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venerdì, Novembre 22, 2024

“Che la Festa cominci…”: inaugurata da Vittorio Sgarbi alla Gamc la mostra che racconta la storia del Carnevale

Taglio del nastro oggi per la mostra d’arte curata da Roberta Martinelli, direttrice del Museo del Carnevale, che racconta la storia della manifestazione, allestita presso le Sale della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Lorenzo Viani di Viareggio. All’inaugurazione era presente il Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi.

“Che la Festa cominci…”: come si legge sulla pagina Facebook della Fondazione Carnevale, è questo il titolo della grande mostra allestita per celebrare i 150 anni del Carnevale di Viareggio. “Un evento amato dal pubblico che giunge da tutto il mondo – afferma la Fondazione – per assistere alle sfilate delle gigantesche costruzioni allegoriche realizzate dai maestri della cartapesta. Nato nel 1873 come sfilata di carrozze nel giorno di Martedì Grasso è oggi riconosciuto come uno degli eventi spettacolari di maggior coinvolgimento popolare”.

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L’inaugurazione della mostra (le fotografie e il testo sono tratte dalla pagina Facebook della Fondazione Carnevale)

Ospitata nelle sale della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Lorenzo Viani” di Viareggio, la mostra intende rievocare la vicenda storica dei festeggiamenti del Carnevale mettendone in evidenza la sua evoluzione dal secolo XVIII al secolo XIX. La mostra riunisce più di settanta opere tra dipinti, disegni e incisioni.

“Guardando con attenzione i quadri proposti – si legge nella presentazione – vediamo affiorare i segni dei cambiamenti che percorrevano quel mondo in festa. Da questa straordinaria raccolta, proveniente dalle più prestigiose collezioni pubbliche e private, prende corpo un convincente racconto della secolare vicenda storica impersonata dal Carnevale. Il cammino del tempo è come scandito dalle rappresentazioni che gli artisti hanno dedicato al Carnevale che si rivela una efficace testimonianza del mutare dei tempi e delle dinamiche sociali che li hanno caratterizzati. Dotato di una sua peculiare vitalità, il Carnevale è riuscito a superare tanto i radicali mutamenti politici come la diffusa ostilità dei poteri consolidati”.

Per dare inizio alla narrazione di questa storia è stato scelto il quadro “Il carro d’oro” di Paul Schor del 1664 conservato alla Galleria degli Uffizi di Firenze. Al centro del dipinto che ci rimanda al Carnevale celebrato in quell’anno a Roma, si impone la massiccia figura di un grande carro d’oro. La sua mole che sovrasta tutta la scena e ancor più la sua esibita colorazione di un oro sfavillante, trasmettono la volontà di affermazione di una condizione di potenza che quel Carnevale era stato chiamato a celebrare. Sicuramente a questo pensava il principe Giovanni Battista Borghese, patrizio romano di alto rango che, di quella straordinaria mascherata fu il promotore. Ma forse il principe Borghese non immaginava che quella scena che aveva progettato –un grande carro che tirato da animali, preceduto e seguito da gente in maschera, avanzava in mezzo alla folla – sarebbe divenuta il modello ispiratore di tante successive celebrazioni del Carnevale.

Sicuramente di quel Carnevale che dal 1873 si prendeva a festeggiare a Viareggio. Questa funzione di archetipo viene esplicitata da altri elementi caratterizzanti quel carro a cominciare dalla complessa macchina meccanica che grazie ad un ingegnoso sistema di ingranaggi manovrati dall’interno faceva muovere un grande drago ed un’aquila che, dalla sua bocca, lanciava confetti.

Le altre opere proposte che consentono di documentare l’evoluzione del Carnevale, pongono in evidenza l’apparizione delle carrozze adottate dai signori per prendere parte alla festa, rimarcando il loro ruolo preminente e la loro propensione munifica che si manifestava nel ripetuto atto di gettare dolciumi e cibarie alla folla che li circondava. Per l’occasione i signori dismettevano i loro tradizionali abiti per indossare quelli dei protagonisti della Commedia dell’Arte, primo tra tutti Arlecchino.

 Alle maschere italiane la mostra riserva uno spazio particolare che culmina con la celebrazione della loro ultima creatura, il gioioso Burlamacco, dal 1931 simbolo del Carnevale di Viareggio, che la felice mano di Uberto Bonetti realizzò come sintesi delle più note maschere della Commedia dell’Arte.

I tanti fili dipanati, svolgendo una storia di secoli fatta di esperienze vissute con l’ansia di una vita più bella, si ricongiungono e trovano fusione in quella cultura del Carnevale che è insieme memoria e sentimento, ingegno e fantasia, che da 150 anni animano il Carnevale di Viareggio.

 La mostra “Che la festa cominci…” è stata realizzata grazie alla partecipe collaborazione di importanti musei italiani, raccolte d’arte di fondazioni bancarie, archivi, biblioteche e collezioni private. Tra le opere esposte una tela del patrimonio artistico di Intesa Sanpaolo la “Dama con mascherina” di Felice Boscarati (Verona 1721 – Venezia 1807).

Le opere in mostra individuate attraverso la ricerca storico ed iconografica provengono dai seguenti istituti:

  • Le Gallerie degli Uffizi, Firenze
  • Galleria d’Arte Moderna, Palazzo Pitti, Firenze
  • Galleria Palatina, Palazzo Pitti, Firenze
  • Archivio Storico- Teatro del Maggio Fiorentino, Firenze
  • Museo di Roma-Palazzo Braschi, Roma
  • Museo di Roma in Trastevere, Roma
  • Biblioteca Museo Teatrale SIAE, Roma
  • Museo Civico-Palazzo Morando, Milano
  • Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze
  • Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca
  • Fondazione Carnevale di Viareggio
  • Comune di Viareggio
  • Intesa Sanpaolo
  • Collezioni private

La mostra resterà aperta fino al 30 aprile, col seguente orario: da martedì a venerdì ore 15,30-19,30; sabato e domenica ore 9,30-13,30 e 15,30-19,30; lunedì chiuso.

Visite guidate: 5 – 12 – 16 – 19 febbraio ore 16; 21 e 25 febbraio ore 15,45

Il catalogo della Mostra è pubblicato da La nave di Teseo

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