Insegnante di filosofia e storia nei licei, cantautore, musicista e scrittore, Marco Rovelli non ha mai smesso di ricercare, interrogarsi, testimoniare, stupire nella speranza di provocare riflessioni, emozioni, reazioni, partecipazione. La parola e il canto. La scrittura fatta voce, inchiostro ed armonie a volte dissonanti, acustiche o elettriche, ma sempre fedele e coerente nelle sue plurime inquietudini, tematiche e sfaccettature: poesia, romanzo, saggio, biografia, racconto e comunque canto.
Giovedì 14 novembre alle ore 18, nella Sala della Resistenza del Palazzo Ducale di Massa, Marco Rovelli presenta il suo ultimo lavoro, il discolibro “l’attesa” autoprodotto da “l’innominabile editore”. Il contraddittorio con l’autore è assicurato dalla giornalista Camilla Palagi. Introduce Maurizio De Lucia dell’Associazione Alberto Benetti.
“Non un libro e nemmeno un disco – affermano gli organizzatori – . Nulla e molto di più allo stesso tempo. Fresco di stampa e incisione, “l’attesa” di Marco Rovelli è un crocevia di concetti etici sull’umano (con)vivere declinati in canti prima ancora che in dialoghi, entrambi maturati alla luce di una scrittura ventennale e di incontri, voluti o casuali, con il variegato mondo di persone, poeti, romanzieri, teatranti, filosofi, storici, attivisti, psicoanalisti, neuroscienziati e con “il se stesso” dell’autore”.
“Modellate musicalmente anche con la sapienza artistica del chitarrista Paolo Monti, canzoni autonome, a sé stanti, che stanno in piedi da sole e non hanno bisogno di spiegazioni – proseguono – . Canzoni, scaturite da urgenze emozionali ed espressive, da motivi e necessità contingenti che però finiscono per precipitare e risuonare, come diapason, in dialoghi, conversazioni e riflessioni su quella costellazioni di concetti fondamentali che hanno a che fare con la vita umana accendendo un faro o, forse più verosimilmente, un grido di allarme sul come viverla”.
“In un’epoca dalle tinte fosche della falsità e dei negazionismi – concludono gli organizzatori dell’incontro – , delle intimidazioni e delle paure, della invadente pubblicità televisiva sovraordinata al diritto umano, quando le parole anche urlate non bastano più a descrivere la violenza, il tormento, l’inadeguatezza, la sofferenza, il disagio, allora il canto che ridonda in etica per renderci consapevoli, o per provare ad esserlo. Una voce è solo una voce. Un canto può e deve essere un coro. Rovelli, con parole e canzoni, proverà a farlo nella Sala della Resistenza del Palazzo Ducale di Massa”.
L’appuntamento è promosso dall’Associazione Alberto Benetti in collaborazione con il Circolo ARCI 31 Settembre, il CAI, l’Accademia Apuana della Pace, il GrIG di Massa.