Iniziata l’edizione invernale de Gli Incontri del Principe a Viareggio, la rassegna ideata e condotta da Stefano Zurlo, inviato de Il Giornale, con Manila Alfano, autrice del libro “Cent’anni da Principe“. Ospite del primo appuntamento è stato ieri pomeriggio, al Grand Hotel Principe di Piemonte, l’inviato di guerra Fausto Biloslavo, che scrive per Il Giornale, Il Foglio, Panorama e collabora con Radio 24 e i TG Mediaset. Il giornalista ha parlato a fondo della crisi in Medio Oriente e del rapporto tra Hamas e Israele, oltre che del conflitto in Ucraina.
Ecco alcune affermazioni di Biloslavo.
Sull’attacco del 7 ottobre
“Quanto accaduto il 7 ottobre era inimmaginabile per gli israeliani. Ma è impossibile che i loro servizi di intelligence non sapessero niente, probabilmente è stato sottovalutato. Non pensavano che Hamas potesse arrivare a tanto e avere la capacità organizzativa militare di realizzarlo. Uno shock che penso sarà l’epitaffio politico per il premier Netanyahu, tutti gli imputano delle responsabilità”.
Sugli ostaggi
“Israele militarmente ha liberato un ostaggio. Ne rimangono ancora molti tra soldati, donne e civili. Solo un accordo può portare alla liberazione. Non è semplice entrare nei tunnel di Gaza e liberare un ostaggio, è quasi impossibile”.
La popolazione di Gaza e Hamas
“La popolazione di Gaza, che subisce l’attacco israeliano, inizia a imputare ad Hamas di aver fatto un passo più lungo della gamba il 7 ottobre, con questo attacco stragista e la presa degli ostaggi”.
Sulla durata della guerra
“Si andrà avanti ancora per un bel po’, all’inizio le stime parlavano dai 3 a 6 mesi, con un rischio che vivremo ogni giorno dell’allargamento del conflitto”.
Sul suo lavoro di inviato di guerra
“La paura c’è sempre ed è importante tenerla sotto controllo perché serve come campanello di allarme. A volte serve fare anche un passo indietro, la prima regola è comunque portare a casa la pelle. Anche in Israele e Palestina mi sono trovato in situazioni difficilissime. La morte l’abbiamo vista in faccia tante di quelle volte da capire in anticipo che sta per arrivare e serve quell’attimo che ti salva la vita”.
Sull’Ucraina
“L’Ucraina è stata un po’ dimenticata. Ancora oggi nel Donbass c’è una cittadina in prima linea in cui i cittadini vivono sempre nelle stesse condizioni: con le granate che volano sopra le teste, senza acqua portata dalle autobotti, senza gas, con i viveri che non sempre arrivano”.
Su Albatros, la sua press agency
“Iniziai questa avventura con Almerigo Grilz e Gian Micalessin. Almerigo è stato il primo giornalista italiano ucciso in un conflitto, in tempo di pace, dopo la seconda guerra mondiale. Purtroppo dopo di lui ce ne sono stati una dozzina. La sua morte fu un duro colpo e subito dopo fui catturato per sette mesi a Kabul in Afghanistan ma abbiamo deciso comunque di andare avanti, anche autonomamente. Avevamo fatto la promessa, a noi stessi e a lui, di ricordarlo. Dallo scorso anno gli abbiamo intitolato un premio giornalistico e ora, grazie a una casa di produzione di Roma e a Rai Cinema, si stanno concludendo le riprese di un film a lui dedicato che si chiamerà “Albatros”.
Sulla fine delle guerre
“Tutte le guerre finiscono. Credo che la guerra in Ucraina si congelerà lungo forse il fiume Dinipro. Si riparlerà di offensiva per gli ucraini a primavera. Loro hanno raschiato il fondo del barile degli arruolamenti, hanno avuto tantissime perdite. Tra morti e feriti se ne stimano 100 mila, ma potrebbero essere di più. Tra i russi, tenendo numeri al ribasso, 300 mila. Tutto questo in neppure due anni. Una guerra in cui non ha vinto nessuno. Un gioco al massacro da entrambe le parti. La cosa che preoccupa è che abbiamo un mondo in guerra che ci circonda e non vorrei che si continuasse così”.
Gli incontri proseguono oggi, sabato 2 dicembre. Alle 16, Zurlo converserà con il direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti, autore del libro intervista con la presidente del consiglio Giorgia Meloni: “La versione di Giorgia” (Rizzoli ed.). Sallusti guiderà il pubblico nei meandri della politica italiana: le tensioni per la manovra di Bilancio, le elezioni regionali e il voto delle europee alle porte, i rapporti non sempre facili fra le forze di governo. E racconterà le dinamiche delle opposizioni, alla ricerca di una non facile intesa per creare un campo largo alternativo al centrodestra.
Alle 18, confronto fra due governatori: il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Sarà un modo per mettere allo specchio due diverse impronte amministrative: quella di centrosinistra di Giani e quella di centrodestra di Toti. Ma sarà anche l’occasione per misurare gli effetti sui territori della politica nazionale, con le scelte legate alla manovra, al Pnrr, ai bonus e agli incentivi. Tutti gli appuntamenti si svolgeranno alla sala Butterfly del Grand Hotel Principe di Piemonte.