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Comune di Viareggio
mercoledì, Febbraio 26, 2025

Inclusione, il centro CE.SE.R di Viareggio continua a crescere. Le attività diventano “Boline – robe sostenibili”

Un nuovo nome – “Boline – robe sostenibili”- che campeggia all’ingresso e all’interno del centro CE.SE.R. di Viareggio per evidenziare la crescita della struttura e delle attività, all’insegna dell’inclusione, che vi vengono portate avanti.

La novità è stata illustrata oggi dal direttore della Zona distretto della Versilia Alessandro Campani insieme a tutti i dirigenti e gli operatori che collaborano ai servizi.

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I percorsi che vengono attuati nella sede di via dei Comparini si sono sviluppati negli anni, nel comune di Viareggio, dalla co-progettazione tra Azienda USL Toscana nord ovest e un’associazione temporanea d’impresa – ATI in cui risulta capofila l’associazione di secondo livello Fiori di Loto ETS insieme a tre cooperative sociali – Calafata, Nanina e Millefiori – con il supporto della Fondazione di Coesione Sociale.

L’ambizioso e innovativo progetto, legato a tutto il territorio della Zona distretto della Versilia, ha permesso di potenziare le attività esistenti al CE.SE.R. e di creare nuove attività, attraverso il connubio tra i servizi territoriali e le iniziative degli enti del terzo settore. L’obiettivo era quello di favorire l’integrazione sociale di persone con disturbi mentali, dipendenze, disabilità a rischio di esclusione sociale, spostando la centralità degli interventi dalla patologia alla persona e fornendo a ciascuno un percorso ad hoc che possa consentirgli di potenziare le proprie autonomie e sviluppare le proprie capacità.

Adesso, con gli utenti in carico che sono passati da 70 a 160, si promuove un ulteriore cambio di passo, espresso anche dal nuovo nome scelto per le attività: “Bolina – ha spiegato Alessandro Campani – è un termine marinaresco, quindi legato alla Versilia, che ha un importante valore simbolico: è un’andatura che consente alla barca a vela di risalire il vento mantenendo un angolo rispetto al vento reale compreso fra i 60° e i 37°. Con la pratica, l’esperienza e le conoscenze è possibile imparare a navigare in bolina in modo efficiente e sicuro. La capacità di risalire il vento consente, tra l’altro, di raggiungere destinazioni che altrimenti sarebbero inaccessibili. Questa condizione particolare richiede però un maggiore sforzo fisico rispetto ad altre andature, perché le vele devono essere continuamente regolate per mantenere l’angolo ottimale. E’ lo stesso impegno costante che viene richiesto ai nostri operatori in questo centro, ma i risultati che stiamo raggiungendo ci ripagano del duro lavoro quotidiano. Oggi facciamo un bilancio di un anno della struttura e il nuovo nome Boline – robe sostenibili e la sua nuova rappresentazione grafica costituiscono un risultato del lavoro fatto e un invito a proseguire su questa strada, aprendosi sempre di più anche all’esterno”.

“E’ importante il metodo di lavoro che stiamo portando avanti – ha sottolineato Marica Ghiri, incarico di complessità organizzativa per la Versilia del Servizio sociale non autosufficienza e disabilità – partendo dalla progettazione e dalla concertazione per arrivare a una vera e propria co-progettazione. Questa nuova maniera di fare welfare è reso possibile dalla collaborazione tra la Zona e vari enti e soggetti del terzo settore, con una grande integrazione che riguarda gli utenti ma anche gli operatori, pienamente inseriti nei percorsi e in grado di seguire gli ospiti nelle attività concrete che qui si portano avanti ogni giorno”.

“Il nostro servizio – ha proseguito Ghiri – rileva i bisogni a livello locale e poi cerca di venire incontro alle esigenze delle famiglie, sviluppando sempre più progetti individuali per le persone. I dati dimostrano che l’affluenza è raddoppiata e abbiamo fatto fronte a questo aumento di impegno anche con alcuni miglioramenti organizzativi. Portiamo inoltre avanti un confronto costante con i servizi territoriali della salute mentale, adulti e infanzia e adolescenza”.

I coordinatori di Fiore di Loto ETS Valentina Landucci Raffaello Giannini hanno fatto il punto delle attività svolte, grazie a équipe multidisciplinari e laboratori: “La flessibilità – hanno sottolineato Landucci e Giannini, insieme a tutti gli altri operatori – è una delle caratteristiche principali di questo lavoro, con il pubblico che si interfaccia con terzo settore e con la comunità. Il consistente aumento degli utenti comporta un carico maggiore ma è anche un segnale che la struttura funziona e l’obiettivo è continuare a lavorare così, dando risposte anche alle fasce più giovani. Grazie all’unione d’intenti interveniamo infatti, sempre nell’ambito della salute mentale e della disabilità, rivolgendo la nostra attenzione anche ai minori. E’ un’organizzazione può essere d’esempio, non solo a livello locale, ed è in grado di venire incontro alle esigenze e alle sensibilità di ogni utente. Questo è ovviamente un aspetto che rende orgogliosi gli operatori impegnati ogni giorno sul campo”.

Nel centro di via dei Comparini vengono garantiti diversi percorsi: alcuni di carattere ludico motorio e riattivazione muscolare (palestra funzionale, ginnastica dolce, AFA, arti marziali, tiro con l’arco etc.); altri legati a formazione e orientamento propedeutico all’inserimento lavorativo (agricoltura sociale, cucina, sartoria e lavanderia, varie attività di artigianato e di riparazione); altri ancora per la formazione di volontari ed educatori rivolta anche a giovani al termine del percorso scolastico, con l’obiettivo di creare un volontariato professionalizzato. Si svolgono o sono previste anche varie ulteriori attività di socializzazione e collaborazioni con il sistema scolastico territoriale per creare canali di formazione e orientamento nei confronti di alunni fragili, attraverso percorsi inclusivi all’interno del CE.SE.R..

Si tratta dunque di un modello innovativo, sia nell’approccio metodologico che nell’insieme delle attività proposte, che sta diventando un vero e proprio “hub inclusione”.

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