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venerdì, Novembre 22, 2024

“La meglio gioventù”: il Festival Puccini celebra i giovani e Pasolini con le composizioni di autori emergenti

Il Festival Puccini celebra i giovani e Pier Paolo Pasolini con lo spettacolo “La meglio gioventù”: quattro composizioni di autori italiani in prima esecuzione assoluta il 2 e 3 agosto a Torre del Lago nell’Auditorium Enrico Caruso (ore 21.15).

Tra le opere giovanili di Pier Paolo Pasolini spicca certamente la raccolta di poesie in friulano  La meglio gioventù (1954), un’opera  ricca di motivi d’interesse linguistico e ideologico-culturale scelta  dalla Fondazione Festival Pucciniano per celebrare Pasolini in quest’anno in cui si celebra il centenario della nascita. Alla #megliogioventù di Pasolini è dedicato il Festival Puccini 2022;  alla raccolta di poesie di Pasolini si sono ispirati i quattro giovani compositori a cui la Fondazione Festival Pucciniano ha commissionato la scrittura di quattro nuove opere. Lo spettacolo la meglio gioventù organizzato in due serate 2 e 3 agosto vedrà pertanto la prima esecuzione assoluta di quattro lavori musicali opera dei compositori  italiani Marcello Filotei, Salvatore Frega, Andrea Manzoli, Roberta Vacca.

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E come Pasolini che aveva dato vita ad un cenacolo-laboratorio di poesia, cultura,  ricerca linguistica raccogliendo intorno a se giovani di talento, così la Fondazione Festival Pucciniano con il suo percorso di valorizzazione dei giovani ormai da tre anni si fa committente di nuove opere offrendo loro una vetrina importante all’interno del Festival dedicato al compositore Giacomo Puccini. Il progetto voluto dal direttore artistico Giorgio Battistelli all’interno del programma del Festival Puccini per continuare il  percorso di novità e molteplicità, per un festival relazionale che vuole stabilire una relazione tra l’opera di Puccini e la creatività del tempo in cui viviamo.

Un progetto – quello di “#Lameglio gioventù – condiviso dalla “Struttura di missione per la valorizzazione degli Anniversari Nazionali e  della dimensione partecipativa delle nuove generazioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri” che ha inserito lo spettacolo nel programma delle celebrazioni pasoliniane.

Un progetto condiviso anche dalla Società Dante Alighieri, che condividerà lo spettacolo in streaming sui propri social, seguiti in tutto il mondo dalla rete dei comitati Dante Alighieri (ore 15 del giorno successivo allo spettacolo).

Salvatore Frega

Domani sera, martedì 2 agosto, si parte con “Lux, Ignis” di Salvatore Frega, una composizione che prende spunto da “Il Chiarore”, poesia di Pier Paolo Pasolini, tratto dall’opera: La meglio gioventù. Una ricerca sonora, quella del compositore, che racconta, in un sistema percettivamente tridimensionale, la dualità dell’Uomo, il bianco e il nero, il bene e il male, la luce e il fuoco. Una composizione scandito da 4 momenti, ben delineati tra loro, con un tempo iniziale che descrive la luce e un momento finale che racconta il fuoco, contornata da due intermezzi: la creatività e il contatto dell’uomo con il divino. Un viaggio, quello del compositore, che aspira alla luce, al Chiarore. In Salvatore Frega “e nella sua musica è presente una sinestesia fra suoni e colori, sperimentata da Goethe in avanti ma realmente approfondita dal compositore – scrive Renzo Cresti – . Il nuovo percorso di Frega sembra approdare a risultati originali, quasi unici, basati non su un impressionistico accostamento ma su una progettualità precisa”. 

