I 36 operatori volontari del servizio civile universale (Bando digitale 2023) dell’Azienda USL Toscana nord ovest hanno partecipato a un incontro di formazione sulla telemedicina applicata alla Diabetologia.
“L’utilizzo della tecnologia – spiega Rossana Guerrini, responsabile del servizio civile aziendale – garantisce una migliore esperienza di cure per gli assistiti. La telemedicina, ad esempio, sta diventando uno strumento chiave per garantire percorsi personalizzati e, in alcuni casi, la continuità delle cure. Ma davanti a questi innegabili vantaggi spesso si frappongono ostacoli legati alla scarsa capacità degli utenti, soprattutto anziani, a confrontarsi con i nuovi mezzi tecnologici. Per questo abbiamo voluto fortemente investire su queste ragazze e ragazzi in qualità di “protagonisti della facilitazione all’utilizzo della tecnologia digitale”. Il loro supporto si sta rivelando fondamentale per avvicinare i pazienti alle nuove tecnologie e quindi alle nuove possibilità messe a disposizione divenendo così un vero e proprio motore attivo nell’educazione al processo di digitalizzazione del Sistema Salute”.
L’incontro di formazione si è svolto in modo interattivo grazie alla disponibilità delle dottoresse Stefania Giuntoli e Francesca Pancani che hanno coinvolto i volontari cercando di far comprendere quanto l’importanza e la diffusione della telemedicina. Elemento di rilievo è stato l’intervento di Giulia Garda e Saverio Aiello, gli operatori assegnati alla Diabetologia di Livorno, che hanno presentato l’applicazione pratica relativa al monitoraggio del diabete. Le attività svolte sono parte di quelle inserite nel Piano di Transizione al Digitale 2022 – 2024 presentato dalla AUSL TNO a supporto delle attività definite dalle Cabine di Regia Telemedicina e Servizi al cittadino.
“Il diabete mellito – ricorda Graziano Di Cianni, coordinatore dell’Area Diabetologica dalla USL Toscana nord ovest e primario del reparto livornese – è una patologia cronica che necessita di molteplici e frequenti controlli. La telemedicina e soprattutto un team di cura adeguatamente formato, può garantire una maggior prossimità agli assistiti ovunque essi si trovino, ma per arrivare alla televisita è comunque necessario che il paziente o i suoi familiari siano messi nelle condizioni anche tecniche per poterne usufruire. Di questo specifico, ma fondamentale aspetto vorrei ringraziare oltre alla dottoressa Rossana Guerrini anche i due volontari selezionati che assieme all’operatore locale di progetto svolgono un lavoro prezioso, istruendo pazienti o familiari sulle modalità operative per poter accedere a questa possibilità dando anche informazioni relativamente ai supporti informatici necessari”.