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venerdì, Novembre 22, 2024

Usi civici e statuto ASBUC: il consiglio si pronuncia. Appello dei frazionisti della Montagna anche a Giani

Si riunirà domani, mercoledì 17 agosto alle ore 20.30, in videoconferenza, il consiglio comunale di Seravezza. La seduta consiliare può essere seguita in diretta sulla pagina Facebook del Comune. Dopo le comunicazioni del sindaco, interpellanze, interrogazioni e risposte, l’ordine del giorno prevede i seguenti argomenti: la mozione presentata da Creare Futuro sugli strumenti partecipativi sugli Usi civici; la sostituzione della componente di minoranza nella commissione tecnica e di protezione civile; la ratifica dell’accordo tra Comune e Provincia di Lucca per la realizzazione del sottopasso ferroviario a Querceta. E, ancora, il tentativo di conciliazione in merito alla causa pendente, in corso di appello a Roma, tra la società Henraux, il Comune e la Regione; infine la discussione sullo statuto ASBUC.

In vista della prossima seduta consiliare in cui saranno prese decisioni sugli Usi civici, i frazionisti facenti parte dell’Assemblea dell’ASBUC della Montagna di Seravezza hanno indirizzato una lettera al sindaco Alessandrini e ai tutti i consiglieri comunali, lettera per la quale sta continuando la sottoscrizione fra i frazionisti. I firmatari invitano “gli amministratori a considerare attentamente nel loro percorso decisionale, tre aspetti in particolare:

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  • il danno erariale che si presume possa derivare da una conciliazione che preveda lo scambio di terre, che contengono bacini marmiferi, con somme non adeguate rispetto alla perdita e del danno;
  • la limitazione, se non la cancellazione, di una economia alternativa all’escavazione fino ad ora pochissimo considerata e, invece, soggetta ad ampie possibilità di sviluppo e di creazione di posti di lavoro;
  • la possibilità di un’invalidazione di una qualsiasi conciliazione, ciò legato al fatto che non siamo adesso in una situazione di completa vacanza di un Comitato ASBUC e, quindi, di supplenza, da parte del sindaco, di funzioni sia ordinarie che straordinarie, ma soltanto in un momento di attesa dovuto a valutazioni soggette a ricorsi di tipo amministrativo”.

I frazionisti chiedono ai consiglieri che “il sindaco faccia richiesta alla Corte di Appello di Roma, in accordo con la controparte, di un rinvio dell’udienza del 6 settembre e dia seguito alle procedure necessarie che portino all’indizione delle elezioni e si conducano con le popolazioni della montagna colloqui fatti di buona comunicazione e di vero e sincero ascolto”.

“Non desideriamo – prosegue la lettera – la chiusura delle cave, fonte economica e occupazionale, ma al tempo stesso chiediamo che vengano rispettati i diritti dei frazionisti e dell’ambiente evitando una escavazione selvaggia che lasci la montagna in condizioni irrecuperabili: non mancano tecniche e mezzi per poter lavorare diversamente. Non desideriamo vedere sbarre e cancelli con divieti di accesso e impedimenti che limitino il legittimo godimento delle nostre montagne”.

Inoltre, “molti frazionisti, tramite il Comitato ‘Comunità civica della Cappella’, hanno richiesto, il 26 aprile scorso, ai competenti uffici regionali le elezioni per il rinnovo dell’ASBUC, elezioni che dovevano svolgersi entro tre mesi dalla richiesta. Ma l’indizione delle elezioni non ha avuto seguito in quanto l’ufficio regionale competente ha inviato al Comune di Seravezza una lettera nella quale viene precisato che, non essendo stato perfezionato lo Statuto della precedente ASBUC, dette elezioni non potevano avere luogo. Alla data di oggi i frazionisti attendono ancora che siano indette le elezioni”. Il problema, secondo quanto riferiscono i frazionisti, sarebbe dovuto a ritardi nel perfezionamento dello statuto da parte dell’amministrazione comunale, statuto che peraltro sarà discusso proprio nella seduta di mercoledì.

