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domenica, Agosto 10, 2025

“L’arte della memoria”: doppia mostra per celebrare il centenario di Serafino Beconi e l’eccidio di Sant’Anna

Una doppia esposizione artistica per celebrare, da un lato, l’81° anniversario dall’eccidio di Sant’Anna di Stazzema e, dall’altro, il centenario della nascita di Serafino Beconi. Ventuno opere del pittore versiliese, infatti, sono protagoniste dell’esposizione temporanea intitolata “Serafino Beconi, l’arte della memoria” che rappresentano il percorso umano e artistico attraverso tele segnate da toni drammatici e da simboli fortemente evocativi: elementi che dialogano coi luoghi della memoria e invitano a riflettere sul valore della pace e della testimonianza.

Il sipario sulla doppia esposizione sarà aperto martedì 12 agosto: la mattina alle 12.15 nell’ambito delle iniziative istituzionali della strage del 1944 presso La Fabbrica dei Diritti (Sant’Anna di Stazzema) – spazio museale del Parco Nazionale della Pace; il pomeriggio, alle 17,30, nelle sale di Villa Argentina a Viareggio. L’esposizione sarà visitabile fino al 31 agosto. Saranno presenti il presidente della Provincia di Lucca Marcello Pierucci, e le autorità civili e istituzionali. 

L’iniziativa intende rendere omaggio, attraverso l’arte, alla memoria collettiva e ai valori di pace e testimonianza. In esposizione 21 opere provenienti dal patrimonio artistico di proprietà della Provincia di Lucca che raccontano il percorso umano e pittorico di Beconi: un linguaggio figurativo intenso, carico di simboli, che si fa interprete della tragedia di Sant’Anna e di ogni barbarie. 

La rassegna artistica – curata dalla storica dell’arte Antonella Serafini e dal direttore del Parco nazionale della Pace Michele Morabito – è organizzata e promossa dalla Provincia di Lucca, in collaborazione con il Parco Nazionale della Pace di Sant’Anna di Stazzema e la Fondazione Banca del Monte di Lucca, nonché con il contributo al progetto artistico della famiglia Beconi che ha assicurato la presenza ad entrambe le inaugurazioni previste. Si aggiunge poi il patrocinio dell’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) e dell’associazione Le nostre Radici, realtà attivamente impegnate nella tutela della memoria storica e nella promozione dei valori democratici.

Serafino Beconi, l’arte della memoria” – con 15 opere esposte a Viareggio e 6 a Sant’Anna di Stazzema – rappresenta un’occasione per riscoprire un artista radicato nel territorio capace di parlare al presente, attraverso un linguaggio universale e profondamente umano. Beconi rielabora i vari linguaggi dell’arte del Novecento, a partire dalla lezione di Guernica di Picasso, e trova una sintesi tra verità artistica e verità storica, e attraverso immagini e colori di profonda intensità emotiva interpreta la fragile umanità delle vittime della strage, soffocata dalla violenza nazifascista.

“Le tracce lasciate dal secondo conflitto mondiale nell’animo dei sopravvissuti sono presenti in tante forme nelle espressioni artistiche elaborate in tutti i paesi, vincitori e vinti, che portano con sé le ferite di barbarie di cui sono stati capaci i colti ed evoluti uomini occidentali – scrive la curatrice Antonella Serafini -. Beconi è l’esempio di un sentimento comune a molti di coloro che, scampati alla guerra, subirono poi la catastrofe della coscienza. Colpevole, vergognoso di essere sopravvissuto – come egli stesso ripeteva – avvertì come una missione e un dovere dare testimonianza attraverso la sua arte di quanto era accaduto”.

“L’artista, per anni, sembra quasi non riuscire a dipingere altro – prosegue Serafini – : concentrato su quegli eventi, dà vita a 260 opere fra quadri, disegni, acquerelli, gouaches, la maggior parte dei quali realizzati fra il 1959 e il 1963. Beconi annota e svolge singoli episodi, visioni, attimi: ora intenerito dai bambini, ora agghiacciato dai roghi, ora svuotato superstite, ora mesto seppellitore. Decine e decine di storie individuali, tanto simili nella vita quotidiana, sono d’un tratto accomunate anche da una stessa morte: quadro dopo quadro, cinquecentosessanta esseri umani divengono un unico gesto colto nella flagranza del risveglio, della paura, dell’agguato, della fuga, della morte”.

“Le opere in esposizione – conclude la curatrice – danno al contempo testimonianza della forza dell’intero corpus e della dimensione della tragedia, rese peraltro di nuovo drammaticamente attuali dalle tragedie che si stanno consumando sotto i nostri occhi, oggi, a Gaza, in Ucraina e in tutti gli altri luoghi della terra dove si perpetuano le atrocità della guerra”.

Serafino Beconi nasce a Torre del Lago nel 1925 e muore a Viareggio nel 1997. 

Nel 1943, compiuti diciotto anni, rifiuta la chiamata alle armi, viene arrestato, fugge ma poi si costituisce. Successivamente, in seguito a un’amnistia, viene arruolato nel corpo dell’aeronautica ma la caserma viene presa dai tedeschi e Beconi è fatto prigioniero e deportato. Dopo una serie di peripezie riesce a scappare e torna a Torre del Lago ed entra nel CNL toscano. Iscritto al PCI lascia il partito nel 1946 perché il disaccordo sul voto a favore dell’art. 7 della Costituzione.

