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martedì, Agosto 26, 2025

Festival Puccini, debutta la Manon Lescaut con l’allestimento di Mitoraj e tre grandi interpreti: Siri, Ganci e Sgura

Ultimo debutto al 71° Festival Puccini di Torre del Lago-Viareggio: sabato 30 agosto va in scena Manon Lescaut nella celebre produzione del 2002 firmata dall’artista Igor Mitoraj. Se una produzione comincia, una arriva al termine ed è quella di Tosca in scena per la quarta e ultima volta venerdì 29 agosto.

Manon Lescaut (in scena il 30 agosto e il 6 settembre) – dramma lirico in quattro atti su libretto ispirato al romanzo di Antoine-François Prévost – andò in scena per la prima volta al Teatro Regio di Torino il 1° febbraio 1893 e fu il primo grande successo di Puccini. Per questo ritorno in scena nel Festival sulle sponde del Lago di Massaciuccoli, a pochi passi dall’amata residenza del compositore, si è scelto di riproporre l’allestimento del 2002 ideato dallo scultore polacco Igor Mitoraj, autore di scene e costumi (ripresi rispettivamente da Luca Pizzi e Cristina Da Rold) con la regia di Daniele De Plano. I grandi volti blu di Mitoraj – sottoposti in questi mesi a restauro e che molti ricorderanno anche per essere parte del Parco della Musica e della scultura intorno al Gran Teatro all’aperto – tornano quindi in scena delineando uno spazio metafisico, solenne e sospeso, dove dialogano con la tragedia di Manon. L’atmosfera è atemporale, con una regia solenne che punta sull’impatto visivo delle forme e sulla loro carica simbolica, trasformando la vicenda in una parabola universale di caduta e perdizione.

Dirige l’Orchestra del festival il viareggino Valerio Galli, le luci sono di Valerio Alfieri. Maria José Siri debutta al festival interpretando la protagonista, accanto a Luciano Ganci (Des Grieux), Claudio Sgura (Lescaut), Giacomo Prestia (Geronte di Ravoir), Paolo Antognetti (Edmondo), Matteo Mollica (L’oste), Alessandra Della Croce (Un musico), Nicola Pamio (Il maestro di ballo), Manuel Pierattelli (Un lampionaio), Roberto Rabasco (Sergente degli arcieri), Omar Cepparolli (Il comandante di marina). Il Coro del Festival Puccini è diretto da Marco Faelli.

Manon Lescaut ventidue anni dopo averla realizzata – scrive Daniele De Plano – per la prima volta nel Teatro a cui sono, in assoluto, più legato. Manon Lescaut con le scene e i costumi, ora come allora, di Igor Mitoraj, amico, maestro e fonte di ispirazione perpetua del mio agire artistico. Questa la sfida, questa la mia ansia. Ora come allora un’ansia costruttiva, quella che muove a tirare le fila di un discorso più grande di una messa in scena, un discorso che riguarda il concetto stesso di Arte e in cui i protagonisti dell’opera sono archetipi”.

“Era il 2002 – ricorda nelle note di sala Luca Pizzi – : il maestro, come scrisse all’epoca Roberto Bernabò, si è immerso avidamente nella lettura di Manon Lescaut. Un’immersione di intelletto e sensi che ha portato il trasferimento di Manon dai luoghi classici dell’iconografia pucciniana a una dimensione poetica in cui classici e modernità, attraverso tanti volti senza volto, si trasformano in un percorso carico di suggestione e drammaticità. Una composizione dai toni potenti e coinvolgenti, proprio come quelli che provengono dal pentagramma pucciniano”. Così il maestro, nel mettere in scena la Manon Lescaut, ha unito la sua arte con quella di Puccini, confondendole in un unicum attuale ancora oggi e decidendo di portare le sue sculture sul palcoscenico. Ventidue anni fa ero il suo assistente scenografo, oggi ho l’onore e la responsabilità di rimetterlo in scena, ma adattandolo alle nuove esigenze di palco. Abbiamo lavorato molto sui cambi di scena, cercando di concentrarci, soprattutto nel passaggio dal terzo al quarto atto, su un solo cambio che renda il tutto molto veloce, per non far aspettare troppo gli spettatori. Per la parte estetica ho cercato di rispettare il più possibile quello che aveva fatto Mitoraj, adattandolo al nuovo palcoscenico”.

La Tosca (foto di Giorgio Andreuccetti)

Venerdì 29 agosto invece andrà in scena per l’ultima volta Tosca, nuova produzione del festival 2025, firmata per regia e costumi da Alfonso Signorini, le scene di Juan Guillermo Nova e le luci di Valerio Alfieri: uno spettacolo che punta al racconto di forte impatto visivo e simbolico, ispirato dalla forza espressiva dei diversi luoghi di Roma evocati da Puccini ma soprattutto dalla modernità tragica della protagonista, Floria Tosca: donna, artista, vittima e ribelle.

Come interprete della protagonista ci sarà il soprano statunitense di formazione spagnola Vanessa Goikoetxea (che sostituisce la prevista Valentina Boi). Al suo fianco il celebre tenore Francesco Meli come Cavaradossi – interprete del celebre pittore rivoluzionario neo maggirni teatri del mondo, tra cui la Scala – e il baritono Ivan Inverardi come Scarpia.

A dirigere ci sarà sempre Giorgio Croci, sul podio dell’Orchestra, del Coro e del Coro di voci bianche del Festival Puccini (diretti rispettivamente da Marco Faelli e Viviana Apicella). Il cast comprende poi Luciano Leoni (Cesare Angelotti), Carlo Ottino (Il Sagrestano), Francesco Napoleoni (Spoletta), Paolo Pecchioli (Sciarrone), Omar Cepparolli (Un carceriere) e Francesca Presepi (Un pastore).

La Tosca (foto di Giorgio Andreuccetti)

“La Tosca di Giacomo Puccini – scrive il regista – non finirà mai di catturare il nostro cuore. Intanto per potenza drammatica. La storia sviluppa e intreccia temi di assoluta modernità: passione, tensione erotica, gelosia, abuso di potere. E poi tutto si conclude con continui colpi di scena, che si susseguono di atto in atto e tengono avvinghiato lo spettatore alla poltrona. È la stessa sensazione che ebbe Puccini quando vide per la prima volta a teatro il dramma di Victorien Sardou a cui l’opera si ispira. Sarà una Tosca maniacalmente ricostruita come indicato dal compositore; firmando anche i costumi ho cercato di ricostruire uno spaccato della società di quel tempo, con una strizzata d’occhio alla contemporaneità”.

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