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martedì, Novembre 26, 2024

Rimodulazione del superbonus: ecco perché le banche già oggi sono di nuovo interessate al prodotto

Riceviamo e pubblichiamo in anteprima un articolo dell’esperto in materia creditizia Christian Dominici sulla questione del superbonus edilizio che sarà pubblicato sul prossimo numero di “Leasing Time Magazine”, il mensile di economia e finanze diretto da Gianfranco Antognoli.

Siamo convinti che ad oggi, data l’esigenza di rilanciare l’economia del nostro Paese con il coinvolgimento diretto degli investimenti delle famiglie, anche il sistema di cessione dei crediti potrà conoscere un rinnovato favore legislativo nei prossimi mesi.

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Già oggi le banche guardano con più attenzione al prodotto e hanno ricominciato ad acquistare bonus edilizi con maggiore continuità, e questo per due ordini di motivi:

  • il dl 17 febbraio 2023 che ha di fatto interrotto molte delle nuove cessioni di crediti edilizi, ma ha anche fornito per la prima volta una serie di regole certe agli operatori per poter acquistare i bonus edilizi in presenza di un corredo documentale minimo che garantisca l’effettività della “buona fede” del soggetto cessionario;
  • dal mese di maggio 2023 le nuove istruzioni dell’Agenzia delle Entrate all’utilizzo della piattaforma telematica di cessione crediti consentono per la prima volta alle Banche la quarta cessione da Banche a loro correntisti sia dei crediti tracciabili sia dei crediti non tracciabili, aprendo di fatto alle Banche maggiori possibilità di liberare la propria tax capacity utilizzata e di poter acquistare nuovi bonus edilizi.

La proposta lanciata dall’Ance, l’associazione nazionale dei costruttori edili, per la rimodulazione del superbonus (in vista delle modifiche degli sconti fiscali che il Governo sta elaborando) è senz’altro ben equilibrata altro aspetto della proposta dell’Ance: rispetto allo sconto fiscale del 70% resta un 30% non agevolato e l’Ance propone come strumento finanziario a sostegno di questo tassello i mutui “verdi”.

Questa tipologia di mutui è garantita dallo Stato, ed è protetta da un fondo apposito che potrebbe consentire tassi più bassi dei livelli di mercato. È importante sottolineare che i condomini, per lavori di questo tipo, sono solidalmente responsabili, per le banche risulterà quindi più complicato, al momento dell’erogazione del finanziamento, valutare con esattezza il numero di soggetti che rischiano di non riuscire a ripagare il debito, ed il merito di credito dei singoli condomini.

Christian Dominici

Un’altra complicazione per gli istituti di credito risiede nella proposta dell’Ance di attribuire a questa agevolazione una vigenza di lungo periodo (10/15 anni) a partire dal 1° gennaio 2024, con la possibilità per i contribuenti di scegliere il periodo di fruizione della detrazione (in 5, 10 o 20 anni). Se infatti l’Associazione punta a evitare “l’effetto imbuto” che ha caratterizzato spesso il superbonus, questa lunga durata risulta svantaggiosa per le banche, le quali, in caso di acquisto dei crediti, preferiscono sempre vigenze e frazionamenti più brevi (per esempio 5 anni).

In sostanza, la proposta dell’Ance è certamente vantaggiosa per i condòmini (che hanno la possibilità di vedere incrementare il valore della propria unità immobiliare usufruendo anche di agevolazioni fiscali) e per le finanze pubbliche (grazie alla compartecipazione con i privati), ma non ancora per gli istituti di credito. Le banche, infatti, guardano con maggior interesse a prodotti semplici e gestibili in maniera standardizzata: in questo caso, crediti edilizi con percentuale fissa, di breve durata e facilmente verificabili tramite due diligence.

Esistono quindi da settembre 2023 concrete possibilità di ripartenza del prodotto bonus edilizi, un prodotto a cui molto probabilmente dal mese di settembre anche il Governo italiano dovrà dare rinnovata considerazione. Un prodotto che in caso di avvio in tutta Europa di una più o meno debole fase recessiva, può sicuramente consentire al nostro Paese molteplici obiettivi primi tra tutti il reimpiego nell’industria dell’edilizia dei risparmi delle famiglie e quindi la ripartenza di un settore tradizionale ma pur sempre strategico, e la riqualificazione energetica dei nostri edifici sempre più obbligatoria al fine di rispettare le nuove regole della Comunità Europea.

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