Nel 1945 si diploma maestro, professione che eserciterà tutta la vita. La sua formazione artistica invece è da autodidatta. Espone per la prima volta nel 1947 dove ottiene anche il primo riconoscimento, il Primo premio per la pittura. Ha partecipato a numerose rassegne collettive e allestito personali in Italia. Sue opere sono collocati in spazi pubblici, fra questi ricorda il bassorilievo in terracotta dedicato a due giovani uccisi dai nazifascisti collocato all’esterno della chiesa di Torre del Lago. Ha partecipato da protagonista la vita culturale della Versilia; nel 1980 è stato fra i fondatori dell’Associazione Artisti Versiliesi; nel 1990 ha fondato la rivista Sinopia che ha diretto sino alla morte, pubblicata fino al 2003. 

Il ciclo di Sant’Anna di Stazzema. La strage viene esposto per la prima volta nel 1964 a Viareggio, successivamente a Livorno e, nel 1965, a Firenze nella sede della redazione fiorentina dell’Unità. Nel 2001 l’intero corpus è stato allestito a Palazzo Ducale, a Lucca, sede della Provincia, con la pubblicazione di un catalogo di tutte le opere che lo compongono.

La strage di Sant’Anna di Stazzema: dall’eccidio alla memoria 

“La strage del 12 agosto 1944 si inserisce nel contesto di quella che molti storici hanno definito ‘guerra ai civili’, ovvero la strategia tedesca di colpire le popolazioni durante la ritirata sulla Linea Gotica”. Così scrive Michele Morabito, direttore del Museo del Parco Nazionale per la Pace di Snat’Anna di Stazzema, inquadrando uno degli episodi più drammatici della seconda guerra mondiale. Nei giorni precedenti la strage, formazioni partigiane erano transitate nei monti sopra la Versilia, poi abbandonati all’arrivo della 16ª Divisione SS Panzer-Grenadier. All’alba del 12 agosto 1944, tre colonne del 2° Battaglione del 35° Reggimento SS salirono verso Sant’Anna da Monte Ornato, Ruosina e Farnocchia; una quarta formazione bloccava l’accesso da Valdicastello. A Mulina di Stazzema fu ucciso il parroco don Fiore Menguzzo. I soldati, guidati da fascisti locali, raggiunsero il paese, allora rifugio di numerosi sfollati. I nazifascisti rastrellarono la popolazione, radunando donne, bambini e anziani nelle stalle e nei fondi. E li massacrarono. Gli uomini, temendo un rastrellamento di manodopera, si erano nascosti nei boschi. In poche ore furono uccise oltre 500 persone, tra cui 130 bambini sotto i 16 anni e 8 donne incinte.

Tra le vittime anche il parroco don Innocenzo Lazzeri, che offrì la propria vita per salvare la comunità. Gesti di coraggio civile furono compiuti da Genny Bibolotti MarsiliMilena Bernabò e Cesira Pardini, che riuscirono a salvare bambini e familiari: a loro sono state conferite le Medaglie d’Oro al Merito Civile, a don Lazzeri quella al Valor Civile. Per anni la strage fu ignorata e priva di giustizia. Solo nel 1994, con il ritrovamento dell’Armadio della Vergogna, il caso fu riaperto. Il processo, celebrato tra il 2003 e il 2005, portò alla condanna in contumacia di dieci ufficiali delle SS, sentenza confermata nel 2007: una verità storica e giuridica, seppur senza esecuzione della pena.

A mantenere viva la memoria è, dal 1971, l’Associazione Martiri di Sant’Anna di Stazzema. Nel 1991 fu fondato il Museo Storico della Resistenza, e nel 2000 nacque il Parco Nazionale della Pace, su iniziativa dell’on. Carlo Carli e del sindaco Giuseppe Conti, per volontà del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Il Parco è l’unico in Europa dedicato alla costruzione della pace attraverso la memoria. Oggi il Parco accoglie oltre 30mila visitatori l’anno, tra cui più di 200 gruppi scolastici da tutta Italia e dall’estero. Nel 2024 la Commissione Europea ha conferito a Sant’Anna di Stazzema il Marchio del Patrimonio Europeo, riconoscendolo come “luogo della memoria che commemora le sofferenze subite dalle popolazioni civili durante le guerre” e come spazio di riflessione sui valori democratici e sui diritti fondamentali dell’Europa.

L’esposizione temporanea “Serafino Beconi, l’arte della memoria” – ad ingresso libero – resterà aperta fino al 31 agosto.

SEDI ESPOSITIVE

Villa Argentina – Via Fratti 44 (angolo Via Vespucci) – Viareggio

Tel. 0584 – 1647600; info@villaargentinaviareggio.it

Orari di apertura

  • Martedì e venerdì: 9:30 – 13:30 / 15:00 – 18:30
  • Mercoledì, giovedì e sabato: 9:30 – 13:30

La Fabbrica dei Diritti – Parco Nazionale della Pace – Sant’Anna di Stazzema

Tel. 0584 772025; santannamuseo@comune.stazzema.lu.it

Orari di apertura

  • Domenica: 10:30 – 18:00
  • Altri giorni su prenotazione (tel. 0584-772025)

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