Caso delle violenze fuori delle scuole di Firenze: riceviamo e pubblichiamo una lettera di solidarietà alla dirigente del liceo fiorentino, approvata oggi all’unanimità dal collegio docenti del Liceo scientifico “Barsanti e Matteucci” di Viareggio, e sottoscritta anche dalla dirigente scolastica del liceo, Silvia Barbara Gori.
Il Collegio docenti del Liceo Scientifico “Barsanti e Matteucci” esprime la propria vicinanza
personale e ideale alla Dirigente Scolastica del Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” di
Firenze, Annalisa Savino, e alle riflessioni da lei affidate alla lettera aperta, che tanta,
immotivata, indignazione ha sollevato soprattutto in chi, pur ricoprendo ruoli istituzionali,
sembra non avere particolare familiarità con i principi antifascisti, da cui la Costituzione è
nata e che in essa sono stati fissati.
Le osservazioni offerte dalla Dirigente ad una pubblica riflessione ci sono apparse non
prese di posizione ideologiche, bensì considerazioni basate sul quel senso civico che, a
nostro avviso, dovrebbe essere patrimonio condiviso non solo da ogni educatore ma, più
in generale, da ogni cittadino italiano. Di fronte all’aggressione squadrista di dichiarato
orientamento fascista, non ci saremmo aspettati silenzi né, ancor meno, esternazioni
contro chi, con argomentazioni costituzionalmente e storicamente fondate, ha
semplicemente supplito alla condanna che sarebbe dovuta arrivare dai Ministri della
Repubblica.
L’antifascismo è un principio che trova spazio non solo in una chiara norma finale della
Costituzione che, esplicitamente, vieta la ‘ricostituzione sotto qualsiasi forma’ del
disciolto partito fascista, ma in ogni articolo che tutela la dignità della persona e
l’inviolabilità dei diritti di libertà di pensiero, di parola, di associazione, di insegnamento,
che vede nella diversità una risorsa e non un problema, che tutela anche lo straniero nella
cui patria non sono garantiti quegli stessi diritti.
Sono queste le considerazioni che avremmo voluto sentire negli interventi che hanno
riguardato la lettera della Dirigente ai suoi studenti e sono proprio queste le
considerazioni che ci sentiamo di condividere pubblicamente, nella piena convinzione che
la libertà di fare uso pubblico della propria ragione sia uno di quei principi che già Kant
considerava fondamentali per promuovere l’Illuminismo e che la nostra Costituzione fissa
indiscutibilmente nell’articolo 21.
Rimane valido per noi l’invito che un padre costituente come Piero Calamandrei rivolse ai
giovani, per riuscire a capire fino in fondo la nostra Costituzione, nata dalla Resistenza
contro la ventennale dittatura fascista: “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo
dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle
carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un
italiano per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è
nata la nostra Costituzione”.