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lunedì, Giugno 23, 2025

Ponte chiuso, parte il servizio gratuito di navetta. Polemica sui fondi per i lavori, la Provincia: “Mai stati disponibili”

Parte lunedì 23 giugno il servizio di navetta gratuito tra Sesto di Moriano e Ponte a Moriano, realizzato dalla Provincia di Lucca per far fronte ai disagi causati dalla chiusura del Ponte di Sant’Ansano. L’amministrazione provinciale, infatti, all’indomani della chiusura del Ponte si è immediatamente attivata per realizzare il servizio di navetta gratuito che permetta ai residenti di Sesto di Moriano di raggiungere la sponda sinistra del fiume Serchio a Ponte a Moriano, dove si trovano i servizi essenziali e di prima necessità.

Effettuate le indispensabili indagini di mercato, il servizio è stato affidato al titolare di licenza Noleggio con conducente (NCC) ‘Ottavio Viaggi’, che svolgerà il collegamento con una navetta con a disposizione 9 posti nel periodo estivo, nella fascia oraria 8:30-18, con una pausa dalle 12:30 alle 15.

Quindi, da lunedì alle 8:30 i cittadini di Sesto di Moriano troveranno in via delle Scuole una navetta pronta a raggiungere il parcheggio Maurizio Mennucci di Ponte a Moriano. La navetta partirà ogni 30 minuti da Sesto di Moriano. Adesso il servizio sarà attentamente monitorato dagli uffici della Provincia, al fine di renderlo sempre più vicino e rispondente a quelle che sono le reali esigenze dei cittadini che vivono in questa zona.

Intanto la Provincia fa sapere che “non ha destinato i fondi necessari per i lavori al Ponte di Sant’Ansano ad altre opere, ma, molto più semplicemente, quella somma non è mai entrata nelle casse dell’ente di Palazzo Ducale. I lavori per il Ponte di Sant’Ansano – stimati sui 2 milioni di euro – nel Piano triennale delle opere pubbliche 2022-2024, infatti, vennero inserite nella seconda annualità, come obiettivo da realizzare con i fondi provenienti dalle alienazioni”. Solo che “le somme provenienti dalle alienazioni sono quanto di più incerto esista, poiché legate ad azioni – le alienazioni, appunto – che possono anche non verificarsi mai per motivi indipendenti dall’ente che vuole effettuarle. Per tale ragione, vengono ascritte a tale voce quelle opere che, pur essendo necessarie, non ricoprono carattere di urgenza. Una prassi comune a tutti gli enti, obbligati per legge a destinare ad opere concrete, fondi ‘virtuali’, di cui potrebbe non venire mai in possesso”.

Di conseguenza, “i fondi già acquisiti e, quindi, certi erano stati destinati alla ristrutturazione o ricostruzione di quelle infrastrutture le cui condizioni erano tali da necessitare di interventi certi e rapidi. Le priorità, a suo tempo, vennero decise secondo un rigido protocollo regionale che ne stabiliva i criteri e per il quale il Ponte di Sant’Ansano non rientrava in quelli di massima urgenza: per tale ragione venne inserito nelle opere che, qualora fossero stati venduti quei manufatti che la Provincia aveva inserito nell’elenco delle alienazioni, sarebbe stato oggetto di un intervento da 2 milioni di euro. Di fatto, però, le alienazioni non si sono verificate e quei 10 milioni da cui sarebbero provenuti i 2 per il ponte in questione non sono mai stati nella disposizione dell’ente di Palazzo Ducale. Non c’è stato, quindi, nessun cambiamento di obiettivo, né fondi che sono passati da un’opera a un’altra, bensì quei soldi non sono mai entrati nelle casse della Provincia”.

“Quando la Provincia ha avuto i fondi, i lavori sono sempre stati fatti – commenta il presidente della Provincia, Marcello Pierucci – e penso, ad esempio, al Ponte della Tambura a Vagli, realizzato ex novo o il Ponte Vergai a Villa Collemandina. Per contro, nel caso specifico, le risorse per effettuare una qualsiasi opera al Ponte di Sant’Ansano non ci sono mai state assegnate. La Provincia non può continuare ad essere priva della possibilità di finanziare in autonomia le opere di cui il territorio ha bisogno: questo è il vero nodo della questione”. Pierucci lancia un appello a tutte le forze politiche ad adoperarsi “per arrivare a una soluzione, affinché le Province abbiano nuovamente la loro dignità di ente e possano essere incisive nella loro azione”.

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