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lunedì, Novembre 25, 2024

Pieve romanica di Vico Pancellorum, un gioiello storico e religioso da valorizzare nel cuore della Val di Lima

Alle falde del “Balzo nero”, dove hanno nidificato anche le aquile e le poiane – le abbiamo viste quando abitavamo a Bagni di Lucca – e dove sugli 800 metri d’altezza, con il passaggio dal castagneto alla faggeta, i fungaioli trovano il meglio dei porcini – ovvero il moreccio con la cappella bruno-scuro -, insiste l’abitato di Vico Pancellorum. L’origine del toponimo risale alla notte dei tempi e su cui insistono due versioni leggendarie: quella popolare, in cui il termine latino vorrebbe significare “pane dei cieli”, e quella più nobiliare in cui si dice che qui si stabilirono due soldati romani dal nome Pancelli.

Ora, a prescindere dalla notizia culinaria e dalla strana denominazione, Vico Pancellorum custodisce forse la più antica Pieve romanica della Val di Lima. E’ quella dedicata a San Paolo e che risale agli inizi del XII secolo, quindi un raro monumento storico che domina il medio corso della Lima e uno dei tesori del comune di Bagni di Lucca. Che, fra l’altro, comprende altre quattro Pievi, di cui altre due romaniche (San Cassiano e Sala di Casabasciana) e una terza romanica in origine, che ne ha perduto tutte le caratteristiche e dall’insolito posizionamento dell’ingresso che in origine era occupato dall’abside, perché un grosso smottamento del sovrastante costone bloccò il vecchio accesso.

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Ebbene, la Pieve di San Paolo offre al visitatore un’austera facciata in pietra viva che oltre al portale e ad un piccolo rosone in alto, la occupa massicciamente per intero. All’interno poi, dopo il recupero delle due navate laterali, mette in evidenza sulla destra entrando un fonte battesimale in pietra serena risalente al XIV secolo. Ma quello che colpisce l’occhio appena entrati è il Crocifisso ligneo risalente al XV secolo che sovrasta l’altare maggiore, oltre ad una statua lignea di San Paolo di scuola fiorentina del XVI secolo.

Nel libro “I Bagni di Lucca” (terza edizione del 1998 Maria Pacini Fazzi) in cui il professor Bruno Cherubini descrive la storia di Bagni di Lucca attraverso tutte le località che ne costituiscono l’ossatura territoriale, delle diverse personalità illustri che vi sono nate e ovviamente delle numerose opere d’arte che lo arricchiscono, di Vico Pancellorun ne cita una soltanto. Ed è quella di Domenico Stefanelli che fu Arcivescovo di Lucca dal 1836 al 1845 quando, per gravi divergenze con il Duca Carlo Ludovico, rinunciò alla carica per essere poi nominato Arcivescovo di Traianopoli. Appartenente all’Ordine dei Domenicani morì a Roma un anno dopo le sue dimissioni.

Purtroppo oggi la Pieve di San Paolo, pur trattandosi di uno splendido monumento romanico, sia all’esterno che all’interno, è difficilmente visitabile se non quando vi viene celebrata messa. Ed è pure molto difficile trovare l’abitante del paese che detiene le chiavi. Come del resto è successo a noi e a chi accompagnavamo un paio di volte. Data la sua importanza storica e religiosa di questa Pieve sarebbe opportuno che, almeno durante la stagione estiva, si facesse carico di un sorvegliante che in determinate ore del giorno ne permette la visita. Tutto questo, ovviamente, previa una campagna pubblicitaria che ne illustrasse, soprattutto, la sua importanza architettonica e la sua collocazione in un contesto ambientale di rara bellezza paesaggistica.
Mario Pellegrini

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