Lo storico dell’arte Fabrizio Federici presenterà il volume “Nelle Terre del Marmo. Maestri e geografia nella scultura del Cinquecento”. L’appuntamento è per sabato 8 giugno, alle 17:30 a Massa, presso l’Aula Magna del Liceo artistico e musicale “Felice Palma”. L’evento promosso dal Parco Regionale delle Alpi Apuane e dalla sua Rivista “Acta apuana”, vede la collaborazione della sezione di Massa e Carrara della Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi.
Da alcuni anni, il Parco sta realizzando queste iniziative editoriali di promozione della cultura del marmo apuano, per sottolineare l’importanza artistica e il valore storico delle produzioni scultoree e architettoniche del passato, nella prospettiva di una valorizzazione qualitativa e selettiva delle produzioni lapidee del presente e del futuro.
Il volume è stato curato da Antonio Bartelletti, Gabriele Donati e Aldo Galli e si presenta in un’elegante veste editoriale di 320 pagine e 279 immagini, per la stampa di Pacini editore di Pisa. Si tratta di una raccolta ragionata di 11 saggi e di un articolo introduttivo sull’impiego, diffusione e consacrazione del marmo apuano (e di Carrara in particolare) nella produzione artistica del Rinascimento italiano e non solo. Gli scritti pubblicati sono di Luca Annibali, Paola Coniglio, Gabriele Donati, Gabriele Fattorini, Alessandra Giannotti, Gabriele Langosco, Alessandra Migliorato, Mario Panarello, Lorenzo Principi, Andrea Tenerini e Michela Zurla. In questi studi s’intrecciano le vite e le opere di numerosi artefici dello scalpello, da Pietro Aprile e Benedetto da Rovezzano, fino a Taddeo Carlone e Chiarissimo Fancelli: uomini spesso nati altrove e che hanno percorso le “Terre del Marmo”, nell’intorno e all’interno delle Alpi Apuane, per fare del bianco lapideo di questi monti il medium per antonomasia della scultura cinquecentesca.
“La conservazione della cultura dei luoghi e delle tradizioni – afferma il Presidente del Parco Andrea Tagliasacchi – è, al pari della conservazione della natura, tra le vocazioni che il Parco delle Apuane deve avere. Cultura e natura, memoria e storia, tradizione del marmo e tutela dell’ambiente sono i binomi vincenti da promuovere per far crescere il Parco e rafforzare la sua forte identità che, seppur complicata, riesce a renderlo un unicum nel panorama nazionale”.