Una vicenda che aiuta a far capire i grandissimi problemi della Giustizia italiana. Jonella Ligresti ha raccontato la sua drammatica odissea, una storia di malagiustizia sconcertante.
Lo ha fatto nel corso di uno de “Gli Incontri del Principe” andato in scena sul palco in piazza Maria Luisa a Viareggio con la conduzione di Stefano Zurlo inviato de “Il Giornale” che modera tutti i talk show.
Jonella Ligresti ha spiegato con lucidità il suo inferno: quattro mesi di carcere, otto mesi di domiciliari per l’inchiesta Fondiaria Sai condotta dalla Procura di Torino. Un anno della vita buttato via prima di una condanna, la revisione del processo e poi il proscioglimento totale da due accuse precise e gravi: falso in bilancio e aggiotaggio.
“Proprio in questi giorni – ha detto Jonella Ligresti – stiamo formalizzando il deposito della richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione. Anche se non c’è una cifra sufficiente per ristorarci dopo quello che abbiamo passato. La nostra famiglia è stata arrestata ad eccezione dei miei due figli. La più grande di 19 anni ha dovuto prendere in custodia il fratellino”.
La vicenda dei Ligresti parte nel luglio 2013 con l’arresto in Sardegna durante le vacanze. “Uno choc con la permanenza in tre carceri: Cagliari, Torino e San Vittore. A Torino è stato un inferno. Il cappellano mi consigliò addirittura di rinnegare il mio cognome quando invece sono fiera di essere figlia di Salvatore Ligresti, un imprenditore che ha ‘pensato’ Milano e il suo sviluppo che è sotto gli occhi di tutti”.
Poi, dopo un anno di processo, la prima condanna nell’ottobre 2016 a 5 anni e 8 mesi, condanna che viene successivamente annullata nel marzo 2019 dalla Corte d’Appello di Torino. Infine il Gip di Milano, accogliendo la richiesta della Procura, dopo ben 8 anni proscioglie Jonella Ligresti da tutte le accuse perché infondate. Il racconto di quei terribili mesi di carcere ingiusto fatto dal palco di Viareggio è stato terribile.
“Il sistema carcerario italiano – ha sottolineato la Ligresti – va totalmente riformato come la giustizia e mi fa dispiacere che il referendum non abbia ottenuto il quorum. Così come è gestito adesso il sistema carcerario italiano non serve a nulla. E a livello giudiziario la detenzione in molti casi serve ad estorcere confessioni o patteggiamenti anche se l’indagato non ha fatto nulla. Io ho resistito perché sono una donna forte – ha spiegato Ligresti – ma altri non ce l’hanno fatta. Mio padre è morto e solo dopo è stato riabilitato”.
Ma quali sono state le conseguenze economiche per quello che era un impero, l’impero della famiglia Ligresti? “Ci hanno arrestato tutti – ha detto la signora Ligresti –siamo stati sottoposti a sequestri, abbiamo sostenuto spese legali e di consulenza ingentissime. Abbiamo fronteggiato anche un contenzioso importante con Unipol e abbiamo più di un sospetto che tutta la nostra vicenda sia stata strumentale per affossare un gruppo che non c’è più. E che si sia voluti arrivare a questa conclusione”.
“Gli Incontri del Principe” in piazza Maria Luisa continuano stasera, venerdì, alle 21.30 con l’intervista di Stefano Zurlo a Sonia Bruganelli, imprenditrice e moglie di Paolo Bonolis. L’ingresso, come sempre, è libero.