Andrea Riccardi, presidente della Società Dante Alighieri, ha ricevuto ieri il Premio per la Diffusione della Cultura Poetica Italiana, nell’ambito del Premio Letterario Camaiore.
Consegnato dal presidente del Premio Michele Brancale, da Claudia Larini, assessore alla Cultura del Comune di Camaiore, e da Cinzia Demi, componente della Giuria Tecnica del PLC, il riconoscimento “mette al centro il linguaggio poetico con la sua autentica forza e la sua capacità di pausa nel tempo della fretta e del continuo soliloquio sulla rete”.
“Sono molto grato per questo Premio perché credo molto nella forza della poesia, che è globale – ha dichiarato Riccardi – . L’Umanesimo italiano è anche poesia e la nostra lingua stessa nasce con la poesia. La prima opera in volgare italiano è infatti il Cantico delle creature, scritto ottocento anni fa, prima della Divina Commedia, che a sua volta è un’opera altamente poetica. La poesia scorre dunque nella nostra storia, aprendo visioni sul futuro che illuminano di speranza la vita degli uomini. Parafrasando Dostoevskij, possiamo dire che la poesia salverà il mondo”.
“L’opera delle scuole che insegnano l’italiano e la poesia italiana nel mondo, come fa la Società Dante Alighieri – ha spiegato il presidente del Premio Camaiore, Michele Brancale – “è una cosa va premiata perché lì la cultura diventa materia viva. C’è un appuntamento che ogni generazione può cogliere con la Storia. La cultura che si sedimenta nel tempo e diventa memoria è quella che coglie questo appuntamento, con i linguaggi che la esprimono, rivelando nel contenuto autenticità e spessore”.
La Società Dante Alighieri promuove la cultura del libro e della lettura, diffonde e insegna la lingua e la cultura italiana in Italia e nel mondo, associando oltre 135 mila tra soci e studenti alla sua rete di 480 comitati, decine di scuole di lingua in Italia e nel mondo, 95 presìdi letterari dediti alla promozione del libro e della lettura e 380 centri d’esame Plida (certificato che attesta la competenza in italiano come lingua straniera). Con il progetto della “Consulta lingua-mondo” la Società abbraccia il patrimonio dell’italofonia cui afferiscono anche numerosi autori e numerose autrici con radici linguistico-culturali non italiane ma che hanno scelto l’italiano per narrare e per narrarsi. Tra gli scopi della sua piattaforma digitale www.Dante.global, la Dante Alighieri porta la cultura nazionale oltre i confini, in modo pacifico e costruttivo, anche e soprattutto grazie al grande deposito della poesia italiana.
“C’è un appuntamento che ogni generazione può cogliere con la Storia – ha scritto nella motivazione Brancale – . La cultura che si sedimenta nel tempo e diventa memoria è quella che coglie questo appuntamento, con i linguaggi che la esprimono, rivelando nel contenuto autenticità e spessore. Pensiamo a Eugenio Montale. II linguaggio poetico è uno degli strumenti principali e per certi versi il più disinteressato perché di fatto si colloca più di altri, nel nostro tempo, al di fuori di una stretta logica di mercato. Ha la bellezza dell’ ‘inutile’. Ed è l’ ‘inutile’ che fa mettere in fila due ore tante persone, ogni giorno, per ammirare la bellezza del David di Michelangelo: la poesia, quando è vera, scava nel marmo della vita inerte e ne ricava forma e senso. La poesia, nel duplice significato di evocazione di ciò che è prezioso e di linguaggio con la sua peculiarità ritmica e descrittiva, consente di entrare nella Storia e nelle storie con una logica diversa da quella corrente, grazie alla sua capacità di pausa, particolarmente significativa oggi, nel tempo della fretta e del continuo soliloquio sulla rete, per cui si crede di comunicare ma si è sordi alle domande degli altri. Ho voluto solo sottolineare alcuni aspetti della molteplice attività condotta da Andrea Riccardi. Mi permetto di richiamare, in endecasillabi, alcune sue parole che rendono, credo, lo spessore, lo spirito e il fine di questa sua ricerca, soprattutto in questa stagione di riabilitazione della guerra che è nemica di ogni vera cultura: In modo diverso da questo tempo / i sensibili al dolore degli altri, / fermenti di vita e della speranza, / spostano montagne dal sottosuolo”.