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giovedì, Settembre 19, 2024

Il pittore versiliese Mauro Gliori espone a Palazzo Ducale le sue opere nel segno della toscanità

Mauro Gliori, toscanità e altre storie” è il titolo della rassegna pittorica inaugurata oggi – giovedì 5 settembre – nell’Antica Armeria di Palazzo Ducale, a Lucca. La mostra è organizzata e curata dall’associazione culturale Il Minotauro e gode del patrocinio della Provincia di Lucca e del Comune di Lucca.

Curata da Domenico Monteforte, la mostra di Gliori è composta da una selezione di opere, alcune delle quali molto recenti, che attraversano la produzione artistica del pittore versiliese toccando contenuti apparentemente slegati ma indissolubilmente radicati nel progetto artistico di Gliori. 

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In occasione della preview dedicata alla stampa, erano presenti, oltre all’autore e al curatore, il vicepresidente della Provincia, Nicola Conti, l’assessore alla cultura del Comune di Lucca, Mia Pisano, e i rappresentanti dell’associazione Il Minotauro.

Toscanità e altre storie” raccoglie e rivela in mille sfaccettature e in svariati toni cromatici, il mondo visto con gli occhi attenti e scrupolosi di un artista che sa toccare le corde più profonde dell’animo umano. La pittura di Mauro Gliori predilige i temi del paesaggio toscano, del Circo e del mare. Quest’ultima è molto ricorrente nei dipinti dell’artista versiliese: un mare agitato che sferza l’arenile con grandi alberi spiaggiati, corpi dolenti e recisi che spogliandosi poco a poco rivelano tronchi ormai privi di vitalità eppure potenti e saldi, antichi guerrieri di un tempo passato.

“Conosco l’uomo e conosco l’artista che riflette nei suoi lavori il proprio spirito spesso colmo di malinconia – afferma sulla produzione artistica dell’autore il curatore della mostra,  Domenico Monteforte –. Lo riconosco in quei cieli tormentati che sprigionano un tramonto ricco di colori che vanno dai rossi accesi ai bruni delle nuvole, in uno scorrere impetuoso di passaggi tonali a volte azzardati, ma sempre ben calibrati e di indiscutibile forza cromatica. I cipressi diventano il contrappunto preciso e puntuale sul quale l’artista costruisce e definisce la sua personale visione pittorica”. 

“La pittura di Gliori – prosegue Monteforte – ha sempre questa tensione melodica di mettere una nota contro l’altra, combinando armonie coloristiche che si uniformano restando però autonome e distinte mentre l’architettura delle case e delle Pievi toscane, così ordinate e geometricamente costruite, serve a dare ordine alla realizzazione del dipinto, ma è nel gesto, nel colore, nella pennellata ampia e decisa che l’arte di Mauro Gliori si rivela: i toni si fanno morbidi o violenti, i primi piani spiccano con ricchezza di dettagli in un susseguirsi di luce e ombra, di detto e non detto, in una suggestione cromatica che rivela passione e raziocinio, ardore e calma”.

Sul tema del Circo il curatore Monteforte sottolinea che “Il ciclo del circo rivela un ulteriore spaccato della personalità artistica di Gliori, qui i colori accesi e vividi dei costumi, dei tendoni e dei volti, si riflettono nell’inquietudine di un mondo decadente, sopraffatto da falsi miti che appaiono come pagliacci goffi e intristiti nei loro panni di colori accesi. Un grido di dolore soffocante e silente quello che ci rivela l’artista in queste opere, una denuncia e nello stesso tempo un campanello d’allarme a chi si lascia trasportare dalle sole apparenze che spesso si rivelano per quello che sono: vanità e solitudine”. 

Mauro Gliori in merito alla sua pittura spiega che “Il colore rappresenta, a mio avviso, non un’identità astratta, ma autentica energia che contribuisce a rendere viventi le cose dentro uno spazio non materiale ma evocativo”.

Biografia

Mauro Gliori – classe 1952, versiliese, è stato ostetrico-ginecologo fino al 2015 all’Ospedale Versilia. All’impegno professionale in sanità ha affiancato fin da ragazzo quello artistico cominciando con schizzi e copie dei lavori del grandi Maestri del ‘500, affascinato dalla figura del nonno paterno, uno degli scultori prediletti da Leone Tommasi da cui apprende i segreti dell’anatomia umana e animale nonché i princìpi fondamentali della prospettiva. 

Da più di trent’anni dipinge alla ricerca di quello site e di quel segno che lo pose ben presto all’attenzione dei critici. 

La Toscanità e il Circo sono i due grandi temi affrontati dall’artista toscano nei suoi lavori. Anche se in apparenza possono sembrare temi distanti, in realtà sono accomunati dal sapiente abbinamento dei colori e della delicatezza delle trame e la poetica della materia presa in esame. Ha esposto in numerose collettive accanto a nomi prestigiosi come Mitoraj, Marinsky, Sheppard, Grassi, Du Barry, Capotondi, Vangi e Botero. Non si contano le mostre personali allestite in Italia e all’estero e i premi, tra cui quello nella sezione emergenti nella Quadriennale di Roma 2002 e il premio Van Gogh a Lecce nel 2012. 

Oltre all’attività pittorica coltiva anche la passione per la scrittura nell’ambito della quale spicca il saggio scritto a quattro mani con il critico Rai, Dario Salvatori, sul festival di Sanremo.

Info mostra

La mostra sarà aperta nell’antica Armeria di Palazzo Ducale dal 5 al 21 settembre, dal lunedì al sabato con orario 16.30 – 19. Chiuso la domenica.

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