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venerdì, Novembre 22, 2024

Campagna di protezione civile, Alessandrini: “Necessario lavorare su prevenzione e comunicazione del rischio”

Io non rischio se sono correttamente preparato sulle vulnerabilità del territorio e sui comportamenti da tenere in caso di emergenza. Può essere sintetizzato in questo modo l’obiettivo della campagna nazionale “Io non rischio”, promossa dal Dipartimento nazionale di protezione civile che, ogni anno, coinvolge le piazze d’Italia.

Il Comune di Seravezza ha aderito con due iniziative, una oggi (sabato) a Querceta e una in programma per tutta la giornata di domani ad Azzano.

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Comune e associazioni del territorio si fanno comunicatori dei rischi, sismico e alluvionale per quanto riguarda il territorio seravezzino. 

Così allo stand di Querceta era presente il sindaco Lorenzo Alessandrini, l’ingegner Roberto Orsini funzionario del settore Protezione Civile del Comune, i volontari della Croce Bianca di Querceta e della Croce Rossa Italiana con l’unità territoriale di Ripa. Nell’appuntamento di Azzano saranno invece impegnati i volontari di Muttleys Versilia.

“Questa iniziativa è per noi una tappa fissa – spiega il sindaco Lorenzo Alessandrini -, un evento che ho visto nascere al Dipartimento nazionale di Protezione civile e che ho curato nel suo avvio”.

Un tema, quello della protezione civile, che sta particolarmente a cuore al primo cittadino, sia per aver fronteggiato in prima linea l’alluvione del 1996, sia per la lunga esperienza di funzionario del Dipartimento nazionale.

Una consapevolezza che gli fa riconoscere come “noi amministratori siamo niente senza la collaborazione dei cittadini – aggiunge Alessandrini  – perché è fondamentale lavorare alla formazione e quindi poter contare sulla adeguata risposta dei cittadini in caso di una emergenza”.

Prevenzione e comunicazione del rischio come capisaldi per poter contare su risposte adeguate in caso di emergenza, per tutelare se stessi e partecipare al complesso meccanismo della protezione civile.

Per questo viene distribuito ai cittadini, assieme a gadget, materiale informativo utile ad avere maggiore consapevolezza sui rischi e sulle buone pratiche.

Non un sapere generico ma aderente al territorio nel quale si vive, con due particolari accortezze: “curare la memoria degli eventi già accaduti – conclude Alessandrini – e valorizzare le conoscenze proprie del territorio perché non può funzionare una standardizzazione degli interventi ma ogni piano di emergenza deve essere come un abito cucito su dimensioni e caratteristiche del comune”.

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