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domenica, Febbraio 2, 2025

Dalle feste di inizio ‘800 alla storia musicale del Carnevale di Viareggio. Viaggio esperienziale a Villa Paolina

La musica è festa. E’ gioia, coinvolgimento, condivisione. E’ storia, tradizione. E’ cultura. A Viareggio è un ricco patrimonio di canzoni scritte per celebrare il Carnevale e il suo racconto satirico e allegorico, per sintetizzare, con strofe e parole, un’identità collettiva.

Il percorso espositivodella mostra “Feste & Musica” accolto nelle sale di Villa Paolina dal 2 febbraio all’11 maggio, con l’allestimento di Roberta Patalani, è un viaggio immersivo in questa storia musicale che inizia nel 1921 con la prima canzone di Icilio Sadun e Lelio Maffei. Da allora sono state scritte pagine e pagine per celebrare la magia del Carnevale di Viareggio.

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In Mostra è esposta una selezione di spartiti e testi musicali conservati all’Archivio Storico del Museo, in Cittadella, per un racconto che focalizza l’attenzione anche sulle canzoni per i carri. Infatti, oltre ai brani “ufficiali”, come ci racconta Mario Tobino in Sulla spiaggia e di là dal molo, la storia del Carnevale conserva tantissime composizioni scritte per le opere allegoriche dei maestri. Molte delle quali hanno raggiunto una fama e una notorietà anche maggiori rispetto alle ufficiali. Su tutte Andasti o giovinastro al gran veglione a cui il medico scrittore dedica l’intero capitolo sul Carnevale del romanzo che narra Viareggio, individuandola come summa del “Carnevale di Viareggio da me amato, il felice, il glorioso”.

Prima che a bordo dei carri arrivassero impianti fonici, l’animazione musicale era affidata a piccole orchestrine e alle voci dei figuranti che cantavano la canzone ufficiale e quella composta per il carro. Il testo di questi componimenti veniva stampato su carta velina colorata, distribuito alle maschere. Oggi quelle stampe, gli spartiti e rare registrazioni sono testimonianza di quei brani. Dalle strofe è possibile cogliere il senso allegorico, satirico, divertente, caricaturale che aveva il carro per il quale erano state composte.

Grazie al Fondo Rodolfo Puccetti, donato alla Fondazione Carnevale e conservato all’Archivio Storico, riemergono dal passato testi e spartiti di canzoni per carri allegorici (la selezione arriva fino agli anni Ottanta) che ci regalano uno spaccato sui temi della satira. Una parte del materiale in mostra invece proviene dal Fondo Aldo Valleroni, anch’esso donato al Carnevale e conservato in Cittadella, che raccoglie anche due vinili 45 giri celebrativi della canzone “Mi va di cantare” composta da Vincenzo Buonassisi, Marino Marini, Giorgio Bertero e Aldo Valleroni che Louis Armstrong interpretò al Festival di Sanremo del 1968, esibendosi in italiano.

Nel percorso della mostra è celebrato il Pot-pourri su le canzoni del Carnevale di Viareggio (1921-1940) composto da Icilio Sadun nel 1946, per il primo Carnevale del Dopoguerra. Pagine manoscritte di spartiti e parti staccate per orchestra che miscelano la rassegna dei brani per i carnevali dal 1921 al 1940. Nella sala delle proiezioni sarà possibile riascoltarlo grazie alla registrazione dell’interpretazione dal vivo che ne fece l’Orchestra dell’Istituto Boccherini di Lucca nel 2019 al Teatro Jenco.

Una sala è invece dedicata all’altro simbolo della musica del Carnevale di Viareggio: la Libecciata. In mostra lo storico labaro del complesso bandistico, strumenti musicali, costumi e ricordi. Le sale dell’appartamento monumentale di Paolina Bonaparte raccontano, infine, in modo immersivo le atmosfere delle feste di Carnevale di inizio Ottocento.

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