sulla strage della stazione ferroviaria di Viareggio. “L’unica cosa che potevamo fare e che abbiamo fatto – ha detto il Procuratore capo Domenico Manzione – era quello di assicurare la continuità all’organo di accusa nell’ambito del secondo grado di giudizio. È stata garantita la continuità rispetto all’esercizio dell’azione penale. È comprensibile che chi è vittima abbia aspettative ma è necessario assicurare il corretto svolgimento di un iter giudiziario che garantisca i diritti di tutti i soggetti coinvolti. In questo caso il quadro generale è molto complesso per la presenza di soggetti e società italiani ed esteri”.

L’introduzione della riforma della Giustizia si è inserita in un periodo caratterizzato dall’esito molto deludente del referendum. “La riforma porterà delle novità – ha detto Manzione – e vedremo se riusciranno a far centrare gli obiettivi che questa riforma si è prefissa. Lo scioglimento delle Camere e l’ordinaria amministrazione non aiuta. Non è preciso comunque chiamarla riforma Cartabia e lo ha detto chiaramente anche il ministro stesso. E’ una riforma che tiene conto delle esigenze dei partiti che sostenevano il governo Draghi”.

Zurlo ha chiesto come i problemi più significativi riguardino i tempi dei processi e la carenza del personale. “I tempi lunghi – ha risposto il procuratore capo di Lucca – riguardano l’Appello e l’idea radicata è che si debbano fare meno processi per smaltire la grande mole dell’arretrato. Con il previsto ingresso di 16.000 persone ci saranno forze fresche e il nuovo processo dovrebbe durare meno. L’idea sarebbe quella di avere meno processi che durano per intero e un ricorso più massiccio ai riti alternativi ma l’esperienza ci dice che sino a questo momento non è stato così”.

Rispondendo a una precisa domanda dell’intervistatore, il Procuratore Manzione è tornato alla sua attività governativa. “Un’esperienza bellissima, entusiasmante anche se molto faticosa e molto poco redditizia dal punto di vista economico. Le mie deleghe riguardavano immigrazione, cittadinanza, ristoro per i fatti violenti e la presidenza della Commissione pentiti”.

A proposito di immigrazione Stefano Zurlo ha ricordato che uno dei temi al centro della campagna elettorale è il blocco navale proposto da Giorgia Meloni. “Il blocco navale dal punto di vista delle direttive internazionali è impraticabile – ha risposto – . Ho ascoltato delle parole di buonsenso da parte del governatore del Veneto Luca Zaia che ha tracciato un quadro equilibrato sulla gestione dell’immigrazione, individuando differenze significative tra coloro i quali hanno diritto di restare nel nostro Paese e che invece vìola le regole di convivenza civile. La realtà è più complessa degli slogan”.

Una legge adesso disciplina l’ingresso dei magistrati in politica. “Ora le regole sono chiare. A me personalmente – ha detto Manzione – il ritorno al mio ruolo dopo quello di tecnico a livello governativo disagi non ne ha creati. Ora c’è una legge che dice che chi torna in magistratura avrà incarichi amministrativi”.

Stefano Zurlo ha ricordato come uno dei temi cari al centrodestra in questa campagna elettorale sia quello della modifica della seconda parte della Costituzione toccando i meccanismi della Giustizia. “Alla Costituzione la gente è legata – ha risposto Manzione – perché frutto di un compromesso di alto valore. Se si elimina l’obbligatorietà dell’azione penale si deve pensare a una nuova organizzazione giudiziaria radicalmente diversa. La vedo una strada poco praticabile”. L’opinione pubblica, come evidenziato da Zurlo, chiede la certezza della pena “È un tema reale – ha detto Manzione – ma anche molto enfatizzato a livello ideologico. C’è chi ha proposto una mano molto più pesante sui soggetti recidivi, secondo il modello anglosassone. Bisogna considerare che la detenzione spesso ha effetti molto gravi su chi è sanzionato. Negli ultimi tempi è oggetto di lunghe riflessioni e analisi il tema della giustizia riparativa. È il tentativo di mettere a confronto chi ha subito il torto con l’autore ma è su base volontaria. Prevede l’intervento di mediatori”.

“Gli Incontri del Principe” proseguono venerdì 12 agosto (ore 21.15) con il direttore de La Verità Maurizio Belpietro, mentre sabato 13 agosto (sempre ore 21.15) l’ospite sarà Vittorio Sgarbi. Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero.

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