Ismaele Ridolfi, ex presidente del Consorzio di Bonifica Toscana Nord, vuole avviare l’iter per una proposta di legge di iniziativa popolare da presentare alla Regione Toscana che autorizzi a cittadini e imprese la raccolta e il taglio gratuiti del legname in eccesso caduto nei corsi d’acqua e spiaggiato sulla costa.
Così Ridolfi spiega la sua proposta: “E’ arrivato il momento di superare i vincoli normativi che impediscono di attuare quella che un tempo era una pratica diffusa e scontata: infatti, in passato, i cittadini potevano raccogliere, gratuitamente e senza alcuna richiesta di autorizzazione, la legna depositata delle correnti lungo il greto dei fiumi.
Per questo anche in Toscana dobbiamo applicare le buone pratiche già adottate altrove: permettere a tutti i cittadini la raccolta di legname caduto e accumulato negli alvei dei fiumi e sulle spiagge e altresì, consentire, gratuitamente, agli imprenditori agricoli, alle aziende e alle cooperative agricolo forestali, di tagliare ed utilizzare gli alberi e gli arbusti in eccesso nelle aree demaniali dei corsi d’acqua.
Possiamo prendere ad esempio la legge della difesa del suolo della regione Friuli Venezia Giulia, dove la raccolta e il taglio della legna da parte dei privati è stata classificata come attività di manutenzione. Ma la stessa Regione Emilia-Romagna sta applicando misure simili da un paio di anni, in deroga per ora, a seguito delle tante alluvioni che hanno colpito il loro territorio.
Gli aspetti normativi, previsti dalla legge sulla difesa del suolo del Friuli, sono semplici. Il taglio e l’asporto di alberi e arbusti dagli alvei, dalle sponde e dalle aree golenali demaniali si configurano quali interventi di manutenzione dei corsi d’acqua e di gestione della vegetazione.
Nel Friuli basta fare una richiesta ai Carabinieri Forestali, che deve rispondere entro 7 giorni passati i quali scatta il silenzio-assenso, che rilasciano l’autorizzazione fino a un massimo di 5 tonnellate all’anno di legname, e chiedere il parere agli enti competenti alla manutenzione.E’ possibile anche asportare anche quantità maggiori ma a fronte del pagamento di un importo corrispettivo e con un progetto che dettaglia superficie d’intervento, modalità esecutive e prescrizioni, fino a un massimo di 50 tonnellate.
Di fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici, che vedono eventi sempre più estremi, occorre attivare tutte le sinergie possibili, pubbliche e private, per ridurre il rischio idrogeologico e questa normativa rappresenterebbe una pratica quotidiana di manutenzione “civile” con il coinvolgimento di cittadini ed imprese nell’attività di manutenzione e prevenzione. Inoltre, i cittadini e le imprese ne avrebbero anche un vantaggio economico.
E’ evidente che in questo modo si aumenta la manutenzione sui corsi d’acqua, senza costi aggiuntivi per i Consorzi e quindi per i cittadini, si riduce il rischio idraulico dovuto alla presenza di materiale solido che viene trasportato dalle piene finendo poi per mettersi di traverso dove ci sono ponti e sbarramenti, formando dighe che possono creare disastri imprevedibili.
Una pratica che permetterebbe, inoltre, di diminuire anche il materiale spiaggiato che compone il ‘lavarone’, che dopo ogni mareggiata invade le nostre spiagge, con costi crescenti per gli stessi balneari. Non solo, ma per le spiagge della Toscana, in aggiunta alla legge del Friuli, occorre prevedere che anche la raccolta di legname sulle spiagge sia libera, per cittadini ed imprese, senza nessuna autorizzazione preventiva e senza nessun costo.
Su questa proposta è mia intenzione avviare l’iter per una proposta di legge di iniziativa popolare (5.000 firme o tre consigli comunali) che avanzano la proposta.
Sono certo che la Regione Toscana, che ha una legislazione sulla difesa del suolo e sulla bonifica tra le più avanzate d’Italia, saprà accoglierla e farla propria”.