Seguirà la composizione di Roberta Vacca “Luzòurper voce di bambino, soprano, attore e ensemble su testo di Pier Paolo Pasolini da ‘La meglio gioventù’. “Nella lettura de ‘La meglio gioventù’ di Pasolini ho notato la presenza di molti colori come elementi pittorici che danno forza ai versi e li ho scelti come linee guida per ‘comporre’ il testo del mio lavoro – afferma l’autrice – . Ci sono colori che mettono allegria con una natura vitale o che la tolgono quando questa acquista ancora più forza e diventa minacciosa, colori della povertà, delle città, dell’Italia campestre, dell’infanzia, del tempo che passa, della desolazione: tinte dirompenti che trasudano emozioni. Li ho raggruppati in 7 categorie che contengono al loro interno sfumature (grigio, buio, nero, scuro/giallo/chiaro, luce, bianco, sbiancato, lucente/celeste, azzurro, blu/verde, verdolino/rosa/rosso, scarlatto) che, seguendo anche alcune teorie dei colori, ho legato alle diverse visioni cromatiche della mia composizione secondo criteri timbrici/ritmici/melodici/armonici/gestuali”.

Roberta Vacca (foto di Luigi Cardi)

“Ciascuna sezione del testo – prosegue la compositrice – , attraverso frammenti estrapolati da diverse poesie, costruisce un mondo a sé e contribuisce, nell’insieme, a raccontare, il ricordo della ‘gioventù’ di un uomo, vissuta intensamente tra gioie e sofferenze. La voce narrante ripercorre la sua vita interrogandosi, a tratti, sul ‘colore degli occhi di un Angelo’, presenza inquietante e incombente. Il tema della morte che questa figura porta con sé, quasi come ‘Angelo sterminatore’, è stato associato musicalmente alle prime sette note della sequenza gregoriana “Dies irae” e all’accordo mistico di Skrijabin, che il compositore russo ha usato nel suo ‘Prometeo’ per esplorare le sinestesie (cromestesie). La vitalità e l’impegno di quella generazione sono sottolineati da una ballata piemontese (omaggio al mio maestro Azio Corghi) e da un inno alla forza dell’unione. Una figura femminile vocalizzante aleggia a tratti sottolineando alcuni momenti di riflessione dell’uomo, a volte cullante come una ninna-nanna, a volte gioiosa come una festa da ballo che scivola nei toni mesti: una voce priva di parole che lega il mondo del ricordo (l’uomo) al presente (il bambino). Alla voce del bambino è affidato un ritornello che compare tra le 7 sezioni e per cui ho scelto una poesia/filastrocca della raccolta pasoliniana. Tale refrain prende spunto dal frammento di un antichissimo canto e ballo medievale friulano, “Schiarazule Marazule” (musicato successivamente da Giorgio Mainerio, 1535/1582): una danza propiziatoria per la pioggia che qui, con ritmo e melodia danzanti, viene proposta con ‘colorature’ sempre cangianti ad accompagnare l’ostinata fissità della voce infantile. Partendo dalla pronuncia nell’idioma friulano dei versi scelti per questo ritornello e da un’onomatopea citata dallo stesso Pasolini in una sua poesia (‘il triste ‘tintinulà’ dei grilli’), ho spesso evidenziato, nella mia composizione, i ‘suoni’ della natura enfatizzando la naturale fisicità di ciascuno strumento, quella pura naturalezza che la stessa voce bianca reclama, nonostante l’ineluttabilità del testo, e con cui s’impone nel finale trascinando tutti con sé al suono di una pioggia purificatrice”.

Roberta Vacca, pianista e compositrice, è docente presso il Conservatorio “Casella” di L’Aquila, dove ha compiuto anche i suoi studi musicali, proseguendoli presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e l’Accademia Chigiana con Azio Corghi. Vincitrice di numerosi premi e riconoscimenti Nazionali e Internazionali, compositrice residente presso Mac Dowell Colony (Usa, Fondazione per le Lettere e per le Arti di Bogliasco e Residenza d’Artista “Le Ville Matte”, ha al suo attivo diversi lavori eseguiti in Italia e all’estero, presenti in cinque monografie e diverse raccolte discografiche di varie etichette.

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