Predato il nido di fratino alla Lecciona: l’annuncio viene dalle associazioni COT (Centro Ornitologico Toscano), Legambiente Versilia, Lipu e Wwf Alta Toscana che in una nota chiedono maggiori controlli sulla zona e sottolineano come il ritrovamento del nido del piccolo volatile a rischio di estinzione fosse “stato accolto con entusiasmo da cittadini e rappresentanti delle istituzioni come la riprova che quei pochi chilometri di Riserva Naturale rivestono per la vita selvatica”.
“Una nidificazione singola, però, avvenuta più fortuitamente grazie al meteo fresco e piovoso che ha impedito il tipico affollamento sulla spiaggia dei ponti festivi – prosegue la nota – : grazie alla scarsa frequentazione una coppia di fratini ha trovato il coraggio di deporre le sue uova! Nonostante l’area sia stata prontamente delimitata e sorvegliata con tempestività dai volontari di COT, Legambiente, Lipu, Wwf, con una straordinaria partecipazione di tanti comuni cittadini, per garantire ai fratini di poter covare senza rischiare di essere calpestati, è capitato ciò che in natura può accadere: il nido è stato predato durante la notte da una volpe o più probabilmente da un cane, a giudicare dalle impronte. Un evento cui i fratini solitamente reagiscono deponendo un’altra covata dopo pochi giorni, ma, ahi-noi, la coppia ha immediatamente abbandonato il sito: troppo disturbo lungo tutti i 2.5 km di Riserva Naturale”.
“A questo punto dobbiamo interrogarci onestamente sulle sorti della Lecciona – sottolineano le associazioni – , la cui importanza eccezionale è stata riconosciuta dal Parco con l’istituzione della Riserva Naturale, dall’Unione Europea con l’istituzione di una Zona Speciale di Conservazione e dalla Regione che fin dal 2004, vent’anni fa esatti, vi riconosceva già allora il pericolo della antropizzazione selvaggia con la Delibera n.644. Purtroppo a questi strumenti legislativi non sono seguite delle concrete e puntuali misure di salvaguardia e soprattutto una puntuale informazione delle norme dei regolamenti d’uso con adeguata cartellonistica e un’assidua vigilanza”.
Le associazioni ringraziano il presidente e il direttore del Parco “per aver mandato in questi giorni quotidianamente le guardie ottenendo il risultato di vedere la maggior parte dei cani condotti dai loro umani con il guinzaglio, ma se vogliamo che la Riserva Naturale svolga la sua funzione, che il fratino torni a covare sul nostro litorale e che le ormai rare piante di spiaggia non scompaiano per il calpestio sono necessari interventi non occasionali”.
Ringraziano anche il presidente della Regione, il presidente del Parco e il sindaco del Comune di Viareggio “per i complimenti a mezzo stampa ai volontari che si sono prodigati con spirito di servizio perché questo fosse davvero un lieto evento”, ma nello stesso tempo chiedono loro “di mettere in atto tutte le misure possibili per contrastare l’inarrestabile degrado a cui sembra destinata la Lecciona. A nostro avviso sarebbe utile, come più volte da noi richiesto al sindaco una leggera delimitazione degli ambienti dunali, come nel vicino comune di Vecchiano, per indurre i frequentatori a rispettare la regolamentazione del Parco che consente l’uso dei primi 20 metri dalla battigia”.
“Per la sgambatura dei cani – concludono .- è necessario creare un’area apposita, non è possibile lasciarli liberi nella riserva, perché il loro impatto sul fratino e sulla fauna in generale non è compatibile con il mantenimento del valore naturale della Lecciona”.