Quarto weekend di programmazione per il 71° Festival Puccini di Torre del Lago con un nuovo debutto: venerdì 8 agosto andrà in scena Madama Butterfly (replica il 23 agosto). L’opera, che narra la triste storia della geisha Cio-Cio San, viene portata in scena nella produzione del 2020 con la regia, le scene e i costumi a cura di Manu Lalli: un allestimento essenziale ma fortemente simbolico, ispirato al teatro di figura e alle arti visive orientali. La cultura giapponese viene evocata più che rappresentata fedelmente, attraverso segni stilizzati e movimenti coreografici. L’impianto visivo esalta la dimensione rituale e tragica della vicenda dell’adolescente giapponese innamorata di un marinaio statunitense, con una forte attenzione all’interiorità dei personaggi e un uso schiettamente teatrale della luce e del colore.
La direzione musicale è affidata a Francesco Ivan Ciampa (che sostituisce l’indisposto Antonino Fogliani). Maria Agresta sarà Cio-Cio San, affiancata da Chiara Mogini (Suzuki), Francesca Paoletti (Kate Pinkerton), Vincenzo Costanzo (Pinkerton), Luca Micheletti (Sharpless), Nicola Pamio (Goro), Manuel Pierattelli (Yamadori), Andrea Tabili (Bonzo), Francesco Auriemma (Yakusidé), Roberto Rabasco (Il commissario imperiale), Francesco Lombardi (L’ufficiale del registro), Maria Salvini (La madre), Claudia Belluomini (La zia), Irene Celle (La cugina) e Valentin Dall’Amico Brambach (Dolore).
Gli spettacoli del weekend saranno aperti giovedì 7 agosto (ore 21.15) dalla terza e ultima recita della Bohème, affidata per Rodolfo e Mimì a due voci in ascesa e toscane come quelle del tenore fiorentino Carlo Raffaelli e del soprano di Pietrasanta Maria Novella Malfatti che proprio al festival di Torre del Lago ha conosciuto il mondo dell’opera; quindi Claudia Belluomini come Musetta (studi tra Lucca e La Spezia, primi passi nel musical); Vittorio Prato (Marcello), Italo Proferisce (Schaunard), Antonio Di Matteo (Colline). L’allestimento è quello del 2014 con la regia di Ettore Scola, ripresa per l’occasione da Marco Scola di Mambro. Una messinscena poetica e cinematografica che ricostruisce fedelmente la Parigi ottocentesca amata da Puccini e che è stata resa viva dalla presenza di nuovi interpreti. Le scene sono di Luciano Ricceri, i costumi di Cristiana Da Rold, le luci ancora una volta di Valerio Alfieri. Sul podio ci sarà Gaetano Soliman, che sostituisce l’indisposto Piergiorgio Morandi.
Infine sabato 9 agosto terza recita di Tosca protagonista il soprano Carmen Giannattasio, una delle più celebri interpreti odierne della protagonista pucciniana, al suo fianco – fuori programma a causa dell’indisposizione del previsto Jonathan Tetelman – torna a Torre del Lago il tenore Vittorio Grigolo questa volta come Cavaradossi. Il cast comprende poi Mikołaj Zalasiński (Scarpia), Luciano Leoni (Cesare Angelotti), Carlo Ottino (Il Sagrestano), Francesco Napoleoni (Spoletta), Paolo Pecchioli (Sciarrone), Omar Cepparolli (Un carceriere) e Francesca Presepi (Un pastore). Sul podio Giorgio Croci. La nuova regia – firmata da Alfonso Signorini insieme ai costumi e con le scene di Juan Guillermo Nova e le luci di Valerio Alfieri – punta a un racconto di forte impatto visivo e simbolico, ispirato dalla forza espressiva dei diversi luoghi di Roma evocati da Puccini ma soprattutto dalla modernità tragica della protagonista, Floria Tosca: donna, artista, vittima e ribelle. Ultima replica il 29 agosto.
In buca per ogni titolo c’è sempre l’Orchestra del Festival con il Coro e il Coro di voci bianche, diretti rispettivamente da Marco Faelli e Viviana Apicella.
Questo quarto weekend è arricchito dall’inaugurazione di una mostra che lega la storia del festival a quella dei capolavori di Puccini, ma soprattutto apre il percorso verso il centenario dal debutto di Turandot che sarà il titolo inaugurale del 2026. Giovedì 7 agosto alle ore 19, nel Giardino del Gran Teatro all’aperto Giacomo Puccini di Torre del Lago – Viareggio, il sindaco Giorgio Del Ghingaro e il presidente della Fondazione Festival Pucciniano inaugurano la mostra “…a riveder le stelle. Pietro Cascella tra scultura, scenografia e memori del teatro”, dedicata agli elementi scenici disegnati da lo scultore pescarese Pietro Cascella (1921-2008) per lo storico allestimento di Turandot del 2004, in occasione della 50ª edizione del Festival e dei trent’anni dalla scoperta del celebre esercito cinese di terracotta. Il progetto espositivo – curato da Valeria Pardini – presenta alcuni tra gli elementi scultorei concepiti da Cascella per il grande palcoscenico di Torre del Lago: architetture totemiche, forme essenziali che nel 2004 trasformarono la scena in uno spazio sospeso e rituale, profondamente coerente con la forza simbolica della partitura pucciniana. Quelle stesse opere tornano oggi a vivere nel Giardino del Gran Teatro che ospita già alcuni elementi scenici ideati da altri artisti, restituite alla fruizione pubblica come installazione permanente a cielo aperto, in dialogo con il paesaggio naturale e la memoria storica del Festival. Il titolo scelto per la mostra, “…a riveder le stelle”, richiama il celebre verso che chiude l’Inferno dantesco e che accompagna da sempre il pensiero visivo di Cascella, evocando idealmente il gesto del ritorno alla luce. Le sculture, sopravvissute al tempo e ora restaurate, diventano così presenze vive e testimoni di un teatro che continua a raccontarsi attraverso l’arte e la materia, a partire dal luogo che più di ogni altro conserva l’impronta di Giacomo Puccini. La mostra sarà visitabile gratuitamente nel Parco della Musica durante il Festival.