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venerdì, Novembre 22, 2024

Omaggio ai defunti, il crisantemo è in crisi ma resta il fiore più impiegato. La Versilia tra principali poli produttivi

Le difficoltà economiche delle famiglie toscane “colpiscono” anche i cari defunti. Il crisantemo, simbolo della fiore dei morti, è in crisi. Una domanda sempre più fiacca da parte del mercato ed i crescenti costi di produzioni che i floricoltori devono sopportare lungo l’arco dei sei mesi, tanti ne occorrono per “allevare” il fiore prima di essere commercializzato, hanno ridotto di almeno il 15% la produzione. A dirlo sono Coldiretti Toscana e l’Associazione Nazionale Fioristi e Floricoltori Italiani (AFFI) in occasione della ricorrenza del 2 novembre.

“La ricorrenza del 2 novembre è un momento molto importante per le aziende florovivaistiche che vale fino ad un quinto del loro fatturato. – spiegano Coldiretti Toscana e Affi – La coltivazione dei fiori di Ognissanti ha in Toscana, tra Viareggio, la costa Apuana e Pescia, il suo principale polo produttivo dove vengono coltivati da oltre duecento aziende specializzate poco meno di 5 milioni di steli-fiore destinati a questo particolare periodo. La difficoltà a reperire manodopera, per una coltivazione impegnativa che richiede tante cure ed attenzioni, l’incidenza dei fattori produttivi come i costi energetici ed i concimi che riducono le marginalità dei florovivaisti, la presenza crescente di fitopatogeni e la concorrenza sleale selvaggia hanno portato nel corso degli anni ad una progressiva riduzione della produzione toscana”. 

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Malgrado le criticità, il crisantemo sarà il fiore più regalato in questi giorni in cui li celebriamo e li ricordiamo. Se però fino a qualche anno fa era l’indiscusso protagonista nei cimiteri, negli ultimi anni si sono fatte largo altre varietà come le viole a ciocche, le bocche di leone, anthurium, rose, orchidee ma anche ciclamini. Secondo Coldiretti Toscana tre toscani su quattro porteranno fiori ai propri defunti. 

Per evitare “fregature” e di alimentare la concorrenza sleale di paesi che impiegano manodopera irregolare e abusano di pesticidi Coldiretti Toscana e AFFI invitano a preferire le coltivazioni locali coltivate in Toscana ed in Italia per sostenere un settore importantissimo, soprattutto in Toscana, che vale 900 milioni di euro ed oltre 3 mila imprese ed è tra i più avanzati dal punto di vista della sostenibilità, della tecnologia e del risparmio energetico.  

In linea i prezzi all’origine che saranno più o meno come quelli dello scorso anno. Alla vigilia della festa dei morti Coldiretti Toscana e Affi consigliano di non fare acquisti di impulso, ma verificare e mettere a confronto i diversi prezzi. Per evitare di cadere nelle trappole del mercato e non alimentare l’abusivismo è meglio – ricordano Coldiretti Toscana e Affi – evitare venditori improvvisati e preferire l’acquisto, se possibile, direttamente dai produttori o da punti vendita che ne garantiscano l’origine, per sostenere le imprese, l’occupazione e il territorio.

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