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domenica, Dicembre 22, 2024

Ecomuseo e Slow Food: primo concorso per proclamare le migliori farine di castagne dell’Alta Versilia

In programma sabato 14 dicembre l’iniziativa dell’Ecomuseo Alta Versilia che chiude il ciclo della castagna: dalla raccolta all’essiccazione alla battitura, fino alla farina e infine le ricette della tradizione di quello che veniva chiamato albero del pane, a sottolineare l’importanza del castagno nell’economia e nella sussistenza della civiltà contadina.

I partner del progetto chiudono il ciclo dedicato al tempo della castagna con la prima edizione del concorso per le migliori farine di castagna dell’Alta Versilia, organizzato da Slow Food Terre Medicee e Apuane in collaborazione con l’ISI Marconi Seravezza, e rivolto ai castanicoltori delle aree di Seravezza e Stazzema.

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Sabato pomeriggio alle 15 a Seravezza, presso la sede dell’Istituto Scolastico G. Marconi in via Via XXIV Maggio, si terrà l’assaggio ed esame di valutazione dei campioni di farine da parte della giuria selezionata da Slow Food e composta – come spiega Lamberto Tosi, fiduciario della Condotta Slow Food “Terre Medicee e Apuane” – da Ivo Poli (agronomo e presidente dell’ Associazione Città del Castagno), Stefano Bresciani (mugnaio e castanicoltore) e Alessio Bocconi (gastronomo e già fiduciario di Slow Food Lunigiana).

A seguire, la proclamazione dei vincitori (primo, secondo e terzo classificato) che saranno ospiti, inoltre, della cena finale realizzata dagli studenti della sezione alberghiero  dell’Isi Marconi, tutta interamente a base di castagna, attraverso un percorso fatto di ricette e lavorazioni recuperate dalla tradizione del nostro territorio.

Un momento di festa che l’Ecomuseo Alta Versilia ha voluto per celebrare ancora la castagna, dopo Castagneti in festa a ottobre, Metati Aperti a novembre con le visite guidate, la rievocazione storica della battitura e l’inaugurazione del forno di comunità a Minazzana.

L’iniziativa rientra nelle attività del progetto “Il Richiamo dell’Alta Versilia”, cofinanziato dal GAL Montagna Appennino: un progetto nato dall’amore per il nostro territorio – dicono i partner coinvolti – che significa conservazione, valorizzazione della storia e della memoria collettiva, cura del paesaggio, da attuarsi in modo partecipativo con il coinvolgimento di tutte le comunità e in un continuo scambio generazionale.

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