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venerdì, Novembre 22, 2024

Sequestrate 6 tonnellate di pesce e chiusi 2 ristoranti. Fermati pescatori di gamberi rossi e rimossi attracchi abusivi

Come ogni anno, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha emesso il Decreto con cui si stabilisce il periodo di “fermo biologico”, consistente nel blocco totale delle attività di pesca a strascico. La finalità è quella di consentire alla fauna ittica di riprodursi. Quest’anno il periodo di interdizione è iniziato il 3 ottobre e terminerà il 1° novembre. E proprio in concomitanza di questo periodo che tutela il ripopolamento dei pesci, gli ispettori della Guardia Costiera hanno intensificato le attività di verifica nelle acque dell’arcipelago e sul territorio dell’intera Toscana.

Sotto il coordinamento della Direzione Marittima di Livorno i controlli sono stati rafforzati sia in mare che sull’intera filiera commerciale dei prodotti della pesca, nel corso dell’operazione denominata, appunto, “Stop Trawler”. Il bilancio è di 6 tonnellate di prodotti ittici sequestrati nei 166 controlli effettuati, in appena una settimana. Sono state passate al setaccio dai militari le attività di pesca in mare, sbarco, trasporto, distribuzione, vendita e somministrazione. 42 i soggetti multati e quasi 70.000 euro di sanzioni comminate con la chiusura di 2 ristoranti.

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Il materiale sequestrato

Nel dettaglio, il nucleo ispettivo regionale del Centro Controllo Area Pesca di Livorno ha sottoposto a sequestro amministrativo circa 1200 Kg di prodotto ittico rinvenuto presso un punto-vendita all’ingrosso a Campi Bisenzio (Firenze). Il sequestro è scattato perché l’ingente quantitativo di pesce, importato dalla Cina, è stato inserito nel circuito commerciale nazionale senza la prevista documentazione internazionale che ne attesta la legalità e quindi la sua idoneità al consumo. Al titolare dell’azienda è stata anche comminata una sanzione amministrativa di 1.500 euro. Analoghe verifiche sono state svolte presso i magazzini di un punto di vendita all’ingrosso di Piombino dove gli ispettori della Guardia Costiera hanno sequestrato circa 4.500 kg di prodotti ittici di dubbia provenienza e non correttamente etichettati.

In due diverse circostanze, inoltre, i militari di Livorno e Marina di Carrara, durante le attività ispettive eseguite congiuntamente ai funzionari del Dipartimento della prevenzione – Unità Sicurezza alimentare – dell’Asl Toscana Nord Ovest, hanno finanche accertato gravi carenze igienico-sanitarie che hanno condotto alla chiusura temporanea di due ristoranti di Livorno e Carrara.

Ulteriori controlli, preordinati ad attività operative più mirate, sono stati eseguiti mediante il metodo “Cross check” (controlli incrociati), un lavoro che prevede la verifica sulle banche dati informatiche relative alle catture e a quelle della commercializzazione. È cosi stato accertato dagli uomini della Guardia Costiera che alcuni pescherecci avevano pescato gambero rosso nelle acque toscane senza essere in possesso della prescritta autorizzazione rilasciata dal competente MIPAAF che riserva specifiche quote di cattura del prezioso crostaceo solo a pescherecci espressamente iscritti in appositi elenchi ministeriali.

L’operazione contro l’abusivismo ambientale

Inoltre, si è conclusa nei giorni scorsi anche una complessa attività di polizia ambientale condotta, sotto il coordinamento della Capitaneria di porto di Portoferraio, dai militari dell’Ufficio Locale Marittimo di Porto Azzurro lungo il litorale orientale dell’Isola d’Elba e finalizzata al contrasto degli abusi demaniali ed alla tutela dell’ambiente marino e costiero.

L’attività investigativa ha consentito di accertare, nel Golfo di Mola del Comune di Porto Azzurro, in uno specchio acqueo di circa 2.500 metri quadrati, il posizionamento di ormeggi abusivi realizzati con segnali galleggianti “artigianali” collegati a grosse ancore fissate sul fondale marino, dove sono presenti praterie di posidonea oceanica, che venivano utilizzati per creare dei punti di attracco permanenti per le unità da diporto. I sistemi di attracco abusivi oltre ad arrecare un grave pregiudizio per la sicurezza della navigazione e l’ineludibile sottrazione all’uso pubblico del tratto di mare interessato, danneggiavano il delicato ecosistema presente sui fondali marini, ricadente all’interno del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e nelle zone di tutela della Rete Natura 2000.

I militari della Guardia Costiera hanno proseguito l’attività di indagine lungo la costa, accertando che i responsabili delle suddette violazioni, operanti nel settore del noleggio di unità da diporto, avevano realizzato opere abusive a terra in totale difformità rispetto al titolo concessorio rilasciato. Pertanto si è proceduto a denunciare i responsabili alla competente Autorità Giudiziaria per innovazioni non autorizzate rispetto al contenuto della concessione e occupazione abusiva del pubblico demanio marittimo.

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