Nuovo importante traguardo per la pianificazione estrattiva, grazie all’adozione del PABE (il Piano attuativo dei bacini estrattivi) relativo al Canale delle Gobbie. Il consiglio comunale di Seravezza, nella sua ultima seduta, ha infatti approvato l’adozione di questo strumento, con il voto favorevole della maggioranza, l’astensione dei gruppi Insieme e Creare Futuro e il voto contrario della consigliera Francesca Bonin.
“Un risultato – afferma l’amministrazione – che rappresenta un importante traguardo in termini di programmazione urbanistica e, di pari passo, di salvaguardia ambientale e che ha richiesto due anni di intenso lavoro, con un cammino condiviso tra la società Campallorzo srl, Costa Medicea srl, Henraux spa e RG Marmi srl che partecipano così a un obiettivo che non è solo finalizzato all’attività estrattiva ma anche a un deciso ripristino e salvaguardia del territorio, garantendo una tutela ambientale ad ampio raggio”.
“Un Piano perfettamente coerente con la linea che ci siamo dati e che guarda a un’attività estrattiva rispettosa dell’ambiente – commenta il sindaco Lorenzo Alessandrini – attraverso opere di mitigazione, di compensazione, di lavorazione in galleria. Tutto ciò per la massima tutela idrogeologica, idraulica, ambientale, sotto i vari aspetti. Si tratta di un’attività estrattiva rispettosa e di nicchia, in termini di quantitativi, finalizzata non solo alla coltivazione ma anche alle attività di recupero che prevede ripristini ambientali dei boschi con piantumazioni di faggi”.
A illustrare questo percorso lungo e impegnativo del Piano è stato Michele Silicani, assessore all’ambiente e alla cave, dimostrando nei fatti che queste due deleghe, apparentemente distanti, possono trovare una innovativa conciliazione, laddove si sappia bilanciare questa attività economica, fondamentale per il territorio, con una spiccata sensibilità ambientale.
“Una pianificazione che va a interessare una zona di grande valenza – spiega l’assessore Michele Silicani – con un risultato condiviso tra i diversi soggetti e con un comparto che va a creare una sorta di condominio. Le convenzioni, infatti, impegnano le aziende su più fronti, come a fare in modo che esista una sola strada di arroccamento, una gestione dell’ambito congiunta, attività di salvaguardia ambientale e di mitigazione”.
Silicani ha ringraziato espressamente i diversi soggetti che hanno partecipato a questo percorso, dagli uffici cave e ambiente del Comune rispettivamente con l’architetto Andrea Tenerini, gli ingegneri Luca Fantini e Consuelo Bonuccelli, al gruppo di esperti coordinato dall’architetto Maria Clelia Mele e al quale hanno dato un importante contributo il geologo Nicola Landucci, l’architetto Paolo Lorenzetti, la dottoressa Alessandra Fregosi, l’architetto Antonio Rafanelli e l’ingegner Giacomo Del Nero.
I PABE sono uno strumento introdotto nel 2015 dal Piano di indirizzo territoriale e allo stato attuale ne è in atto uno adottato e approvato relativo al Monte Altissimo; altri quattro bacini ricompresi in due piani attuativi e inerenti le aree Mossa, Macchietta, retro Altissimo e Buca, già adottati e in discussione nella conferenza di pianificazione regionale. L’iter, infatti, prevede dopo l’adozione da parte del consiglio comunale, l’apertura delle osservazioni e contemporaneamente il passaggio in conferenza paesaggistica che si deve esprimere in merito alla coerenza e conformità alle disposizioni del piano paesaggistico regionale. A quel punto, una volta che ci sarà la validazione da parte di Regione, Sovrintendenza e Ministero, si procederà con la valutazione delle osservazioni e con l’approvazione.
“L’amministrazione comunale e la cittadinanza – conclude Silicani – devono essere orgogliosi che il progetto di messa in sicurezza del canale delle Gobbie viene sviluppato attraverso risorse del comparto estrattivo stesso degli imprenditori interessati con una approvazione da parte del genio Civile e di tutti gli enti preposti, ovvero Parco delle Alpi Apuane, Autorità di Bacino, come un vero e proprio progetto pubblico con un iter identico e che porterà a salvaguardare anche l’abitato di Arni, di Campagrina e della chiesa dei basatini. Un risultato decisamente straordinario che non intacca pertanto risorse pubbliche”.