“Il Carnevale: rito e festa tra storia e cultura – Viareggio e il carnevale nel secondo dopoguerra” è il titolo del convegno in programma sabato 1° marzo alle ore 17 a nella Sala del Premio Viareggio Rèpaci a Villa Paolina. L’incontro vede docenti e ricercatori di quattro Università italiane confrontarsi sul Carnevale di Viareggio come straordinario veicolo di storia e di comunicazione che ha attratto tv e media italiani e dal mondo dal dopoguerra.
Intervengono:
• Lorenzo Bertuccelli (Università di Modena e Reggio Emilia) “La nascita della Repubblica e la costruzione della democrazia”
• Camilla Zucchi (Università di Salerno) “Bando alla tristezza: la rinascita e l’affermazione definitiva del carnevale di Viareggio (1946-1954)”
• Filippo Gattai Tacchi (Università di Pisa) “È tempo di pubblicità. Nuove e consolidate strade per i manifesti del Carnevale 1946-1954”
• Raffaello Ares Doro (Università della Tuscia) “Il Carnevale di Viareggio dai cinegiornali Luce all’avvento della Rai 1946-1954”
• Marcello Ravveduto (Università di Salerno) “’Risorgi ancor più bella… ormai il dolor dilegua e muor!’. Viareggio in maschera 1946-1954″
• Discute Maurizio Ridolfi (Università della Tuscia), modera Fulvio Cammarano (Università di Bologna
Ingresso libero.
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Ricordiamo che Villa Paolina ospita la mostra “Feste e musica. La musica del Carnevale di Viareggio e le sue storie”. Il percorso espositivo (allestimento a cura di Roberta Patalani) sarà visitabile fino all’11 maggio ed è un viaggio immersivo in questa storia musicale che inizia nel 1921 con la prima canzone di Icilio Sadun e Lelio Maffei, ma soprattutto con il primo brano composto per un carro allegorico. Da allora sono state scritte pagine e pagine per celebrare la magia del Carnevale di Viareggio.
“La musica è festa. E’ gioia, coinvolgimento, condivisione. E’ storia, tradizione. E’ cultura. A Viareggio è un ricco patrimonio di canzoni scritte per celebrare il Carnevale e il suo racconto satirico e allegorico, per sintetizzare, con strofe e parole, un’identità collettiva”, affermano gli organizzatori.
In mostra è esposta per la prima volta una selezione di spartiti e testi musicali conservati all’Archivio Storico del Museo, in Cittadella, per un racconto che focalizza l’attenzione anche sulle canzoni per i carri. Infatti, oltre ai brani “ufficiali”, come ci racconta Mario Tobino in Sulla spiaggia e di là dal molo, la storia del Carnevale conserva tantissime composizioni scritte per le opere allegoriche dei maestri. Molte delle quali hanno raggiunto una fama e una notorietà anche maggiori rispetto alle ufficiali. Su tutte Andasti o giovinastro al gran veglione a cui il medico scrittore dedica l’intero capitolo sul Carnevale del romanzo che narra Viareggio, individuandola come summa del “Carnevale di Viareggio da me amato, il felice, il glorioso”.
Prima che a bordo dei carri arrivassero impianti fonici, l’animazione musicale era affidata a piccole orchestrine e alle voci dei figuranti che cantavano la canzone ufficiale e quella composta per il carro. Il testo di questi componimenti veniva stampato su carta velina colorata, distribuito alle maschere e lanciato sul pubblico. Oggi quelle stampe, gli spartiti e rare registrazioni sono testimonianza di quei brani. Dalle strofe è possibile cogliere però il
senso allegorico, satirico, divertente, caricaturale che aveva il carro per il quale erano state composte. Ma grazie al Fondo Puccetti conservato all’Archivio Storico, riemergono dal passato testi e spartiti di canzoni per carri allegorici composte fino agli anni Ottanta che ci regalano uno spaccato sui temi della satira. Una parte del materiale in mostra invece proviene dal Fondo Valleroni, donato al Carnevale e conservato in Cittadella, che raccoglie anche due vinili 45 giri celebrativi della canzone “Mi va di cantare” composta da Vincenzo Buonassisi, Marino Marini, George Bertero e Aldo Valleroni che Louis Armstrong interpretò al Festival di Sanremo del 1968, esibendosi in italiano.
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Nel percorso della mostra è celebrato il Pot-pourri su le canzoni del Carnevale di Viareggio (1921-1940) composto da Icilio Sadun nel 1946, per il primo Carnevale del Dopoguerra. Pagine manoscritte di spartiti e parti staccate per orchestra che miscelano la rassegna dei brani per i carnevali dal 1921 al 1940.
Nella sala delle proiezioni sarà possibile riascoltarlo grazie alla registrazione dell’interpretazione dal vivo che ne fece l’Orchestra dell’Istituto Boccherini di Lucca nel 2019 al Teatro Jenco.
Una sala è invece dedicata all’altro simbolo della musica del Carnevale di Viareggio: La Libecciata. In mostra lo storico labaro del complesso bandistico, strumenti musicali, costumi e tanti ricordi.
Le sale dell’appartamento monumentale di Paolina Bonaparte raccontano, infine, in modo immersivo le atmosfere delle feste di Carnevale di inizio Ottocento.