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venerdì, Novembre 22, 2024

Antonio Moscheni, il Michelangelo indiano. Un docufilm racconta la storia di un gesuita diventato celebre artista

L’Italia e l’India, protagoniste del docufilm Antonio Moscheni il Michelangelo indiano, che la giornalista Silvana Rizzi presenterà domenica 7 luglio alle 21.30 nel Giardino d’Inverno di Villa Bertelli a Forte dei Marmi.

Il cortometraggio racconta la storia di Antonio Moscheni, pittore e gesuita, nato nel 1854 a Stezzano, antico paesino alle porte di Bergamo e morto nel 1905 a Kochi nel lontano sud dell’India. Un racconto dell’affascinante inedito percorso di un artista, ben più noto in India che da noi. La fama di Moscheni è sopravvissuta nei secoli, tanto che nel 2001 il governo centrale indiano ha stampato un francobollo con un suo quadro. Onore riservato ai grandi artisti. Girato tra Stezzano e Mangalore, città affacciata sul mare d’Arabia, nei luoghi della vita di Antonio Moscheni, il docufilm è la storia più che mai viva e incisiva della sua traiettoria artistica e umana.

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“Un viaggio esclusivo – spiega Silvana Rizzi, lontana parente di Moscheni – che vuole far scoprire un artista molto più conosciuto in India, dove visse e lavorò negli ultimi sette anni della sua vita, che nel nostro paese: da Stezzano all’India, dove il suo talento raggiunse una forza espressiva tale da essere noto nel Subcontinente come il ‘Michelangelo Indiano’”.

Moscheni entrò giovanissimo all’Accademia Carrara di Bergamo, per proseguire gli studi a Roma. In questi anni ricevette premi e segnalazioni per il suo talento. Di ritorno, aprì uno studio a Bergamo Alta e ottenne i primi successi, quando improvvisamente, a 35 anni, entrò nella Compagnia di Gesù. I suoi superiori lo destinarono alla missione di Mangalore, con l’incarico di affrescare la St. Aloysius Chapel, la chiesa accanto all’omonimo College, in cima a una collina.

“Da qui iniziò la sua nuova vita, piena di colori e di gioia di vivere, che trasmetterà a tutto il mondo, attraverso i 1000 mq di affreschi all’interno della chiesa – prosegue l’autrice del docufilm – . L’artista qui visse felice, tanto da dipingere un magnifico ritratto di Saraswati, la dea della conoscenza e dell’arte, che campeggia nella biblioteca del College. Un documentario in cui scoprire aspetti inediti e racconti sorprendenti”.

Ingresso libero. Prenotazione 0584 787251

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