Un monitoraggio per intercettare i bisogni degli stranieri residenti sul territorio comunale di Seravezza e favorirne l’integrazione. Punta a questi obiettivi il progetto che sta muovendo i primi passi in questi giorni, condotto dall’assessore Alessandra Graziani delegata alle politiche della solidarietà, accoglienza e contrasto alle nuove povertà.
Il progetto, in questi mesi avviato a livello di pianificazione, parte dall’individuazione dei nuclei familiari stranieri residenti, così da disporre di una approfondita mappatura che andrà oltre i semplici numeri per conoscere storie e necessità.
Dai dati del settore anagrafe, risulta che sono circa 300 i nuclei familiari di stranieri, provenienti dalle varie regioni del mondo, che vivono sul territorio e risultano regolarmente residenti.
Si tratta di immigrati di vecchia data o di recente trasferimento, provenienti per la maggior parte da Romania e Albania, dall’Africa, in particolare da Marocco e Tunisia, ma anche da Polonia, Ucraina, Bulgaria, Cina, Filippine, Brasile, Spagna, Senegal, Cuba, Finlandia, Bielorussia, solo per citare alcuni dei Paesi di origine. Un quadro multietnico che ha trovato sul territorio seravezzino un contesto ideale nel quale vivere e crescere i propri figli.
La maggior parte degli stranieri residenti abita a Querceta, cui seguono Seravezza, Ripa, Pozzi, Marzocchino, Azzano, Corvaia, Ruosina, Riomagno, Fabbiano, Basati, Giustagnana, Minazzana e Cerreta Sant’Antonio.
In questi giorni l’assessore Graziani, partendo dalle frazioni della montagna, inizierà a prendere contatti con le famiglie straniere, per conoscerne direttamente la realtà e raccogliere eventuali problematiche.
Il progetto restituirà una fotografia completa degli stranieri, molti dei quali a Seravezza da tanti anni, perfettamente integrati nel tessuto sociale e lavorativo, con piena padronanza della lingua e una capacità di muoversi autonomamente anche negli ambiti della burocrazia.
“Il progetto mira in particolare a conoscere la situazione di quanti possono necessitare di un sostegno – spiega l’assessore Alessandra Graziani – magari anche solo per essere indirizzati verso le strutture o uffici preposti a dare loro risposte su specifici problemi. L’esperienza insegna che spesso esistono difficoltà anche di questo tipo e l’aiuto che intendiamo dare è proprio di muovere da una conoscenza più approfondita per favorire la risoluzione di eventuali problematiche. Spesso si tratta di persone che, magari per l’ostacolo della lingua, si sentono sole o emarginate e un piccolo aiuto può fare la differenza nella loro percezione all’interno della nostra comunità”.
Una ricognizione sociale che, per l’elevato numero dei nuclei familiari e la volontà di non ridurli a semplici dati statistici bensì promuovere incontri diretti, andrà avanti per alcuni mesi. Acquisendo man mano consapevolezza sulle diverse situazioni per disporre così di un quadro composito, fondamentale per attivare scelte rispondenti ai reali bisogni, grazie alla stretta collaborazione con l’assessore all’inclusione sociale Valentina Mozzoni e al sociale Stefano Pellegrini che entreranno nel progetto una volta conclusa la ricognizione sullo stato di fatto.