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giovedì, Settembre 19, 2024

La Butterfly chiude il Festival Puccini. Torna l’edizione del 2004 firmata Hewitt, Yasuda e Regina Schrecker

La 70esima edizione del Festival Puccini, dedicata ai 100 anni dalla morte di Giacomo Puccini, si chiuderà con la Madama Butterfly che celebra i 120 anni dalla prima che avvenne il 17 febbraio 1904 al Teatro alla Scala e che andrà in scena il 31 agosto e il 7 settembre prossimi.

Per celebrare questo capolavoro  la Fondazione Festival Pucciniano riprende uno dei suoi più longevi allestimenti. La “Butterfly di Kan Yasuda” torna sul palcoscenico del Gran Teatro Giacomo Puccini ben 24  anni dopo il suo primo debutto: era il 2000 quando lo scultore accettò la proposta di firmare con il suo stile creativo le scene del capolavoro di Puccini dando il là  al progetto Scolpire l’Opera che poi avrebbe portato tanti altri artisti figurativi a realizzare le scenografie delle opere pucciniane. 

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Un allestimento che è in scena a Torre del Lago dal 2000 ma che è stato applaudito e premiato con grandi successi in Giappone, in Germania, negli Stati Uniti e in molti altri teatri italiani.

Questa edizione dell’opera è la stessa che venne realizzata nel 2004 sempre con la regia di Vivien Hewitt, la scenografia dello scultore giapponese Kan Yasuda e con costumi di Regina Schrecker che già nel 2000 aveva realizzato, sempre per questo Festival, gli abiti di scena per quest’opera. Fu un’edizione che ebbe molto successo fino al 2004 ma che mostrava, sia nei costumi che nella scenografia, una rappresentazione classica della cultura giapponese.

Regina Schrecker, Kan Yasuda e Vivien Hewitt

Nel 2004, per i 100 anni dalla prima, sapendo che l’opera sarebbe andata in tournée all’estero compreso il Giappone, fu deciso di realizzare una messa in scena senza tempo. “I giapponesi non amano vedere rappresentate dagli occidentali la loro storia e le loro tradizioni perché lo considerano come una mancanza di rispetto. – ricorda Regina Schrecker, che molto bene la civiltà e la cultura orientale, dato che per tanti anni ha portato la sua moda in Cina, in Giappone e in Mongolia. – L’idea di una messa in scena senza tempo è stata vincente. Fu infatti un grande successo non solo in quel paese, come anche alla chiusura dell’Expo del 2005 ad Aichi, ma anche in altri. Sono convinta che lo sarà anche in questa edizione del Festival”.

Regina Schrecker, che ha sempre apprezzato fin da bambina il teatro, ha realizzato i costumi mettendoci professionalità, passione ma soprattutto accettando una sfida davvero affascinante e impegnativa iniziando dallo studio dell’opera. “Prima di disegnare gli abiti ho letto il libretto, ho voluto conoscere la vita del compositore e l’epoca in cui Giacomo Puccini ha ambientato Madama Butterfly. – continua la stilista – Il Maestro non è mai stato in Giappone ma nei primi del ‘900 la cultura giapponese andava molto di moda in Europa”.

L’idea di una messa in scena senza tempo è venuta all’artista Kan Yasuda le cui opere, in particolare quelle che si trovano nella sua isola, Hokkaido, sono enormi e minimaliste realizzate in marmo nel suo laboratorio di Pietrasanta dove vive ormai da molto tempo.

“Per me è stata una grande sfida – prosegue Regina Schrecker – perché i miei costumi dovevano, e devono ancora oggi, accordarsi con la scenografia che, nonostante sia molto contemporanea, celebra anche il simbolismo racchiuso nella cultura giapponese”.

La scena infatti è dominata da una grande scultura curva e minimale di Ken Yasuda realizzata in materiale leggero dagli artisti dei carri del Carnevale di Viareggio. I costumi sono gli stessi che sono stati realizzati nel 2004 e sono indossati da tutti, protagonisti, coro e comparse, seppur adattati alla fisicità di ognuno dalle mani esperte delle sarte. “Sono stati realizzati con tessuti spalmati, cioè tessuti su cui è stata applicata una patina di materiale plastico che dona lucidità – spiega la stilista – I colori sono chiari in modo che possano essere colorati dalle luci del teatro. L’effetto è davvero molto bello”.

In particolare Cio Cio San, che per Regina Schrecker è comunque una donna forte nonostante la sua fragilità di donna innamorata e innocente, indosserà un semplice abito bianco con sopra un mantello rosso da sposa in organza, molto vaporoso e di grande effetto, che mette in risalto il suo stato d’animo. “Il suo amore per Pinkerton è vero e puro – conclude la stilista – lei rinuncia alla sua cultura, alla sua famiglia e alla sua religione per sposarlo e vivere come sua moglie”.

L’opera sarà diretta dal Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli, Cio Cio San è interpretata da Valeria Sepe (31 agosto) e Marina Medici (7 settembre), Suzuki da Anna Maria Chiuri, Pinkerton da Vincenzo Costanzo e Sharpless da Vincenzo Bologna. Per questa occasione Regina Schrecker ha creato anche un foulard ispirato a Madama Butterfly. Un modo per far sì che la la cultura sia davvero patrimonio di tutti.

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