Nuovo fine settimana di programmazione per il 71° Festival Puccini di Torre del Lago-Viareggio. In scena le due opere “orientali” del compositore toscano, la cinese Turandot e la giapponese Madama Butterfly, rispettivamente venerdì 22 agosto e sabato 23 agosto alle ore 21.15 nel Gran Teatro all’aperto sulle rive del Lago di Massaciuccoli.
Un’importante novità segna il ritorno in scena dell’ultimo capolavoro del Toscano e cioè la realizzazione, per il secondo anno consecutivo, del progetto Tutti per Puccini grazie al contributo della Fondazione Banca del Monte di Lucca. Nato al Festival Puccini nel 2024, Tutti per Puccini è coordinato da Elena Di Giovanni e Francesca Raffi (docenti dell’Università di Macerata con numerose esperienze nel settore maturate presso altri festival e teatri italiani) e ha come obiettivo rendere l’opera fruibile a tutti, in particolare a persone con disabilità sensoriale e intellettiva. Il progetto si sviluppa in collaborazione con associazioni e famiglie legate al mondo della disabilità, per creare esperienze partecipative, con un coinvolgimento attivo per il benessere del pubblico. Tutti Per Puccini renderà le ultime due recite di Turandot del 22 agosto e del 5 settembre accessibili anche al pubblico cieco/ipovedente, sordo/ipoudente e con disabilità cognitive grazie a: trailer con sottotitoli, voce e traduzione in lingua dei segni italiana (LIS); audio introduzione (in italiano e in inglese) e audio descrizione in italiano tramite radioline dotate di monoauricolari, fornite dal Teatro; sottotitoli specifici per persone sorde trasmessi su dispositivi cellulari personali, insieme a supporti per una comoda e agevole lettura forniti dal Teatro; schede delle opere in easy–to–read, il linguaggio facile da leggere regolamentato dall’Unione Europea. Inoltre, ogni spettacolo del progetto sarà preceduto da un percorso multisensoriale alla scoperta del dietro le quinte, degli attrezzi di scena, dei costumi, delle scenografie e della musica di Puccini In entrambe le date, alle ore 19.00 il pubblico parteciperà a un percorso multisensoriale dietro le quinte – tra costumi, attrezzi di scena, scenografie e musica – con servizio di interpretariato LIS.

Venerdì 22 agosto Turandot, opera incompiuta di Puccini, verrà rappresentata nella versione completata da Franco Alfano e nell’allestimento del 2017 con la regia di Alfonso Signorini, allora al suo primo spettacolo d’opera; le scene sono di Carla Tolomeo e i costumi di Fausto Puglisi. Turandot sarà interpretata, in questa terza recita, dal soprano Courtney Ann Mills, mentre nel ruolo di Calaf arriva il celebre tenore Yusif Eyvazov, come Liù ritorna il soprano Carolina López Moreno, nel ruolo di Timur Vittorio De Campo. La produzione è caratterizzata da un impianto scenico visionario, che mescola esotismo e glamour in una Cina fastosa e simbolica, dominata da colori accesi, riflessi d’oro e rosso lacca, motivi orientaleggianti, pannelli mobili, sculture imperiali e scene notturne. Completano il cast Massimiliano Pisapia (Altoum), Stefano Marchisio (Ping), Andrea Tanzillo (Pang), Tiziano Barontini (Pong), Luca Dall’Amico (Un mandarino), Andrea Volpini (Il principino di Persia), Irene Celle e Maria Salvini (Ancelle). Sul podio dell’Orchestra del Festival Renato Palumbo; il Coro e il Coro di voci bianche, sono diretti rispettivamente da Marco Faelli e Chiara Mariani.

Sabato 23 agosto andrà in scena la seconda e ultima recita di Madama Butterfly. L’opera, che narra la triste storia della geisha Cio-Cio San, viene presentata nella produzione del 2020 con la regia, le scene e i costumi a cura di Manu Lalli: un allestimento essenziale ma fortemente simbolico, ispirato al teatro di figura e alle arti visive orientali. La cultura giapponese viene evocata più che rappresentata fedelmente, attraverso segni stilizzati e movimenti coreografici. L’impianto visivo esalta la dimensione rituale e tragica della vicenda dell’adolescente giapponese innamorata di un marinaio statunitense, con una forte attenzione all’interiorità dei personaggi e un uso schiettamente teatrale della luce e del colore. Debutta sul podio del festival Antonino Fogliani; Maria Agresta sarà Cio-Cio San, affiancata da Chiara Mogini (Suzuki), Francesca Paoletti (Kate Pinkerton), Vincenzo Costanzo (Pinkerton), Luca Micheletti (Sharpless), Nicola Pamio (Goro), Manuel Pierattelli (Yamadori), Andrea Tabili (Bonzo), Francesco Auriemma (Yakusidé), Roberto Rabasco (Il commissario imperiale), Francesco Lombardi (L’ufficiale del registro), Maria Salvini (La madre), Claudia Belluomini (La zia), Irene Celle (La cugina) e Valentin Dall’Amico Brambach (Dolore).
Giovedì 21 agosto ultimo appuntamento invece della rassegna di concerti “Nel giardino di Villa Paolina” a Viareggio. In quella che fu la residenza della sorella di Napoleone, omaggio a Pietro Mascagni a 80 anni dalla morte con “Son pochi fior”, concerto di sue pagine operistiche e da camera interpretate dai soprani Valentina Boi, Claudia Belluomini, Alessandra Meozzi, dal mezzosoprano Maria Salvini, dai tenori Alessio Borraggine, Alessandro Fantoni, Rocco Sharkey, dal baritono Sergio Bologna e dal basso Alessandro Ceccarini, accompagnati a pianoforte da Silvia Gasperini.

Nel Giardino del Gran Teatro all’aperto Giacomo Puccini di Torre del Lago – Viareggio, è possibile visitare la mostra “…a riveder le stelle. Pietro Cascella tra scultura, scenografia e memori del teatro”, dedicata agli elementi scenici disegnati da lo scultore pescarese Pietro Cascella (1921-2008) per lo storico allestimento di Turandot del 2004, in occasione della 50ª edizione del Festival e dei trent’anni dalla scoperta del celebre esercito cinese di terracotta. Il progetto espositivo – curato da Valeria Pardini – presenta alcuni tra gli elementi scultorei concepiti da Cascella per il grande palcoscenico di Torre del Lago: architetture totemiche, forme essenziali che nel 2004 trasformarono la scena in uno spazio sospeso e rituale, profondamente coerente con la forza simbolica della partitura pucciniana. Quelle stesse opere tornano oggi a vivere nel Giardino del Gran Teatro che ospita già alcuni elementi scenici ideati da altri artisti, restituite alla fruizione pubblica come installazione permanente a cielo aperto, in dialogo con il paesaggio naturale e la memoria storica del Festival. Il titolo scelto per la mostra, “…a riveder le stelle”, richiama il celebre verso che chiude l’Inferno dantesco e che accompagna da sempre il pensiero visivo di Cascella, evocando idealmente il gesto del ritorno alla luce. Le sculture, sopravvissute al tempo e ora restaurate, diventano così presenze vive e testimoni di un teatro che continua a raccontarsi attraverso l’arte e la materia, a partire dal luogo che più di ogni altro conserva l’impronta di Giacomo Puccini.