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mercoledì, Marzo 26, 2025

“Il bucato”, svelato per la prima volta un disegno inedito di Giorgio Michetti ispirato da una conversazione

Giorgio Michetti nacque a Viareggio il 7 dicembre 1912, per cui il 7 dicembre di quest’anno avrebbe compiuto 113 anni. Lui questo traguardo lo avrebbe voluto raggiungere, ma a 107 anni il 17 giugno 1919 la morte lo colpì improvvisamente nel suo studio di via San Francesco. Proprio fra i quadri di una mostra che qui aveva allestito come omaggio a se stesso, una volta constatato che gli altri stentavano a farlo. E pensare che due giorni prima l’avevamo incontrato seduto alla sua scrivania mentre dava gli ultimi ritocchi ad un “guazzo” che gli era sembrato scolorito; ma non solo, perché mentre stava lavorando con gli occhi sempre più vicini al foglio che si stava continuamente arrotolando, ebbe modo di chiedermi che cosa avrebbe potuto fare dopo la mostra in cui aveva esposto tutto se stesso. Evidente che il pensiero della morte era molto lontano da lui.

Pittore di fama internazionale, dopo una vita trascorsa a Milano e nei luoghi lombardi dove ha lasciato il segno, Giorgio Amilcare Michetti – questo il suo nome completo – tornò nella sua città natale nel 1977 all’età di 67 anni. E fu un ritorno a dir poco trionfale, perché l’Assessorato alla cultura del tempo gli organizzò subito a Palazzo Paolina una grande mostra antologica di sue opere eseguite dal 1928 a quell’anno. Ricordando nell’ occasione che la sua prima mostra pubblica venne allestita nel 1929 presso il palazzo comunale di Castiglioncello, mi venne fatto di dire che quando ero ragazzo assistevo spesso al “bucato” che un’anziana che tutti chiamavano “Pescia” – non so il perché – era prassi che venisse a farlo quando tanta biancheria sia era accumulata nel cassettone. Così almeno a Bagni di Lucca dove sono nato e abitato fino al secondo dopo-guerra. Visto che Michetti mi stava ascoltando con interesse, gli spiegai tutti i passaggi dell’ operazione, rievocando una “tranche de vie” che sembrava lontana anni luce.

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Passarono alcuni giorni e quando per l’ennesima volta tornai a far visita a Giorgio Michetti nello studio di via San Francesco, appena entrato mi disse: “chiudi gli occhi”. Quando li riaprì mi trovai davanti un cartoncino verticale – debitamente firmato – con sopra tre figure che stupendamente rappresentavano le fasi salienti di quel “bucato” che gli avevo descritto. Ebbene questo cartoncino è tornato alla luce in questi giorni riordinando il cassetto più basso della scrivania, dove trovano spazio le cose che non mi servono più. Quindi è un inedito che si aggiunge alla folta produzione pittorica di un artista del quale non si parla più.

Dopo la sua morte infatti il più profondo silenzio è calato sul suo nome, anche se per i suoi funerali nella chiesa di Sant’Antonio, gremita fino all’impossibile, l’omelia funebre strappalacrime di un suo amico ebbe ad essere un peana per un personaggio che sarebbe rimasto imperituro fra i grandi nomi di Viareggio. Per questo riproponiamo oggi questo cartoncino che nei suoi limiti è un piccolo capolavoro, per la sintesi del soggetto – ovvero il “bucato” – per il tratto di penna senza incertezze e per la sequenza dal basso in alto delle tre fasi del lavoro. Ovvio che sia dispiaciuto per non avere apprezzato al momento – come giusto che fosse – questo cartoncino, che oggi acquista un valore inestimabile nel ricordo di un amico, di un artista e di un uomo che sembrava immortale, perché aveva 107 anni e non li dimostrava. Per questo pubblichiamo oggi per la prima volta “Il bucato”.

Mario Pellegrini

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