Intanto il sindaco Alessandrini ha illustrato in una serie di incontri nelle frazioni un’ipotesi di conciliazione con la Henraux Spa, riguardo alla quale i frazionisti chiedono la possibilità di un approfondimento con “un testo scritto da esaminare e sul quale riflettere, consultarsi, proporre alternative”. Fra l’altro la proposta “è stata giudicata da molti frazionisti sbilanciata a favore della controparte alla quale verrebbero cedute ampie porzioni di terre”. Al riguardo la loro posizione è che “la proprietà di queste terre deve rimanere di carattere pubblico, non vogliamo che finiscano in mani private marmi preziosi e, soprattutto, acque sorgive che alimentano la vita e le attività economiche della Versilia tutta, un bene quello dell’acqua sempre più importante e sempre meno abbondante”. I frazionisti temono l’ipotesi di una sorta di privatizzazione del Monte Altissimo e sottolineano che “E’ nostro dovere, e impegno etico da onorare, che questo patrimonio collettivo, pervenutoci dalla notte dei tempi, di generazione in generazione, continui a essere a disposizione e godibile dalle generazioni presenti e da quelle che verranno e la delicata congiuntura economica che stiamo vivendo lo chiede con forza ancor più che in passato”.

Auspicano poi che “l’amministrazione inizi a modificare il suo sguardo e a considerare che esistono risorse importanti e bellezze paesaggistiche incomparabili che aspettano soltanto di essere valorizzate, è sufficiente volgere lo sguardo verso le nostre montagne per rendersene conto. Si attenda intanto la formazione di un nuovo Comitato ASBUC – concludono – e si faccia un lavoro capillare tra i cittadini, sia della montagna sia della pianura, per spiegare quanto è accaduto in passato e quanto sta accadendo nel presente”.

I frazionisti si sono mossi anche nei confronti della Regione Toscana. Infatti, in occasione nei giorni scorsi della sua presenza al Caffè della Versiliana, hanno consegnato al Presidente della Giunta regionale Eugenio Giani la richiesta non solo di un suo intervento, per quanto gli compete, nelle vicende legate alle richiesta di elezioni delle rappresentanze di ASBUC, ma anche di un incontro per essere ascoltati.

“Come frazionisti – gli hanno detto – , siamo seriamente preoccupati per le sorti delle terre di uso civico riconosciute. Si paventa il rischio che su di esse vengano prese decisioni sul loro destino, dalle quali si tornerebbe difficilmente indietro”. Chiedono quindi che sia promossa una maggiore consultazione, tanto più che al momento vi è “una gestione pro tempore dell’amministrazione ordinaria di ASBUC, in attesa della rielezione di un suo consiglio di amministrazione, per la quale i frazionisti hanno fatto formale richiesta di indizione di elezioni alla Giunta regionale, come previsto nella normativa regionale”.

Dopo aver ricordato di essere in attesa delle indicazioni per poter addivenire alle elezioni, si dicono preoccupati per le tempistiche e le modalità del processo decisionale, e che “non si sentono né rappresentati, né tantomeno tutelati”. Infine ricordano al Presidente Giani che “L’ASBUC esiste fin dal 2012, le terre di uso civico sono state dichiarate tali fin dal 1981 e confermate in una sentenza del 2008 e una del 2020, quest’ultima appellata dalla controparte. Il comitato ha esercitato la sua attività, regolarmente fino a marzo 2018 e nel corso del tempo sono state indette più elezioni senza che ci fossero ostacoli a farlo. Quale fretta c’è nel prendere una decisione sulle terre? Chi deve tutelare i diritti dei frazionisti della Montagna di Seravezza? I frazionisti, donne e uomini che in montagna vivono, chiedono che venga dato loro ascolto”.

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